La nuova nata in casa McLaren, la MCL34, deve segnare un netto punto di rottura con il recente passato. Sono state troppe le delusioni che ha subito il team di Woking negli ultimi anni in Formula 1 e, complici i nuovi sponsor, la parola d’obbligo è risalire la china. La vettura presenta diverse soluzioni interessanti, se non inedite, visto che l’intero team ha avuto grande disponibilità di tempo per progettarla: ricordiamo che hanno iniziato a fare test in pista già durante le prove libere dei GP da metà stagione in poi. Obiettivo principale è stata la riduzione della resistenza all’avanzamento per ovviare alla carenza di potenza della Power Unit Renault; inoltre la monoposto presenta un passo più lungo e una riduzione dell’Angolo del Rake. Ma andiamo nel dettaglio a scoprire le novità.

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L’alettone anteriore presenta un mainplane sinuoso che si collega alla zona neutra quasi formando una piccola gobba (in rosso), con l’intero profilo che presenta una somiglianza alla filosofia Mercedes, con l’obiettivo di ricreare il carico perso per via del regolamento: le derive e il piccolo flap orizzontale (freccia verde) servono proprio a questo, oltre ad energizzare già il flusso nel sotto-vettura.

I flap superiori sono anch’essi molto elaborati con la parte interna che si chiude a ricciolo (freccia viola) per cercare di gestire un minimo il vortice Y250, mentre la parte esterna scende giù (freccia verde) per cercare di spostare quanta più aria possibile all’esterno del corpo vettura. Stesso scopo anche per la paratia laterale, che si presenta leggermente svergolata (freccia azzurra) verso gli pneumatici.

Il musetto è una logica evoluzione di quello della passata stagione: diviso in quattro prese per cercare di velocizzare il flusso sotto la vettura e, contemporaneamente, alimentare l’S-Duct. La presa centrale (freccia gialla) serve per evitare il bloccaggio dei flussi in punta, mentre le due laterali (frecce rosse), a loro volta divise da un setto, incanalano l’aria per l’S-Duct per indirizzare l’aria turbolenta in flusso laminare sulla superficie superiore. Interessanti i piloni di sostegno che si allungano quasi a metà musetto, dotati di una presa Naca (freccia rossa) per velocizzare il flusso nella zona iniziale, evitando ristagni deleteri che si ripercuoterebbero su tutto il resto della monoposto.

Elaborati i turning vanes (freccia verde) che procedono dal musetto fin sotto l’abitacolo, sviluppando il concetto di casa Mercedes delle zanne, quasi a simulare un vero e proprio diffusore.

Sospensione anteriore con il classico schema push-rod, ma con il braccio superiore sollevato per mezzo del Pivot (in azzurro), con il chiaro scopo di alzare tutti i cinematismi e pulire la zona sottostante dedicata ai bargeboard; nella stessa direzione va anche il braccio inferiore, quasi allineato al tirante dello sterzo (in verde).

Curiose le prese dei freni, ad "orecchio" (freccia arancio), dotate di numerosi setti per meglio direzionare l’aria in zone specifiche dell’impianto frenante.

Anche in McLaren hanno adottato dei cerchi dotati di razze e piccoli soffiaggi (freccia gialla)  per cercare di estrarre meglio il calore e ovviare alla mancanza dei mozzi forati.

Elaborati e ricercati i bargeboard che, oltre alle classiche seghettature verticali e lamelle sul marciapiede, prevedono un deviatore a ponte (freccia gialla) il quale, lavorando in sinergia con la struttura principale, devia e prepara il flusso per la zona delle pance e la svasatura del fondo vettura; sicuramente questa soluzione verrà studiata attentamente e copiata da diversi team.

Interessante anche la conformazione dei deflettori ai lati delle pance (freccia verde), ancorati superiormente con la carenatura del cono anti-intrusione, mentre sotto si agganciano con lo scasso delle pance.

Anche in McLaren si è deciso di dotare gli specchietti di due supporti (frecce rosse), uno obliquo e l’altro verticale che si aggancia sulla pancia: quest’ultima presenta un ingresso più grande rispetto la passata stagione (freccia rossa) ed è sormontata da un flap (freccia verde), di scuola Red Bull, che termina con piccolo nolder per rinforzare il passaggio dell’aria.

L’airbox presenta una forma ad ogiva (freccia azzurra) e, al suo interno, diverse canalizzazioni per portare aria all’intera Power Unit, mentre è scomparsa la pinna sulla dorsale del cofano motore, fattaa eccezione per un mini profilo (freccia rossa), così come la Deck-Wing per migliorare il coefficiente aerodinamico.

Le pance, fatta eccezione per il generoso sottosquadro, non presentano una discesa repentina, ma più graduale (in viola), segno che a Woking vogliono evitare i problemi di fluidodinamica interna che nella passata stagione hanno causato diverse bruciature sulla carrozzeria. La zona coca cola è molto ampia, mente il fondo piatto (freccia arancio) è dotato dei canali con le soffiature (inizialmente due, che poi diventano tre), mentre in prossimità degli pneumatici sono presenti le soffiature per gestire il tyre squirt.

Le sospensioni posteriori presentano il classico schema pull-rod con il braccio superiore che presenta un vistoso Bracket (freccia azzurra) per migliorare l’aerodinamica del retrotreno, mentre il braccio inferiore è accoppiato al semiasse.

Anche la McLaren ha adottato la soluzione del doppio pilone per sorreggere l’alettone posteriore (freccia verde), mentre lo scarico è quasi carenato dal lembo di carrozzeria del cofano motore. Il profilo principale dell’alettone presenta una forma leggermente a cucchiaio, mentre gli endplate presentano le frange a mezzeria e sul fondo per aumentare l’efficienza del diffusore.

In McLaren, come ci si poteva aspettare, si è cercato di rivoluzionare il più possibile la monoposto per cercare di invertire la tendenza che, da ormai troppe stagioni, sta relegando la scuderia sul fondo della griglia. Si lavora soprattutto cercando di carpire le soluzioni migliori degli avversari e di valorizzare le giuste intuizioni trovate a Woking: non a caso, fino alla passata stagione, in McLaren si sono vantati di avere il miglior telaio della Formula 1, secondo solo alla Red Bull.

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano