5° posto: LH a Silverstone
Sportivamente parlando (e statistiche alla mano) è impossibile trovare un risultato del 2018 non all'altezza o migliorabile per Lewis Hamilton, ma il flop non si trova esclusivamente nei piazzamenti sotto la bandiera a scacchi, ma si annida dovunque. In questo caso in una dichiarazione incauta: subito dopo la conclusione del GP d'Inghilterra, infatti, l'inglese evoca un complotto ordito dalla Rossa nei suoi confronti (al via era stato tamponato da Raikkonen, arrivato lungo sbagliando il punto di frenata). Chiaramente arrivare secondi a casa propria, per lo più con la gara compromessa non per propri demeriti, darebbe fastidio un po' a tutti e ci può stare una dichiarazione a caldo un po' piccata: quindi, più che altro, il flop sta nel fatto di aver portato avanti una sceneggiata piuttosto discutibile. Si tratta di poca roba, giusto un alone impercettibile sulla maglietta lavata, stirata ed inamidata di una stagione impeccabile: dopo qualche giorno l'inglese ritratterà la posizione e, soprattutto, da quel momento non ce ne sarà più per nessuno.

4° posto: Seb a Hockenheim
Non c'è bisogno neanche di descrivere l'evento, perché la sequenza di Sebastian Vettel che va lungo al Motodrom (mentre è in testa al Gran Premio) l'abbiamo vista più e più volte. Tutti possono fare degli errori, solo chi non fa nulla non sbaglia mai: il concetto è chiaro, ma stiamo parlando di un momento flop talmente grossolano da risultare ancora inspiegabile a mesi di distanza. Forse un giorno avremo una spiegazione del perché sia andata così (e, per carità, lasciamo perdere considerazioni psicologiche campate per aria), per ora ci rimangono le imprecazioni lanciate dal divano e un dubbio che, come è stato per Parsifal dei Pooh, ci ha conquistato: come sarebbero andate le cose se quella domenica fossero entrati in casa i venticinque punti? Probabilmente non sarebbe cambiato nulla e avremmo avuto un momento flop in meno da commentare...

3° posto: Grosjean a Baku
Non è stata una gran stagione per il francese della Haas e in Azerbaijan il flop si presenta sotto la forma di una toccata dura contro le barriere durante il regime di safety-car. Si tratta di una situazione tremendamente imbarazzante, perché finire contro i muretti mentre stai spingendo è abbastanza facile da spiegare al pubblico e alla propria squadra, ma sfasciare la vettura mentre si procede ad andatura ridotta...proprio no. Romain incolperà sia il vento laterale, che non lo aiuta durante le manovre di riscaldamento delle gomme, sia un saltello nella sede stradale che gli fa inavvertitamente spostare di due posizioni un interruttore sul volante: il risultato è l'azione frenante sbilanciata sul posteriore, la quale porterà a un bloccaggio, che si concluderà a muro. Urto inevitabile: la fortuna non ci vede, la sfiga invece...

2° posto: Williams
Pare una banalità o una sessione di tiro al piccione parlare del momento flop della Williams spalmato durante la stagione. Siamo d'accordo che i momenti flop, ad esempio, della Ferrari in qualifica in più situazioni abbiano un peso specifico più elevato se paragonato all'effetto e alle aspettative di una scuderia che partiva con un obiettivo di campionato non chiaro e comunque non ambizioso, ma qui il discorso è differente: stiamo parlando di una scuderia dal passato glorioso e a un nome "pesante" nel mondo dell'engineering legato all'automobile, quindi non è tollerabile apprendere da chi è al timone della barca che "neppure spendendo il triplo avremmo risolto i problemi della vettura 2018".

1° posto: gli steward FIA
Ancora una volta ci siamo ritrovati spesso a discutere di decisioni quantomeno opinabili prese dai commissari di pista e/o dai vari collegi giudicanti: sappiamo che l'amministrazione e la somministrazione della giustizia sia un esercizio legato all'interpretazione delle regole, ma ormai la questione va avanti da troppo tempo. Il flop non sta tanto nelle decisioni (che, beninteso, hanno avuto una rilevanza marginale sul campionato, per quanto alcune siano state fantasiose), ma sul fatto che siamo sempre qui a discutere delle stesse cose. Errare è umano, perseverare è diabolico.

Fuori concorso
Chi ha avuto la fortuna di essere invitato nel paddock di un Gran Premio sa benissimo come la pianificazione maniacale dei dettagli sia endemicamente connessa alla Formula 1: in un mondo in cui sugli inviti viene fornito il dress-code e in cui ogni evento correlato viene ponderato per risultare quanto più neutro, com'è possibile che sia sfuggito agli organizzatori del GP uno strafalcione di proporzioni colossali come l'aver pitturato in corsia box la scritta #SPAINISHGP (che potremmo tradurre con #GPSPANIOLO)?

Luca Colombo

 

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