E' stato un fiume in piena Sergio Marchionne, presidente della Ferrari, il quale nella consueta conferenza stampa pre-natalizia ha toccato vari argomenti, non risparmiando frecciate nemmeno tanto velate a Federazione ed avversari. Non propriamente in spirito natalizio le parole del manager, che ha anche minacciato un abbandono dalla corse per il Cavallino: “Se la Formula Uno diventa una roba tipo la Nascar, la Ferrari si ritira. Dalla Nascar ho ritirato anche la Chrysler, non mi interessano corse slegate dalle logiche della produzione industriale, noi corriamo da sempre per sperimentare, per progredire. Comunque non credo ci sia qualcuno che ci voglia fuori dai Gran Premi. Non ho questa sensazione. Ma se accadesse noi andremmo a correre altrove e troveremmo altrove il modo di appagare il nostro Dna per la competizione, per la ricerca, per lo sviluppo”.

 

Poi parte l'attacco diretto a Ecclestone, Todt e le regole dell'attuale Formula 1: "Todt ed Ecclestone non hanno il diritto di mettere in discussione il nostro veto. Non esiste che il regolatore, sia esso la FIA o la FOM, possa intervenire sulle politiche di investimento dei costruttori. La power unit l’hanno voluta loro. Tra l’altro era una idea di Mosley e aveva ragione, perché ormai è chiaro che il futuro dell’industria auto è nell’ibrido, a maggior ragione dopo l’accordo recentissimo di Parigi. Non è vero che io sono ostile all’ibrido. Io non credo nella produzione di macchine interamente elettriche, è un’altra cosa. Le posizioni più estreme di Todt e di Ecclestone non sono legalmente sostenibili. La Mercedes la pensa come noi, la Renault anche, la Honda non so ma non credo che i giapponesi ragionino diversamente. Le regole della F1 sono troppo complicate anche per un super esperto. Noi nel 2015 abbiamo salvato la pellaccia grazie ad una interpretazione sui gettoni. A volte un bravo avvocato serve più di un ingegnere, non ha senso. Comunque i quattro ubriachi al bar di cui parlai un anno fa, a proposito di norme, mi sembra che ora bevano un po’ meno”.

Capitolo motori e critica alla Red Bull: "Non ho dato i motori alla Red Bull perché non capivo per quale motivo, ad una azienda piena di risorse per telaio e aerodinamica, io dovessi dare la power unit. A me non frega niente di battere la Mercedes come Red Bull-Ferrari, io voglio che sia la Ferrari in quanto tale a battere la Mercedes. Inoltre, senza entrare nel merito, non è che la Red Bull con Renault abbia tenuto un atteggiamento esemplare. Motori? Non è un problema che può essere scaricato a livello di responsabilità sui grandi costruttori. Alla Ferrari, così come alla Mercedes, la Formula 1 costa parecchio e siccome la fornitura dei propulsori fa parte del nostro business, non è pensabile che ci possa venire imposto un costo. Spendendo risorse notevoli per progettarli e realizzarli, è giusto che dalla fornitura delle power unit si possa prevedere un ritorno economico conveniente. E’ un problema che deve risolvere la Fom, la quale può cercare un costruttore in grado di realizzare una unità propulsiva secondo le caratteristiche del regolamento attuale, pagandolo. Non è nemmeno pensabile di ritornare ai motori aspirati,quando lo stesso presidente della Fia, Jean Todt, ha voluto imboccare la strada della propulsione ibrida che rispecchia l’orientamento seguito da tutto il mondo della produzione di serie. Rinunciare oggi ai motori ibridi sarebbe come rinunciare ai telefoni cellulari: inconcepibile, inaccettabile, per cui qualsiasi soluzione venga immaginata per le squadre minori, dovrà rispettare gli attuali regolamenti, anche per evitare la creazione di due campionati con motori diversi”.

Il Presidente della Ferrari stila anche un bilancio del 2015 appena concluso, tracciando anche gli obiettivi per il 2016: "Il nostro 2015 è stato grandissimo, forse si poteva vincere almeno una gara in più. Abbiamo fatto un paio di errori, ma sono contento. Ho in ufficio la foto della partenza in Ungheria, è stata incredibile, un’emozione straordinaria. A Detroit e a Torino ho anche la foto della monoposto di Hamilton e di Rosberg. La guardo spesso e sono terrorizzato. Ma siamo qui a lavorare per batterli già a Melbourne. Vedremo di cosa saranno capaci loro e di cosa saremo capaci noi. Io non dimentico che di solito la Ferrari i campionati li perde d’inverno… Zetsche, il presidente di Stoccarda, è un mio amico. Ho notato che da un po’ di tempo parla di noi con meno arroganza. Spero di renderlo più consapevole dei nostri meriti. Io la Mercedes la temo, ma non ho paura di nessuno". E sempre riguardo la Casa campione del mondo, non poteva mancare la precisazione riguardo la spy story che vedrebbe coinvolto il presunto neo-acquisto Ferrari, l'ingegnere Ben Hoyle: "Mai conosciuto l’ingegner Hoyle, mai ricevuto dati riservati sulla power unit Mercedes. E’ stata una furbata di un avvocato troppo scaltro, ma gli faremo passare la voglia di mettere in mezzo la Ferrari dove la Ferrari non c’entra niente".

Non poteva non mancare una stilettata verso Fernando Alonso: "Sebastian Vettel si è rivolto a oltre mille persone con un discorso preparato in perfetta lingua italiana: è stato segno di grande rispetto e di attaccamento alla squadra. Dopo un solo anno trascorso a Maranello, Vettel è più ferrarista di quanto lo fosse Fernando Alonso dopo cinque anni. Sebastian ha dimostrato quanto voglia anteporre sempre il team ai propri interessi".

Chiusura del lunghissimo intervento del Presidente con la voce che vorrebbe l'Alfa Romeo rientrare nel Circus. Ecco le parole in proposito: "Il marchio Alfa Romeo è incredibile come resti nel cuore della gente. Proprio per questo stiamo pensando a un suo ritorno, come nostro competitor, nelle corse, alla F1. Mi sono sempre augurato che arrivassero più costruttori in Formula 1, ai tempi avevo incoraggiato Volkswagen e General Motors. Farebbe bene allo sport, farebbe bene a loro, farebbe bene a noi".

E farebbe bene anche ad una Formula 1 sempre più al centro dell'attenzione più per le vicende politiche che per quelle sportive, invogliando così le Case Costruttrici ad avvicinarsi al Circus piuttosto che cercare fortuna in altri lidi, come la Formula E.

Vincenzo Buonpane

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