Gara chiusa al primo giro: partenza “stranamente” liscia visto l’imbuto di curva 1, con Vettel che mantiene la posizione e Bottas che riesce a fatica a non farsi passare dal solito arrembante Verstappen. Dietro di loro perde una posizione solo Kimi Raikkonen, beffato da Ricciardo in entrata di curva 2. Fin li tutto bene, fin quando poi il beniamino di casa Stroll non decide di dare spettacolo: durante un tentativo di attacco ai suoi danni da parte di Hartley infatti, Lance perde il controllo della sua Williams andando involontariamente a stringere la traiettoria dell’avversario, il quale non può fare niente per evitare il disastro. I due si toccano, e la Toro Rosso finisce letteralmente per camminare sui muri. La “coreografia” dell’incidente è molto suggestiva e spettacolare, e costringe addirittura la Safety Car ad entrare subito in scena. Ma fortunatamente non vi è nessuna conseguenza per i piloti. Alla ripartenza nulla cambierà, con le posizioni congelate sino al pit stop.

Primo stint imbarazzante: su una pista che sulla carta dovrebbe agevolare qualche sorpasso, la realtà vede una gara dove si fa fatica a sopravanzare gli avversari. Gli unici punti di sorpasso infatti sono il rettilineo e la staccata della prima curva, preceduti però entrambi da curve lente che non permettono a chi segue di sfruttare tutte le potenzialità del DRS. Tutte le speranze cosi vengono riposte in quello che sarà l’unico pit stop della gara, con i vari muretti di tutte le scuderie che quindi sono alle prese con tutti i calcoli del caso per assicurarsi che i propri piloti possano guadagnare il massimo possibile durante l’ingresso in pitlane. In questo trambusto però, c’è un pilota che se ne infischia altamente di undercut, overcut e di tutto quello che volete: è Sebastian Vettel. Il numero 5, li davanti, semplicemente sta volando. Il suo vantaggio sui rivali aumenta vertiginosamente giro dopo giro, facendo persino capire che sta forse anche guidando “al risparmio”. Per effettuare la propria sosta infatti, Seb aspetta tranquillamente che si siano fermati tutti per non mollare mai la posizione numero 1, e al cambio mescola obbligatorio monta la SuperSoft, gomma che nelle menti più ansiose dovrebbe forse favorire la rimonta Mercedes. Macchè… Seb prende il volo anche con pneumatico rosso, imponendo un ritmo imbarazzante per gli altri e arrivando al traguardo senza farsi praticamente mai vedere da chi insegue. A Maranello si riprendono cosi anche la vittoria in Canada dopo un digiuno iniziato nel lontano 2004, quando un certo Michael Schumacher conquistò l’ultima vittoria Ferrari a Montreal.

Male Hamilton: sicuramente è lui il più grande deluso del weekend. L’inglese infatti arrivava in Canada con un bagaglio pieno di certezze: la Mercedes su questa pista è sempre andata forte, e lui è uno che sul tracciato semi-permanente di Montreal ha sempre “pestato” alla grandissima i diretti rivali. Ma stavolta qualcosa è andato storto: già in qualifica il team mate Bottas gliele ha suonate di brutto, e il ritmo di Vettel in gara l’ha mandato definitivamente in bambola. LH44 non è stato mai in corsa per beccare niente durante tutto il weekend, arrivando persino ad essere uno dei pochi che sia riuscito a “perdere” una posizione in gara (durante il pitstop a favore di Ricciardo). Quinto posto finale per lui, con Seb che così torna leader del mondiale con 1 punto di vantaggio. Peggio del “nero” (ovviamente) solo uno… Kimi Raikkonen. Ma questa è un’altra storia che trovate una riga più in basso.

Kimi, cosi non servi a niente: si ok, detta cosi sembra cattivella. Ma se ci pensiamo è una descrizione precisa di ciò che sta succedendo. In una gara dove Hamilton non ne aveva, c’era da sfruttare l’occasione per fregargli più punti possibili a vantaggio della causa Ferrari arrivandogli davanti con tutte e due le macchine. E invece cosa succede? Praticamente, visto il ritmo di Lewis, tutti riescono a sopravanzarlo (vedi le due Red Bull, ndr) tranne colui che praticamente è pagato proprio per fare quello, ovvero Kimi Raikkonen. E a questo punto torna “sempre la solita domanda” (vorrà pur dire qualcosa): è il caso di farlo questo benedetto rinnovo al finlandese? Ora qui inizieranno tutti a “fracassare gli zebedei” con roba del tipo: “Eh, ma Kimi è andato forte tutto l’anno fin qui.. Kimi ha sempre aiutato Seb… Kimi ha sbagliato solo questa gara quest’anno…e bla bla bla”. La verità però è che Raikkonen, quando serve, semplicemente “non c’è mai”. Sempre altalenante, sempre incostante e totalmente inutile fin qui per il Mondiale. Manca quasi sempre il giro buono in qualifica, ed in gara semplicemente non tiene il ritmo. Se la Ferrari non è prima nel campionato costruttori, deve ringraziare proprio Iceman. E ai tanti tifosi di Kimi che non saranno d’accordo con queste parole, chiediamo: ce la indicate una gara dove Kimi ha dimostrato di andare forte più di Seb, e di essere stato utilissimo nella lotta? No perche noi, sinceramente, non la ricordiamo…

Vergogne del weekend: chiudiamo il giro di Focus con il momento più basso della gara canadese. Ci riferiamo ovviamente al ritiro di Alonso: nel suo GP numero 300 lo spagnolo colleziona l’ennesima rottura meccanica, ritrovandosi di nuovo ad essere l’unico ritirato per problemi tecnici. Forse davvero la colpa non era solo di Honda, e quel “we can fight” della prima gara risuona sempre di più come una “scoppinata” beffarda sulla nuca di Fernando. Ovviamente dispiace molto vedere tale situazione, specie perche stiamo parlando di uno che forse è ancora uno dei migliori (se non “il” migliore) pilota in attività, che a questo punto probabilmente non avrà mai più una vettura per vincere in F1.

Daniel Limardi