Start blindato: al via ci si aspettava forse qualche miracolo dalle due Rosse, abituate ad uno spunto fulmineo allo spegnersi dei semafori. In Brasile invece così non è stato, con entrambe le Ferrari a cedere posizioni alla prima curva. A dirla tutta però non è stato esattamente uno start infelice, in quanto i primissimi metri degli alfieri rossi sono stati all’altezza della concorrenza, salvo poi dover cedere qualche giro di pneumatico in trazione a causa della mescola più dura rispetto agli altri. In aggiunta, a farla da padrona è stata la solita perfetta gestione Mercedes, che ha contemporaneamente usato Lewis come tappo di lusso davanti a Vettel all’interno di curva 1, mentre Valtteri allungava la frenata chiudendo ogni pertugio anche sul lato esterno, portandosi facilmente in seconda posizione. Grande inizio di corsa anche per il solito folle Verstappen, che fa capire sin dai primi istanti di far parte della lotta, ingaggiandosi immediatamente contro Kimi.

Valtteri tappo, Sebastian lento, Max pazzo: sono questi gli aggettivi giusti per descrivere il primo stint di gara. Come al solito, infatti, abbiamo assistito allo sporco lavoro che da un’intera stagione porta avanti il povero Bottas, ancora una volta a fare da tappo per cercare di contrastare la possibile avanzata Ferrari, anche se in quest’occasione i problemi con la gestione delle gomme non avrebbero comunque permesso al finlandese di andare più forte. Durante le prime tornate, a causa di Valtteri, gli inseguitori perdono “una vita” dal leader Hamilton, con Vettel visibilmente in affanno, che si ritrova costretto a cedere la posizione sia al compagno Raikkonen che a Verstappen e mai in grado durante la corsa di tenere il passo del primi. Con questo sfondo, l’eroe di giornata inizia ad essere di nuovo lui: “Paz” Verstappen. Il figlio di Jos come sempre è indemoniato e assalta praticamente ogni cosa gli si pari davanti, portandosi in breve tempo a ridosso di Hamilton, per sopravanzarlo poi dopo la sosta ai box.

Ocon… perche? Tra i tanti episodi che hanno caratterizzato la gara brasiliana, quello più grave e inspiegabile è sicuramente il contatto tra il leader Verstappen e il “doppiato” Ocon. Esatto, avete letto bene: Ocon era doppiato. Siamo a poco più di metà della corsa, e Max Verstappen è saldamente al comando. Nulla sembra poter fermare l’olandesino da un’altra incredibile vittoria, grazie ad un passo inarrivabile per chiunque altro e ad una Red Bull mai così in forma. Tutto sembra già scritto insomma, se non fosse per il francese della Force India che in quel momento viaggia con un giro di ritardo. Ocon monta gomme nuove, e ritrovandosi risucchiato dalla scia di Max decide di tentare un improbabile sorpasso. Se già questo non bastasse (ricordiamo che il doppiato “non” supera il leader della corsa, se non in condizioni assolutamente particolari), il pupillo di Toto Wolff lo fa nel peggiore dei modi, compiendo quel tipo di manovre cattive che fai se sei in lotta con un tuo pari per conquistare magari un punticino in più. Il pilota in rosa infatti tira al limite la staccata di curva uno, e tenta un violento sinistra/destra per sopravanzare l’avversario portandolo largo in curva 2. Il torello ovviamente non si aspetta una “sciacallata” simile da un doppiato e chiude la traiettoria per impostare al meglio la curva. Il botto è inevitabile: sia Max che Esteban finiscono in testacoda, con la Red Bull numero 33 che riporta danni al fondo e si ritrova costretta a cedere il passo a Lewis Hamilton, lasciando così al rivale una vittoria che ormai era al sicuro. Ovvie le successive reazioni del figlio di Jos nel dopogara, che alla pesa va in escandescenza e spintona il francese trattenendosi dal colpirlo. Caro Esteban, forse è giusto che la prossima debba essere la tua ultima gara in Formula Uno. Sarai anche veloce, ma a Interlagos hai fatto un errore imperdonabile.

Ma la FIA esiste ancora? Dai, sembrerà provocatoria ma ce lo siamo chiesto tutti. Cioè, le fanno ancora le bandiere nere o ormai sono solo un’antica leggenda? Come si fa a punire la manovra di Ocon con una penalità di 10 secondi, se tanto il francese era già fuori zona punti? Che cosa avrebbe perso esattamente con questa “punizione”? Come dovrebbe sentirsi appagato Verstappen da questo? E perché dunque un altro pilota, in condizioni simili, non dovrebbe compiere un gesto identico? Che poi è lo stesso discorso per la mancata investigazione alla manovra di Hamilton in qualifica. Vogliamo parlarne? Dai su, siamo ai limiti del ridicolo.

A caccia del record: chiudiamo i Focus di questa settimana con un dato importante, ovvero la vittoria numero 72 di Lewis Hamilton. Quello che sembrava un record ineguagliabile, ovvero le 91 vittorie di maestà Schumacher, non sono più un miraggio, ed Hamilton sta veramente rischiando di lasciare un’impronta storica e indelebile negli annali dei prossimi lustri. Se ci aggiungiamo poi che la Mercedes ha fatto un filotto da 5 alla voce “titolo costruttori” portandosi a -1 dal record Ferrari del periodo d’oro del mostro di Kerpen, dovremmo avere la misura di quello che i tedeschi stanno riuscendo a mettere insieme. Chapeau!

Appuntamento ad Abu Dhabi, per chiudere il sipario con una stagione che ci ha regalato ancora più emozioni di quelle che ci saremmo potuti attendere.

Daniel Limardi