Non è uomo capace di uscire sconfitto Niki Lauda. Nè in pista nè nella vita. L'ha dimostrato nel 1976 dopo l'incidente al Nurburgring che l'ha lasciato in fin di vita. Lo dimostra ancora una volta oggi, nel 2018 e a 69 anni, dopo il trapianto di polmone subito in estate. Se al volante della Ferrari l'imperativo era tornare in pista per vincere il titolo, ora segue la lotta dai box come dirigente della scuderia Mercedes, di cui possiede il 10% delle azioni. "Non ho perso un solo Gran Premio, anche se ero in compagnia di tante flebo. Ho assistito a tutte le gare, ho telefonato al box durante i fine settimana, mi hanno sempre detto quello che accadeva. Era come trovarmi insieme agli altri a bordo pista. Devo dire che ho scoperto una volta di più il calore delle persone con le quali sto lavorando da anni. Tutti bravi, tutti preoccupati per me".

La vicinanza del mondo della Formula 1 non è certo mancata, culminata dalla lettera molto emozionante che gli ha inviato Sebastian Vettel scrivendola di suo pugno. "Una lettera piena di belle parole, di considerazioni affettuose. Non me l’aspettavo" confessa Lauda, "di solito i piloti non fanno queste cose, guidano e basta. Ma lui è una bella persona. Sì, ha avuto momenti difficili e di sconforto, lo sappiamo, ma sarebbe assurdo metterlo in discussione. Si riprenderà, un campione non dimentica mai come si guida. Tornerà forte come sempre e sarà ancora lui il grande rivale di Hamilton nel 2019". Tesse le lodi del suo pilota Niki, che di campioni del mondo ne ha conosciuti e sconfitti parecchi: "È stato eccezionale, ha vinto il mondia­le più difficile perché spesso la Ferrari è stata migliore di noi. Ma lui non ha commesso un errore. Tra una gara e l’altra, o anche tra le qualifiche e il Gran Premio in corso, mi tele­fonava, mi ragguagliava. Come ha fatto pure Toto, come hanno fatto altri che ringra­zio".

Una sfida, quella affrontata da Lauda, che ricorda per veemenza e tenacia i tanti duelli che Lauda ha vissuto in pista e passati alla storia. "Sono stato in ospedale sino a due giorni fa" racconta Niki, "poi ho avuto il permesso di tornarmene a casa e sono volato nella mia abitazione di Ibiza dove tra­scorrerò il Natale con tutta la mia grande e affettuosa fami­glia. Devo però sottopormi a sei ore di training al giorno, assistito da due preparatori che non mi lasciano neppure per un istante. Ma trovarmi tra le mie mura è un’altra co­sa, l’aria qui è pulita, il clima non è inclemente come in Au­stria. In un mese, mi hanno detto, dovrei essere pienamente in forma e pronto la vita di sempre, quindi seguirò i gran premi come prima, perché no?". Passano gli anni ma la stoffa non cambia. Il mondo della F1 riceve un bel regalo per Natale. Auguri Niki!

Stefano De Nicolo'

 

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