Abbiamo aspettato mesi, passando l’inverno a contare i giorni sul calendario in attesa del ritorno in pista della Formula Uno. Volevamo rivedere le battaglie fra le varie scuderie, sentire il ruggito dei motori, rivedere i nostri beniamini. Poi finalmente è giunta l’ora, e oggi era il primo vero assaggio di asfalto per il mondiale, in occasione delle qualifiche per il Gran Premio d’Australia. Tutti davanti alla tv alle prime ore del mattino, curiosi di dare uno sguardo anche al nuovo “format” delle qualifiche. Pregustavamo già la lotta “all’ultimo decimo” fino alla bandiera a scacchi, e invece… 

Invece lo spettacolo offerto, è stato a dir poco deprimente, pietoso. Probabilmente uno dei momenti più “bassi” per la Formula Uno degli ultimi anni. Un regolamento assurdo, che già aveva fatto storcere il naso a parecchi piloti ancor prima del debutto, specie perché figlio di una decisione presa “a vanvera”, in fretta e furia, appena due settimane fa.

Volevano aumentare lo spettacolo, cercavano di tenere sempre i piloti in pista per far divertire il pubblico, volevano battaglie serratissime per tutta la durata della sessione. Ed invece è stato un flop allucinante, ottenendo esattamente l’opposto di quello che “le menti astrose” che l’hanno approvato si aspettavano.

Ma andiamo con ordine: dal punto di vista della presenza dei big in pista, nulla è migliorato (come gli stessi piloti pensavano). I più veloci infatti, all’inizio di ogni manche, sono entrati in pista, hanno stampato il tempone, e sono rientrati al box per un caffè in attesa della Q3, lasciando litigare gli altri con l’orologio. Il tutto mentre nelle retrovie, si iniziava via via ad “ammutinare” la sessione, consci del fatto che magari i 90 secondi tra una tagliola e l’altra non sarebbero bastati per uscire e finire il giro. Il risultato è stato una pista completamente vuota in attesa del Q3.

La tristezza più assoluta però (purtroppo), è arrivata proprio nel Q3, la manche che deve decidere la pole position. Già l’idea di avere solo due pretendenti finali, non aveva entusiasmato nessuno. Vedendo il tutto in pista poi, è stato ancora peggio. I piloti più lenti, hanno praticamente subito abbandonato le loro vetture, coscienti del fatto che in 90 secondi non potevano cercare miracoli. E riguardo la lotta per la pole.... beh, nessuna lotta c’è stata.

Le due Ferrari hanno subito messo al box le vetture, tanto sarebbe stato inutile consumare treni di gomme per cercare di entrare in una lotta a due alla quale sarebbe stato difficile potervi accedere (visti i tempi delle frecce d’argento). Ne è conseguito che in pista sono rimaste soltanto le vetture di Stoccarda, in una parata che avrà fatto felici solo i loro sponsor. E ovviamente, essendo una lotta in famiglia, sarebbe stato da stupidi continuare solo per “al massimo” invertire le posizioni.

Risultato finale? Con ancora quasi 5 minuti di qualifiche disponibili, la pista era già completamente vuota. Nei minuti che dovevano essere i più emozionanti, abbiamo assistito alla “pesa” dei piloti, e invece di gustare una lotta per la prima posizione, ci siamo gustati Raikkonen ritirare una sorta di “scontrino” dall’addetto alla pesa, quasi fossimo in farmacia alla fila per la bilancia.

E mentre Hamilton aveva già esultato, le telecamere inquadravano i meccanici spazzare a terra nei box, nel disperato tentativo di trovare qualcosa di interessante da far vedere, visto che la sessione era ancora aperta. Il tutto, mentre da casa iniziavano i primi mal di testa per i tifosi alla tv, che invece di godersi i giri e le performance, hanno passato l’intera sessione ad osservare il timer di 90 secondi che scorreva a lato dello schermo.

Ciliegina sulla torta? La vergognosa bandiera a scacchi alla fine, a sventolare da sola, senza nessuno a calcolarla. Sembrava di guardare un bimbo durante i mondiali di calcio, che gioca sventolando la bandiera della propria nazionalità, in attesa che il papà la attacchi fuori dal balcone.

Qui c’è da fare un “mea culpa” grande come una casa, da parte della Federazione. E chiedere scusa ai tifosi per lo spettacolo vergognoso. Bisogna immediatamente fare dietro front, e riportare le sessioni di qualifiche al vecchio formato. Ma non come al solito, quando si perdono mesi a decidere. Bisogna fare marcia indietro “già da ieri”, perché la massima categoria automobilistica non può più permettersi di offrire al mondo un’immagine del genere.

Anche perché, come ha dichiarato lo stesso Vettel, cosa succede con questo regolamento, in piste come Montecarlo? Nelle prime fasi concitate in cui tutti cercano subito il tempo, come ci si regolerebbe? La Formula Uno aveva davvero bisogno “anche” di questa rivoluzione?

Non ci resta che attendere eventuali comunicati, e incrociare le dita. Sperando davvero che già dalla prossima gara, possa tornare tutto alla normalità.

Daniel Limardi