Con la prima conferenza stampa è iniziata ufficialmente la stagione dei Gran Premi 2016. Come di consueto, la prima tappa del viaggio mondiale inizia da Melbourne, più precisamente all’Albert Park, sede del Gran Premio da ormai vent’anni. Ad inaugurare questa conferenza è stato il padrone di casa, Daniel Ricciardo. Il sorridente australiano si è detto trepidante di poter scendere finalmente in pista per una gara, dopo i mesi di riposo invernale.

“È sempre emozionante tornare a casa e correre davanti al tuo pubblico, mi capita ogni anno che torno in Australia. Al momento poi siamo anche fortunati, Melbourne è splendida con il sole e il meteo ci sta assistendo" ha dichiarato Daniel, il quale parlando del week end ha poi aggiunto: "Credo che il nostro punto di forza sia la lunga distanza. Gli short-run rappresentano ancora un problemino per la nostra vettura…penso che in qualifica non saremo competitivi quanto in gara. Vedremo cosa succederà. Al momento non so nemmeno io cosa aspettarmi, il tempo fornirà risposte a tutti quanti.”

Subito dopo Daniel il microfono si è spostato su un rientrante del Circus: il pilota della Haas, Esteban Gutierrez. La prima domanda rivolta al messicano è stata a riguardo del suo anno in rosso: “Beh, che dire. Sicuramente l’anno passato in Ferrari mi ha fatto crescere. Avere un esempio come lui (riferimento a Vettel) è fantastico. Inoltre, stare lontano dalle piste la domenica per così tanto tempo mi ha permesso di tornare più “affamato” che mai. Sono pronto a tirare fuori il meglio, da me e dalla macchina.”

Terzo interpellato il giovane pioniere della Formula 1: Rio Haryanto. L’indonesiano ha commentato questo suo esordio come estremamente emozionante. Sente, come è naturale che sia, la pressione e l’affetto che tutto il suo paese gli trasmette. L’importante per il 23enne, come dichiarato da lui stesso, sarà di mantenere i piedi per terra e imparare a misurarsi con una competizione come la Formula 1. Haryanto però non è l’unico rookie in griglia in questo 2016. Saranno infatti tre gli esordienti: lo steso indonesiano, il suo compagno Pascal Wehrlein e il campione GP2 2014, Jolyon Palmer. Ed è proprio l’alfiere della rientrante Renault che ha preso la parola dopo Haryanto: “La miglior cosa di essere un pilota di Formula 1? Beh, correre in Formula1! Ammetto di essere rimasto un po' frustrato lo scorso anno per non esser riuscito a trovare un sedile ufficiale dopo la GP2. Comunque ho imparato molto nell’anno in Lotus, lo scorso anno c’ero qui a Melbourne e ho vissuto il clima del GP, ero solo una riserva ma c’ero."

Lo scorso anno eri in Lotus - è stato domandato al britannico - quest’anno quel team si è trasformato nel Renault F1 Team. Cosa vi aspettate da questa stagione? “Dunque, è difficile risponderti così su due piedi. La situazione in Lotus era molto intricata, specialmente dopo il termine della stagione, per questo abbiamo avuto dei ritardi inevitabili. Le aspettative sono basse e quest’anno verrà utilizzato come base per iniziare a fondare un progetto. Dobbiamo creare delle basi solide, lavorare bene e poi sono certo che verrà fuori un buon team. Il potenziale non ci manca.”

E' arrivato dunque il turno del campione del mondo, Lewis Hamilton. L’inglese è stato di poche parole: affermazioni sintetiche e nessuna fuori posto. Insomma, Lewis è già concentrato sulla pista ed è è parso che volesse terminare questa conferenza al più presto possibile per lavorare sulla sua W07. Il tre volte iridato ha semplicemente dichiarato che tutti in questo sport sono sempre alla ricerca del giro perfetto, della gara perfetta e che un pilota di F1 ha come obiettivo principale quello di alzare sempre il proprio livello di competitività.

Ultimo, ma non per importanza, Sebastian Vettel. Il ferrarista si è visto domandare dalla stampa se quest’anno ci siano le potenzialità per poter finalmente spodestare il regno incontrastato di Hamilton e della Mercedes. “Credo di sì - secco e senza giri di parole l’esordio del tedesco - stiamo facendo progressi, come li abbiamo fatti lo scorso anno, io credo che quest’inverno sia stato fatto un step importante. Il nostro obiettivo di stagione sarà di ribaltare le gerarchie, anche se non credo sia una sorpresa dire che le Mercedes siano ancora le favorite per questa stagione. Noi cercheremo di diventarlo per il futuro più prossimo. Bisognerà comunque aspettare le prime 3, forse 4 corse, per poter avere un’idea realistica delle forze in campo.”

Beh, Sebastian - gli è stato chiesto - non è cosi difficile vedere dove stia il vostro problema. La Ferrari ha sempre subìto le avversarie in qualifica negli ultimi anni. Quando i rivali eravate tu e la Red Bull, poi Lewis con la Mercedes, a Maranello sono riusciti a conquistare solamente cinque pole in sei anni. Credi che la tua squadra quindi si sia concentrata per fornirti un pacchetto più competitivo in qualifica? “Beh, di solito il pacchetto qualifica, come lo hai chiamato tu, è solamente questione di cronometro. Quando migliori la tua macchina, migliori l’aerodinamica, migliori il motore e tutto il resto, migliori anche in qualifica. Come ho già detto la qualifica è solamente la prestazione grezza della macchina e sappiamo di essere ancora leggermente dietro alle Mercedes. Naturalmente abbiamo cercato di ridurre la distanza presente lo scorso anno. Non ho ancora però una risposta secca alla tua domanda, ci sono ancora molte variabili da calcolare. Quello che posso dirti è che in Ferrari sappiamo tutti dove vogliamo stare, quindi passo dopo passo, decimo dopo decimo speriamo di arrivare a conquistare pole una dopo l’altra.”

Per concludere, un divertente siparietto tra Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo, nato dopo una domanda posta da un rappresentante della stampa tedesca. Il giornalista della testata in questione ha chiesto a Sebastian il perchè avesse deciso di chiamate proprio Margherita la sua nuova vettura: “Hai forse deciso il nome in una pizzeria?”, la domanda posta da Lennard Brenke. Vettel: “Non è nata dopo una pizza quest’idea. È un nome italiano prima di tutto, quindi credo..". “Come l’hai chiamata?" è intervenuto Ricciardo”. “Margherita”, la risposta di Sebastian. “Ma è un Cocktail!” “No Daniel, come stavo dicendo, la prima cosa che viene in mente non è di certo una pizza, ma un nome”.
“Quindi perché Margherita?” ha domandato Brenke. “Perchè è una pizza!!” replica secca di Daniel. “No, perchè è un cocktail!” ha ribattuto Sebastian. “No, davvero ci sono state diverse ragioni per questo nome. Lo facciamo ogni anno di dare un nome alla macchina. Lo scorso anno era Eva, quest’anno Margherita.”

Alessandro Gazzoni