Sono ore decisive per stabilire gli sviluppi del futuro regolamento tecnico del Mondiale di Formula 1. Un'attesa che potrebbe risultare determinante ai fini della permanenza del gruppo Red Bull nella massima categoria, ma dalla quale potrebbero scaturire interessanti novità capaci di restituire maggiore equilibrio tra le forze presenti attualmente in campo. Come noto, la scuderia di Milton Keynes è ancora alle prese con l'annosa ricerca di una Power Unit competitiva per la prossima stagione, dopo aver ufficializzato la rottura con Renault ed aver dovuto incassare i "no" prima da parte di Mercedes e poi (almeno per il momento) anche dalla Ferrari. Un accordo, quello col Cavallino, che sembra ormai fatto per quanto riguarda invece la Toro Rosso, la quale ha accettato le condizioni imposte da Maranello che a sua volta ha consentito di mettere a disposizione dei team clienti nella prossima stagione soltanto le ultime specifiche delle Power Unit in versione 2015. Una condizione inaccettabile per la Red Bull, la quale pretende al contrario parità di trattamento dal proprio partner, pena l'abbandono della Formula 1 con inevitabili e facilmente immaginabili ripercussioni su tutto l'ambiente delle corse. Una guerra di potere, politica e sportiva: un vero e proprio braccio di ferro, nel quale però è intervenuta a gamba tesa la Federazione Internazionale.

E' notizia di queste ore, infatti, l'intervento della FIA tramite l'emanazione un'apposita norma che impone di fornire, nel periodo 2016-2020, ai team clienti la medesima specifica di propulsori utilizzata dalle case madri. In pratica, Mercedes e Ferrari (più eventualmente Renault e Honda) saranno obbligate a mettere a disposizione delle varie scuderie le medesime Power Unit utilizzate dai rispettivi team "ufficiali". Un vero e proprio colpo di mano, che consentirebbe alla Red Bull di veder ascoltate le proprie pretese, scongiurando il rischio di un eventuale abbandono del gruppo di Mateschitz in caso di mancato accordo. Secondo quanto sottolineato dall'articolo 23.5 del Regolamento Sportivo, infatti, "solo le Power Unit che saranno identiche a quelle omologate dalla FIA in conformità con l'appendice 4 del regolamento potranno essere utilizzate in un evento previsto tra le stagioni 2016 e 2020". Una regola che comunque, pur impedendo di fornire specifiche "datate", non vieterà ai fornitori di motori di utilizzare una migliore mappatura o prodotti combustibili più evoluti per garantire una maggiore competitività ai propri team ufficiali.

Ma tutto potrebbe ancora cambiare, visto che nella giornata di domani avrà luogo un importante meeting che coinvolgerà i vari team principal e i rappresentanti dei fornitori di PU. In caso di accordo unanime, infatti, questa regola potrà essere modificata in base a quanto previsto dall'articolo 1.2: "Le presenti novità del Regolamento Sportivo, emanate il 30 Settembre 2015, potranno essere modificate solo dopo questa data con l'accordo unanime di tutti i concorrenti iscritti al Campionato 2016, tranne che per modifiche apportate dalla FIA per motivi di sicurezza che potranno entrare in vigore in qualsiasi momento e senza preavviso". In ogni caso, la giornata di domani potrà rivelarsi di fondamentale importanza anche per altri motivi. Al centro del dibattito, infatti, vi saranno anche le limitazioni allo sviluppo delle Power Unit per quanto riguarda la stagione 2016, un aspetto che (insieme al congelamento imposto dal regolamento) sta innegabilmente contribuendo a mantenere uno stato di disparità evidente nelle prestazioni in pista, a tutto svantaggio dell'equilibrio e dello spettacolo. Per tentare di trovare una soluzione allo strapotere Mercedes, la concorrenza punta su una liberalizzazione degli upgrade durante la prossima annata, che consentirebbe a Ferrari, Renault e Honda di fare quei passi avanti indispensabili dal punto di vista prestazionale per potersi avvicinare alla casa tedesca.

Occorre sottolineare, infatti, che nonostante i famosi "gettoni" a disposizione delle varie scuderie, alcune aree rimangono off-limits per quanto riguarda lo sviluppo: nello specifico, secondo proprio l'Appendice 4 del regolamento, esse riguardano il basamento inferiore e posteriore, la cover e il sistema di comando delle valvole. Viste le ulteriori restrizioni che entreranno in vigore a partire dal 2017, le quali limiteranno ulteriormente la capacità di sviluppo, verrà discussa la possibilità di liberalizzare le aree di intervento, sempre passando attraverso l'unanimità dei vari Costruttori. La Mercedes, da questo punto di vista, si è mostrata aperta al dialogo nel comune interesse di restituire maggiore vivacità ai Gran Premi, pur nella consapevolezza di non voler eccedere nelle "concessioni" ai propri rivali. Staremo a vedere: i nodi stanno venendo al pettine, anche se sarà tutt'altro che facile trovare un accordo che soddisfi tutte le parti (ed i rispettivi interessi) in causa.

Marco Privitera

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