Oggi compie 70 anni Niki Lauda, uno dei piloti più importanti nella storia della Formula 1 e dell’automobilismo generale. L'austriaco con la sua tempra e forza di volontà, ha superato tutte le difficoltà che gli si sono presentate davanti, sia nelle corse, che nella la vita.

Tra queste, l'ostilità della sua famiglia, contraria alla sua volontà di diventare pilota, la continua ricerca di finanziamenti per proseguire la carriera nel mondo delle corse, ed il terribile incidente nel Gran Premio di Germania 1976 che, di fatto, lo estromise dalla lotta al titolo in favore di James Hunt.

Andreas Nikolaus “Niki” Lauda nasce il 22 febbraio 1949 a Vienna da una famiglia benestante. Il non ottimale rendimento scolastico costrinse i genitori, come punizione, a mandarlo a lavorare in un garage. Ed è proprio in questa sorta di castigo che sbocciò nel giovane Niki la passione per i motori, che ben presto si tramutò in voglia di intraprendere la carriera di pilota professionista, nonostante il forte ostracismo dei suoi genitori.

La sua prima macchina fu una Volkswagen, che però fu subito sostituita da una Mini Cooper che, distrutta immediatamente, costo a Lauda un debito pari a 1750 euro. Dopo averla riparata, non trovandola più performante, decise di sostituirla con un'altra identica ma da 1300 cc.

La prima vera partecipazione a una corsa avvenne il 15 aprile 1968 in una gara in salita a Mühlbacken, dove Lauda riuscì conquistare un terzo posto nella prima manche ed un primo nella seconda, concludendo al secondo posto assoluto.

Nonostante suo padre gli proibisca di continuare a correre, Lauda continua partecipare a diverse gare, sia con la Cooper sia con la Porsche 911, arrivando a vincere una gara assoluta e diverse vittorie di classe. Dopo essere maturato come pilota nelle gare minori, Lauda partecipa, nel 1969, alla Formula Vee con la squadra austriaca Kaiman. Partecipa a tredici gare in Europa Centrale, ottenendo due vittorie e quattro secondi posti.

L’anno successivo passa alla Formula 3 con la scuderia di Francis McNamara e ottiene come miglior risultato il secondo posto a Brünn. Su una Porsche 908, l’austriaco ottiene la vittoria a Diephoz e al Martha Grand National corsa all’Österreichring.

Nel 1971, Lauda riesce ad ottenere un prestito dalla banca austriaca "Erste Österreichische Spar-Kasse", grazie alla quale ottiene un contratto di Formula 2 con la March, in coppia con Ronnie Peterson. Nello stesso anno Lauda fa il proprio debutto in Formula 1 nella gara di casa, dove, però, è costretto al ritiro.

Nel 1972 Lauda diventa insieme a Ronnie Peterson il pilota ufficiale della March, sia per quanto riguarda la Formula 2, sia per la Formula 1, nonostante le interferenze del nonno che era riuscito ad interrompere il finanziamento che lo stesso Lauda aveva nuovamente richiesto alla banca. Dopo questo episodio l’austriaco chiude definitivamente i suoi rapporti con la sua famiglia.

L'austriaco non si perde d'animo e riesce lo stesso ad ottenere un finanziamento da un’altra banca e correre la stagione di Formula 1. Stagione che risulterà complicata e difficile, a causa di una monoposto inguidabile, che costrinse la scuderia a sostuirla con una Formula 2. Per Lauda il miglior risultato di questa stagione è il settimo posto nel Gran Premio del Sud Africa, mentre in Formula 2 vince un campionato minore e corre diverse gare in endurance.

Ma questi risultati non bastano a pagare i suoi debiti con la banca, e Lauda si ritrova senza un contratto per la stagione 1973 di Formula 1. Nonostante tutto decide di sostenere un test con la BRM al Paul Ricard, riuscendo ad ottenere il posto da terzo pilota per il 1973. Ma ancora una volta l’austriaco è costretto ad chiedere un prestito alla banca per continuare a correre.

Le prime gare sono un lungo calvario e solo a Montecarlo, Lauda può mostrare tutto il suo talento, riuscendo a qualificarsi in sesta posizione. In gara lotta a lungo con il pilota della Ferrari, Ickx,  prima di essere costretto al ritiro per la rottura del cambio. In questa stagione ottiene anche i primi punti iridati in Belgio e il team inglese gli offre un contratto di due anni e la cancellazione dei debiti, ma qualcosa di più grande bussa alla porta di Lauda. Il Drake, grazie al suggerimento di Clay Regazzoni, decide di prendere l’austriaco come pilota della sua scuderia a partire dalla stagione 1974. Grazie al nuovo stipendio con la Ferrari, Lauda può pagare i suoi debiti e le penali per aver sciolto con largo anticipo il suo contratto con la BRM.

I primi test con la Ferrari si rivelano deludenti, tanto che Lauda definisce la nuova Ferrari una “mer…” di macchina, e serviranno tutti i test invernali per migliorare la nuova monoposto in vista della stagione 1974.

La monoposto migliora e Lauda ne raccoglie subito i frutti, ottenendo il suo primo podio in Argentina, grazie ad un secondo posto, e la prima vittoria nel Gran Premio di Spagna, che bisserà successivamente in Olanda. Il proseguo della stagione è piuttosto negativo visto che il pilota austriaco è costretto al ritiro nelle ultime cinque gare, che gli fanno chiudere il campionato in quarta posizione con soli 28 punti.

Nella stagione 1975 Lauda centra cinque vittorie e nove pole position, vincendo il suo primo titolo iridato a Monza grazie al terzo posto dietro a Regazzoni e Emerson Fittipaldi. L’anno dopo Lauda riparte di nuovo alla grande ottenendo la vittoria in Brasile e Sud Africa con la Ferrari 313T. Con la T2 arriva secondo nel Gran premio degli Stati Uniti Ovest e in Spagna, vincendo nuovamente in Belgio, a Montecarlo e in Gran Bretagna.

Le vittorie e i punti che lo separano da James Hunt fanno sembrare il bis iridato una pura e mera formalità, ma il destino beffardo è dietro l'angolo per l'austriaco della Ferrari. Il primo agosto 1976, sul circuito del Nürburgring, Lauda perde il controllo della propria monoposto e colpisce una roccia a lato del circuito: la vettura rimbalza in pista prendendo immediatamente fuoco, e venendo centrata dall'accorrente Brett Lunger.

Lauda rimane intrappolato all'interno della sua Ferrari, ma grazie all’intervento di Guy Edwars, Harald Ertl e Arturo Merzario, che riesce a slacciare le cinture di sicurezza del pilota austriaco, viene evitato il peggio.

Dopo quarantadue giorni dopo questo terribile incidente, Lauda ritorna a correre nel Gran Premio di Monza dove ottiene un incredibile quarto posto, salendo sul podio nel Gran Premio degli Stati Uniti con il terzo posto. Questi risultati gli permettono di arrivare all'ultima gara in Giappone in piena lotta per il titolo con James Hunt. Sotto il diluvio, dopo soli due giri, Lauda si ritira lasciando il via libera al rivale inglese che si laurea Campione del Mondo.

Nel 1977 corre la sua ultima stagione con la Ferrari, vincendo i Gran Premi del Sud Africa, Germania e Olanda ed ottenendo diversi podi che gli fanno ottenere il suo secondo titolo iridato. Dopo la vittoria del titolo a causa del rapporto ormai degradato con la Ferrari e il Drake, complice il ritiro al Fuji e le voci di un interesse della Brabham sponsorizzata da Parmalat, Lauda lascia Maranello a due gare dalla fine della stagione. A prendere il suo posto sarà il giovane pilota canadese Gilles Villeneuve.

Lasciata la Ferrari, Lauda passa alla Brabham motorizzata Alfa Romeo per la stagione 1978. L'annata è caratterizzata sia da ritiri, sua che da strambe soluzioni aerodinamiche: nel Gran Premio di Svezia fa il suo debutto la BT46 B, conosciuta nella storia delle corse con il nome di Fan Car, che aveva come caratteristica di avere una ventola che gli permetteva di mantenere un ottimo effetto suolo.

Su come funzionava la ventola scrive così Cuoghi nella sua autobiografia: "Il perno della ventola nasceva da un prolungamento dell'albero primario del cambio e la ventola stessa era tenuta da due cuscinetti posti sulla culatta. L'aria veniva incanalata in un radiatore dell'acqua (vuoto, ndr) e il resto era sigillato con bandelle a 45 gradi. Nella parte anteriore del vano era poi stato sistemato una sorta di cuscino di kevlar aderente al suolo, che con la velocità si gonfiava e garantiva tenuta, amplificando l'effetto sigillo".

Subito dopo il terzo posto in Olanda, l'austriaco ottiene la vittoria nel Gran Premio d'Italia grazie alla penalizzazione inflitta a Mario Andretti e Gilles Villeneuve per partenza anticipata.

Nel 1979 debutta la Brabham BT48, una monoposto che si rivelò disastrosa e che consentì a Lauda di andare a punti nel Gran Premio di Sud Africa con il sesto posto e nel Gran Premio d'Italia con il quarto posto. Dopo aver testato la nuova Brabham Cosworth durante le prove del Gran Premio del Canada, Lauda per nulla convinto dalla monoposto decide di ritirarsi dal campionato e dalla Formula 1.

Con il primo ritiro dal mondo dalla Formula 1, Niki Lauda decide di concentrare la sua attenzione sulla compagnia aerea che aveva fondato nel 1978. Devono passare tre anni prima che Lauda ritorni nuovamente a correre in Formula 1 con la scuderia McLaren. Con la Mp4/1C riesce ad ottenere la vittoria negli Stati Uniti Ovest a Long Beach e nel Gran Premio di Gran Bretagna a Brends Hatch.

Il ritorno di Lauda passa in secondo piano rispetto ad eventi terribili accaduti in quella stagione: la morte di Gilles Villeneuve a Zolder e quella di Riccardo Paletti in Canada, oltre alla prematura scomparsa del creatore della Lotus, Colin Chapman.

La stagione 1983 si rivela abbastanza deludente per l'austriaco che ottiene solo due podi, il secondo posto nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest e il terzo in Brasile, concludendo decimo in campionato.

L'anno successivo Lauda si trova tra le mani la Mp4/2, una monoposto progettata da John Barrnad e dotata di un motore sovralimentato TAG Porsche V8, con cui ottiene cinque vittorie contendosi il campionato con il compagno di scuderia Alain Prost.

La gara decisiva viene disputata in Portogallo sul circuito di Estoril. Alain Prost riesce a partire davanti, mentre Lauda si qualifica in undicesima posizione. Durante la gara l’austriaco riesce a rimontare diverse posizioni fino a portarsi sul podio, e grazie ai problemi ai freni della Lotus di Mansell, guadagna i punti necessari per vincere il suo terzo e ultimo titolo iridato.

Nel 1985 Lauda si trova a gestire la Mp4/2B una monoposto fragile e con tanti problemi di affidabilità. L'austriaco ottiene la sua ultima vittoria in Formula 1 nel Gran Premio d'Olanda a Zandvoort e si ritira per la seconda volta dalla Formula 1, ritornando a gestire la sua compagnia aerea.

Chiara Zaffarano