Al termine della gara probabilmente più spettacolare degli ultimi anni, Lewis Hamilton conquista il successo ad Austin laureandosi per la terza volta in carriera campione del mondo. Un trionfo annunciato, quello del britannico, ma che è arrivato con tre gare di anticipo sulla conclusione del Mondiale al termine di 56 giri combattuti dall'inizio alla fine, ricchi di colpi di scena ed emozioni da batticuore. L'episodio-chiave è arrivato a poche tornate dalla conclusione, con Rosberg che sembrava avviato alla conquista del successo autore di un banale errore che ha spianato la strada al suo compagno di squadra, meritatamente in trionfo al termine di un'annata da incorniciare. Visibile sul podio l'emozione di Hamilton, il quale affianca così nell'olimpo della Formula 1 altri "mostri sacri" del calibro di Ayrton Senna, Nelson Piquet, Niki Lauda, Jackie Stewart e Jack Brabham. Delusione evidente per Nico Rosberg, il quale ha gettato alle ortiche una gara fino a quel punto positiva dopo uno start poco felice, mentre gran terzo posto artigliato da Sebastian Vettel, autore di una prestazione tutta all'attacco dopo essere scattato dalla 13° posizione in griglia. Di certo, le condizioni di aderenza precaria nella fase iniziale della gara hanno contribuito ad infiammare la battaglia in pista, movimentata anche da svariati ingressi della Safety Car: episodi che non hanno comunque impedito ad uno strepitoso Max Verstappen di concludere ai piedi del podio, precedendo nell'ordine Perez, Sainz, Button, Maldonado, Nasr e Ricciardo, quest'ultimo grande protagonista nelle fasi iniziali ma poi affondato sull'asciutto insieme alla Red Bull. Fuori dai punti Alonso e Rossi, con sole 12 vetture (il minimo stagionale) che hanno visto la bandiera scacchi. Ma quante emozioni in Texas, dopo un weekend tormentato dal maltempo.

La cronaca. Non piove a Austin, ed è già una notizia. Tutti i piloti partono comunque con gomme intermedie, visto che la pista è ancora decisamente bagnata soprattutto nel T2. Al via Hamilton è autore di un buono scatto che gli consente di affiancare Rosberg all'interno della prima curva: le ruote dei due si sfiorano con il tedesco che è costretto a finire largo cedendo la posizione alle due Red Bull. Dietro si scatena un mezzo patatrac, con Massa che finisce in testacoda urtando Alonso, mentre Bottas e Grosjean vengono a loro volta a contatto danneggiando le rispettive vetture. Mentre le Ferrari risalgono diverse posizione, all'inizio del secondo giro Nasr tenta l'attacco sul compagno Ericsson rompendo l'ala anteriore e disseminando ulteriormente la pista di detriti. A questo punto è inevitabile la neutralizzazione della gara con la VSC, al fine di consentire ai commissari di ripulire la zona di curva 1. Al re-start Kvyat si incolla al posteriore di Hamilton, mentre Rosberg sorprende Ricciardo affiancandolo ancor prima che appaia la luce verde. Il tedesco sale così in terza piazza ma conferma i dubbi sulla validità del sistema di Virtual Safety Car. Dopo poche curve, Rosberg ha la meglio anche nei confronti di Kvyat portandosi alle spalle di Hamilton, con il quartetto di testa che subito prende un buon margine nei confronti di Perez e Vettel. Kvyat tenta di rifarsi sotto a Rosberg, ma arriva largo lasciando così strada a Ricciardo, il quale si porta in scia alla Mercedes compiendo il sorpasso nella staccata in fondo al rettilineo dei box. Dietro ai primi quattro infuria la battaglia, con Perez, Vettel, Verstappen, Raikkonen, Sainz e Hulkenberg racchiusi nello spazio di pochi decimi. Al 16° giro Ricciardo porta a compimento il suo inseguimento scavalcando Hamilton nel tratto più guidato della pista e portandosi al comando della gara. L'australiano prende subito il largo, mentre poco dopo Raikkonen finisce su una chiazza di umido perdendo il controllo della vettura e andando ad urtare contro le protezioni: il finlandese danneggia l'ala anteriore ma riesce a rientrare ai box. dopo i primi pit-stop Vettel, liberatosi di Perez, recupera velocemente sui quattro di testa realizzando il giro più veloce. La gara non concede un attimo di tregua: errore di Ricciardo con Rosberg che ne approfitta poco dopo per portarsi in testa; contemporaneamente Hamilton mette a segno la stessa manovra nei confronti di Kvyat. Il russo deve subire l'attacco anche da Vettel, mentre Ricciardo cede la seconda piazza a Hamilton, alle prese con una Red Bull in evidente difficoltà con una pista che va asciugandosi. Raikkonen è costretto al ritiro, mentre Ericsson parcheggia la propria Sauber a bordo pista rendendo inevitabile l'ingresso della SC. Rosberg vede così vanificare il proprio vantaggio, con i quattro di testa che sono gli unici a rimanere in pista decidendo di non effettuare la seconda sosta. Alla ripartenza Vettel scavalca Kvyat, con il tedesco che dopo un bel duello riesce ad avere la meglio anche nei confronti di Ricciardo, portandosi alle spalle delle due Mercedes e con una sosta in meno da fare. Le Red Bull proseguono a passo di "gambero", con Verstappen che ne fa un sol boccone e Ricciardo che si tocca con il sopraggiungente Hulkenberg: il tedesco è costretto al ritiro rendendo necessaria una nuova VSC. Hamilton prosegue, mentre Rosberg ne approfitta per montare un set nuovo di gomme Soft. Alla ripartenza le due McLaren danno spettacolo con Button 5° e Alonso 6à, mentre dopo poche tornate Rosberg sfrutte le gomme nuove e si prende la seconda piazza ai danni di Vettel. Altro colpo di scena: errore di Kvyat che si gira e finisce a muro alla curva 19. Altra SC in pista e sosta per Hamilton e Vettel che montano gomme Soft. Alla ripartenza è straordinaria la bagarre nella seconda metà della top ten, mentre davanti Rosberg prova ad allungare su Hamilton. L'impresa però non gli riesce, visto che il tedesco commette un errore incomprensibile con il quale cede su un piatto d'argento la testa a Hamilton. Il finale vede Vettel avvicinarsi a Rosberg, ma non abbastanza per soffiargli la seconda piazza. Vince Hamilton che conquista il suo terzo titolo, davanti ad un deluso Rosberg e ad un Vettel "acchiappatutto". Splendido quarto Verstappen davanti a Perez e Sainz, quest'ultimo penalizzato nel corso della gara con uno stop and go di 5" per eccesso di velocità in corsia box. Una gara straordinaria che rappresenta il migliore epilogo ad un weekend sin qui a dir poco travagliato.

 

GP Stati Uniti - Classifica finale:

1. Lewis Hamilton (Mercedes W06) - 56 giri
2. Nico Rosberg (Mercedes W06) - 2"850
3. Sebastian Vettel (Ferrari SF15-T) - 3"381
4. Max Verstappen (Toro Rosso STR10-Renault) - 22"359
5. Sergio Perez (Force India VJM08-Mercedes) - 24"413
6. Carlos Sainz (Toro Rosso STR10-Renault) - 25"619
7. Jenson Button (McLaren MP4/30-Honda) - 28"058
8. Pastor Maldonado (Lotus E23-Mercedes) - 32"273
9. Felipe Nasr (Sauber C34-Ferrari) - 40"257
10. Daniel Ricciardo (Red Bull RB11-Renault) - 53"371
11. Fernando Alonso (McLaren MP4/30-Honda) - 54"816
12. Alexander Rossi (Manor 04-Ferrari) - 1'15"277

Classifica piloti: 1.Hamilton 327; 2.Vettel 251; 3.Rosberg 247; 4.Raikkonen 123; 5.Bottas 111; 6.Massa 109; 7.Kvyat 76; 8.Ricciardo 74; 9.Perez 64; 10.Verstappen 45; 11.Grosjean 44; 12.Hulkenberg 38; 13.Nasr 27; 14.Maldonado 26; 15.Sainz 20; 16.Button 14; 17.Alonso 11; 18.Ericsson 9.

Marco Privitera

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