LIBERTY MEDIA: il colosso americano, organizzatore di eventi, è riuscito nel doppio risultato di scontentare addetti ai lavori e appassionati. Sembrava entrato in punta di piedi in un meccanismo solo apparentemente perfetto, annunciando grandi cambiamenti solo ad avvenuta comprensione del mondo dorato dei motori. Poi, qualcuno deve aver frainteso e la montagna ha partorito il topolino. Via le “Grid Girls”, offensive per il pudore e il rispetto della donna: saranno anche i tempi moderni, sarà pure vero che la mercificazione del corpo della donna è un tema serio e delicato, ma per un appassionato di F1, crediamo non fosse il tema centrale. Sapere che non vi saranno queste belle ragazze, in cerca di un fotogramma da esibire in un curriculum a destinazione mediatica, non toglierà il sonno a nessuno. Segue lo slittamento in avanti dell’orario di partenza (di...un’ora e 10 minuti), anche questo frutto delle pressanti richieste di tutto il mondo motoristico. Poi, le nuove regole tecniche a partire dal 2021, che solo a ventilarle sono riuscite a mettere d’accordo il diavolo e l’acqua santa, vale a dire Ferrari e McLaren: “Dalle conversazioni che ho avuto con Sergio e Toto – afferma Zak Brown - ho dedotto che abbiamo moltissime idee in comune nella visione strategica del futuro della F1. Vogliamo tutti restare in questo sport, ma Liberty Media e FIA devono affrontare velocemente i problemi e mettere sul tavolo al più presto le loro idee in modo concreto, come ha chiesto Marchionne“. Tradotto: avere tante vetture tutte uguali, con nomi diversi e marchi diversi (e colori diversi), non fa parte di questo sport.

MCLAREN: il passaggio da Honda a Renault sembra aver dato al “team papaya” nuova linfa, ma non una nuova immagine. La vettura appare veloce ma, anche quest’anno, il palmares della vettura con meno km di test all’attivo è quella di Woking che è stata spesso oggetto di scherno su Twitter da parte dei team rivali, attraverso divertenti botta e risposta degli uffici stampa. Dovessero trovare quell’affidabilità che negli ultimi anni è stata dimenticata e/o rincorsa inutilmente, potranno puntare a qualche risultato di rilievo, posto che un Fernando Alonso con una macchina competitiva non permette a nessuno di dormire tranquillo.

TORO ROSSO: la nuova motorizzazione Honda, che tanto destava sospetti e timori, sembra talmente buona che la Red Bull Racing sarebbe intenzionata a non esercitare l’opzione sui motori Renault (Tag-Heuer) per il prossimo anno. Honda è stata capace di percorrere 3.826 chilometri in otto giorni di test con un solo inconveniente di tipo meccanico, mentre sul versante prestazioni è difficile avere un’idea precisa in un “midfield” così serrato e agguerrito. Il team si dice fiducioso di portare a casa punti già dalla prima uscita ufficiale. Per il momento i cartonati dei piloti in versione “manga”, da soli, valgono un punto di incoraggiamento.

ALFA ROMEO SAUBER: il ritorno del marchio storico, vincitore del primo mondiale F1 targato 1950, dona fascino all’ardua sfida che aspetta gli uomini della Sauber, ossia lasciare l’ultimo posto in classifica conquistato a mani basse lo scorso anno. La motorizzazione Alfa Romeo (che è il Ferrari versione 2018), sarà il punto di forza della nuova C37, unitamente alle conoscenze portate in dote dall’ing. Furbatto, veterano del Circus nonostante la giovane età. Da tenere d’occhio l’arrembante Charles Leclerc al suo esordio nella massima serie che, nei test, ha dimostrato grande velocità, ma anche molte sbavature. Avrà tempo e modo di correggersi durante la sua prima stagione. Leggendo tra le righe: "Penso che Charles debba concentrarsi sul suo lavoro giorno dopo giorno, con tranquillità. Lo scenario peggiore sarebbe quello di iniziare a pensare al futuro, a cosa potrebbe accadere nel 2020, o cose simili - ha detto Vasseur - deve concentrarsi sul lavoro attuale con gli ingegneri Sauber e non pensare a quelli Ferrari".

WILLIAMS: se è vero che i test non hanno evidenziato particolari handicap per la squadra di Grove, è altrettanto vero che non hanno mostrato alcun punto di forza. Sono anni ormai che la compagine pluri-titolata non azzecca una mossa. L’auto appare poco stabile e sembra aver perso anche la velocità di punta che era l’unica freccia al suo arco. Se aggiungiamo che i piloti titolari non appaiono minimamente all’altezza di sviluppare una monoposto così complessa, oltre all’annuncio di separazione dal main sponsor Martini, le nubi all’orizzonte appaiono più scure che mai.

FORCE INDIA: è la vera incognita del lotto. Costantemente sulla bocca di tutti per i problemi finanziari del suo fondatore e per l’imminente vendita a non si sa bene quale azienda disposta ad investire 200 milioni d dollari, quanto visto finora in pista fa pensare che quest’anno sarà difficile difendere il quarto posto nella classifica costruttori. Le “pantere rosa” avranno presto l’occasione di smentirci, potendo contare su due piloti di indiscutibile valore.

HAAS: il team, lo dicono tutti, ha fatto un passo avanti molto consistente. Le malelingue parlano di una SF70H con livrea Haas. A centrogruppo ci sono Toro Rosso, Williams, Renault, McLaren ed è difficile collocarla rispetto ai suoi competitor. La squadra è comunque ottimista. Gunther Steiner ha rifiutato le ingerenze Ferrari nel far girare Giovinazzi, elemento mai digerito serenamente dal DS altoatesino nel corso del 2017. L’obiettivo è, indiscutibilmente, quello di risalire la classifica costruttori.

RENAULT: nel 2018 vogliono progredire e diventare gradualmente più forti dei rivali più diretti, vale a dire Force India, McLaren e Williams su tutti. Alain Prost “o cauteloso” (come lo nominava una certa stampa brasiliana ai tempi dei duelli con Senna) non esclude la possibilità di vedere la “teiera gialla” salire sul podio. Al di là di obiettivi specifici, la ristrutturazione del team sta continuando, aumenta il personale e la fabbrica di Enstone si sta aggiornando così come sarà per Viry. Quando saranno ricompensati gli sforzi non è dato sapere, fermo restando che con Carlos Sainz e Nico Hulkenberg non potranno usare la scusa dei piloti per giustificare un eventuale fallimento.

MERCEDES: si avvicina il GP di Melbourne e con esso anche la firma del contratto di Lewis Hamilton. Nell’aria si sente odore di un biennale, per arrivare al fatidico 2020 in cui saranno tutti liberi di scegliere se continuare o meno in questo sodalizio che ha dato tanto ad entrambe le parti. In questo modo, Hamilton potrà decidere se puntare su una nuova, ultima avventura in F1 o se darsi alla vita fuori dai GP e, la Mercedes potrà pianificare il post-Hammer, alla luce di una platea molto ricca di giovani talentuosi come Esteban Ocon, Pascal Wehrlein o George Russell (anche se quest’ultimo deve ancora crescere nelle serie minori). La differenza la faranno i risultati in pista. Per la cronaca, i risultati sembrano l’ultima delle preoccupazioni al momento...

FERRARI: fortunatamente non parte con i favori della cronaca e in molti si sono spesi ad incensare il lavoro Mercedes. Posto che l’ufficio stampa della Scuderia non brilla per loquacità, si è colto che i due piloti sono soddisfatti del nuovo pacchetto e del comportamento della vettura. Se è vero che è più complessa da mettere a punto, darà anche maggiori soddisfazioni quando raggiungerà l’obiettivo sperato. Speriamo solo che i risultati arrivino già da Melbourne. Ma, come insegna Prost, meglio essere cauti...

RED BULL RACING: come per la sua livrea di presentazione “camo-bull” la RBR è la vettura, tra le tre di testa, che desta sempre maggiore curiosità. Non è veloce sui tempi dei long-run e non stacca un giro secco degno di nota, ma viene additata come la vettura che genera maggiore carico e che porta maggiore velocità in curva anche rispetto all’armata invincibile Mercedes. L’augurio è che sia vero, a patto che il tanto vituperato motore Tag-Heuer regga le sollecitazioni di un telaio che, sulla carta, è il migliore. Non da ultime, le voci del paddock dicono che la Red Bull vorrebbe legarsi alla Honda, ma non per più di un paio d’anni, per avere eventualmente le mani libere nel 2021 quando dovrebbe essere rivisto il regolamento sulle motorizzazioni. Ma queste sono voci da piena estate. Godiamoci, per ora, la primavera...

Michele Bertolini

 

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