Partenza sogno per Kimi e disastro per Max: il primo dei pochi spunti da analizzare offerti dal GP d’Ungheria, arriva già allo start. Partono tutti più o meno bene, senza guizzi particolari da parte di nessun pilota. L’unico che fa veramente la differenza è Kimi Raikkonen, autore di uno scatto al palo da campione che gli permette di fare le spalle larghe e proteggere la prima posizione del compagno di box. Iceman avrebbe forse anche potuto attaccare Vettel all’esterno, ma ritrovandosi vestito come lui decide di limitarsi a controllare che nessuno scomponesse i piani di Maranello, manovra che peraltro gli riesce benissimo. Dietro di loro, l’unico a perdere posizioni è Hamilton, scattato in quarta posizione e ritrovatosi sesto dopo la prima curva. Sembra un disastro per l’inglese della Mercedes, finchè Max Verstappen non “decide” di dargli una mano: girando quarto alla prima curva infatti, l’olandesino volante si ritrova in curva 2 a doversi difendere dagli attacchi del compagno Ricciardo, “reo” di essere riuscito a schizzare fuori da curva 1 come un missile. Il figlio di Jos, su traiettoria interna rispetto al team mate, esagera con la staccata e arriva lunghissimo, andando a sbattere in modo violento sulla “lattina” gemella costringendola al ritiro immediato. Inutile parlare del conseguente stato d’animo del povero australiano, ritrovatosi a fare da “sponda” per contenere con ogni probabilità un'uscita di pista di Max. Che cosa? Dite che Daniel non era arrabbiato? Andate a riguardarvi la sua intervista a caldo dopo l’incidente, quando il simpatico driver paragona il lavoro del collega ad una ben nota “evacuazione corporale”…

Giro 25, colpo di scena: dopo il rientro ai box della safety car causata dalla manovra di Verstappen (che è costata all’olandese 10 secondi di penalità da scontare durante il pitstop), non succede praticamente niente fino alla fine del primo stint. Tutti procedono in “religiosa” fila indiana, con Vettel su un altro pianeta a disintegrare i cronometri e con il compagno di squadra unico in grado di reggere il passo. Le uniche cose insolite, sono le richieste di rallentare il compagno che stranamente “non” si sentono arrivare dai team radio di Hamilton, vittima di un problema ai sistemi di comunicazione (poi risolto). Tutto fino al giro 25, quando Sebastian Vettel lancia l’allarme: “problemi allo sterzo”. Panico totale per i tifosi Ferrari, che dalla camera car del tedesco possono accorgersi del volante palesemente girato a sinistra “in pieno rettilineo”. Dopo i primi attimi di concitazione, anche se ad un passo gara molto lento, dal box rosso decidono di provare a continuare cosi, sfruttando una pista che disdegna i sorpassi ed un Kimi Raikkonen in versione Conan il Barbaro a respingere gli attacchi da dietro.

Giro 45 di 70, Hamilton recupera la radio: dopo i problemi su descritti, a circa 30 giri dal termine il tre volte campione del mondo della Mercedes può finalmente ricominciare a comunicare con il proprio box. Dopo un primo “comizio” per poter dire tutto quello che fin lì non era stato possibile comunicare (LH44, come noto, conta molto sul team radio) l’inglese chiede strada a Bottas, colpevole secondo lui di non riuscire ad attaccare il duo Ferrari là davanti nonostante il passo lentissimo che sta tenendo un Vettel ormai completamente in balia dei problemi tecnici. La richiesta trova conferma e al giro 45 Valtteri fa palesemente passare il compagno, il quale proverà subito a dare un “tirone” portandosi a stretto contatto con Kimi Raikkonen. Purtroppo per lui però, il finlandese appassionato di Vodka stavolta non fa sconti, e Lewis si accorge ben presto che il tanto sperato sorpasso è più inverosimile di quanto potesse pensare.

Una gara infinita. Direte voi: “Perché infinita? È durata i soliti 300km”. Vero, ma se lo andate a chiedere ai tifosi Ferrari, più che il GP d’Ungheria sembrava di guardare la 24 di Le Mans. Gli ultimi 30 giri della gara infatti, con Vettel a procedere a rilento e con Raikkonen sotto gli attacchi della corazzata d’argento, sono stati infiniti, lunghissimi… Quasi eterni. Probabilmente i reparti di cardiochirurgia degli Ospedali avranno registrato un picco di segnalazioni, ma alla fine le cose sono andate come i reali valori in pista avevano lasciato supporre al netto dei problemi. Doppietta Ferrari, con un Vettel che non si è arreso e che ha guidato adattandosi ad una situazione impossibile, e un Kimi Raikkonen sublime che ha protetto il compagno rinunciando con ogni probabilità ad una possibile vittoria. E bravi gli uomini di Maranello. Tutti continuavano a dire (compreso chi scrive ) che serviva un segnale forte dopo Silverstone, e la prima fila del sabato unita con la doppietta di domenica sembrano poter bastare. Avanti così.

Hamilton ridotto in “schiavitù”? Il momento in cui Hamilton ha fatto ripassare Bottas all’ultima curva per rendergli la posizione, crediamo non serva descriverlo perché è assolutamente noto. Quel che salta all’occhio però, è che una manovra simile da uno come Lewis “the hammer” Hamilton, nessuno se la sarebbe mai aspettata. Che inizi davvero a rispettare Valtteri e a farsi un po' “domare” dal team? E soprattutto: era davvero il caso di fare gli “splendidi” per apparire sportivi, quando i 3 punti persi da Lewis potrebbero costare il mondiale piloti?

Ora godetevi le vacanze e cercate di rilassarvi, perché la ripartenza del campionato prevista fra tre settimane non sarà adatta a persone stanche o spossate: il calendario infatti parla di una certa “doppietta” Spa-Monza, e non crediamo sia necessario approfondire la questione, vero? 

Daniel Limardi