Qualcosa è cambiato al Citcuit Of The Americas: saranno telaio e cambio nuovi di fabbrica montati sulla monoposto di Sebastian Vettel, e altre modifiche sul set up. Sarà la grinta del tedesco messo all'angolo dopo le tre batoste rimediate in Oriente, oppure, ipotesi più probabile, un mix di queste due ipotesi. Fatto sta che nella terza sessione di prove libere ad Austin, Texas, Lewis Hamilton si è ritrovato tallonato a distanza ravvicinatissima dalla SF70-H numero 5. Novantadue millesimi, 1,38 m; per farci un idea, il muso delle monoposto di Formula 1 misura circa un metro.

Dopo un venerdì complesso e spinoso per tutto il box Ferrari, è arrivato quel colpo della sua punta di diamante a ridare tranquillità. Una tranquillità che sicuramente potrà far lavorare tutti, dagli uomini al muretto a quelli dentro al box, con più sicurezza nei propri mezzi. Forse è proprio questo quello che è mancato dopo il patatrac di Singapore. Un disastro che non ha solamente sbriciolato le due monoposto del Cavallino, ma anche le convinzioni costruite con pazienza e fatica durante tutta la stagione, e che avevano permesso al team di Maranello di giocarsi un titolo mondiale ad armi pari.

Chi ha approfittato di questo crollo verticale della Ferrari è stato "The Hammer", Lewis Hamilton. Il tre volte campione del mondo aveva dominato anche le prime due sessioni di prove libere negli Stati Uniti, imbastendo quello che pareva essere il preludio perfetto al quinto week end trionfale consecutivo, per lui e la Mercedes. Hamilton è comunque riuscito a stampare il miglior crono anche nella FP3 (1:34.478). Record della pista di nuovo limato per l'inglese, che ora però ha capito come la Ferrari sia una minaccia reale e più vicina che mai.

Al pari di Sebastian Vettel, anche Valtteri Bottas è riuscito a raddrizzare un venerdì opaco. Il finlandese non ha potuto completare la doppietta stellata, più per meriti di Vettel che per demeriti suoi, questo va detto. Così come va detto che per un Lewis Hamilton braccato da Sebastian Vettel, c'è anche un Valtteri Bottas tallonato dall'altra Ferrari, quella del suo connazionale, Kimi Raikkonen. I due scandinavi hanno terminato la sessione di libere separati da 63 millesimi di secondo.

Quinto posto per la Red Bull di Max Verstappen, sul quale si è recentemente espresso Chris Horner. Il team manager di Red Bull ha dichiarato che la volontà del team di Milton Keynes è quella di arrivare a lottare per il titolo piloti, proprio con il giovane talento olandese, confermando velatamente così i rumors riguardo un futuro lontano dalla scuderia austro-britannica per Daniel Ricciardo. L'australiano, che ha terminato la sessione in nona piazza, attualmente paga 6 decimi dal compagno di squadra.

Bene la Williams, che grazie a Felipe Massa ha potuto piazzare una delle sue monoposto davanti alle Renault di Hulkenberg e Sainz, oltre che ad una Red Bull. Chiude la Top 10, Sergio Perez: il messicano è riuscito a precedere l'altro pilota di casa Force India, Esteban Ocon, per poco più di 1 decimo.

Si segnala anche la prova del debuttante Brandon Hartley. Il pilota neozelandese è stato chiamato in forza alla Toro Rosso, dopo che Carlos Sainz si è mosso verso il box Renault, e dopo che Pierre Gasly ha fatto rientro in Superformula giapponese per l'ultimo appuntamento stagionale del campionato, poi annullato per un'allerta tifone. Hartley ha avuto qualche piccolo problema di adattamento alla nuova categoria, difficoltà di posizionamento nell'abitacolo prima, e difficoltà tecniche con il casco in seguito. Alla fine Hartley è riuscito a girare senza noie ed ha condotto la sua Toro in quindicesima posizione.

Per chiudere raccontiamo dell'incidente occorso a Romain Grosjean. Il francese ha perso il controllo della Haas nella serie delle curve 3-4-5, dove il forte vento ha messo in difficoltà diversi piloti, andando ad insabbiarsi nella ghiaia adiacente alla via di fuga in asfalto posta all'esterno del tracciato.

Alessandro Gazzoni

fp3 austin