Inglese di passaporto, americano d'adozione. Lewis Hamilton è così, il pilota più rock nella patria del rock'n'roll. In Texas, terra della musica country, il leader del mondiale sembra trovarsi comunque a suo agio, e ha parlato in conferenza stampa dopo la visita di ieri alla Nasa. Sul circuito di Austin l'inglese ha trionfato nelle ultime 4 edizioni sulle 5 in totale disputate: non male. Numeri pazzeschi, come quasi tutti quelli di una carriera straordinaria, che il quarto titolo non potrà che impreziosire. Quando sarà, però, dipenderà da lui ma anche dal rendimento della Ferrari, che Hamilton giudica "avversari molto forti per tutta la stagione, che porteranno sicuramente qualche aggiornamento anche questo weekend, e la cui macchina rimane comunque molto forte. Ma per me non cambia nulla, il mio approccio alla gara non cambia".

Lewis dice tutte le cose giuste, recita alla perfezione il suo ruolo di superstar e predestinato al titolo, anche se "dove e quando vincerò il titolo non è di grossa importanza" minimizza, "per me è questa gara da vincere. Ma se sarà in Messico so che lì organizzano delle belle feste". Lewis non è stato perfetto nel corso della stagione, ha commesso leggerezze, vissuto passaggi a vuoto. Russia, Montecarlo, Austria, Ungheria sono state le sue domeniche meno brillanti, ma dall'estate in poi l'inglese si è trasformato nel cacciatore infallibile dei momenti migliori. Rifilando regolarmente distacchi importanti al compagno, sia in qualifica (dove Mercedes rimane ancora più veloce di tutti) che in gara. E' stato l'avvio di stagione ad essere più complicato del previsto, con una macchina difficile da interpretare, "ma nella seconda parte di stagione abbiamo compreso tutto meglio, anche il comportamento delle gomme, e abbiamo iniziato i weekend sempre molto bene fin dalle prime prove". Ieri è andato in visita alla Nasa, e ora sembra pronto a prendere il volo verso il quarto sigillo iridato. 

La curiosità della stampa si è concentrata sui programmi di Lewis per l'inno nazionale di domenica sulla griglia di partenza. Giura di non avere in programma alcuna protesta sulla falsariga dei campioni afroamericani dello sport statunitense, ormai abituati ad inginocchiarsi in segno di sfida verso Donald Trump. Ma come si sa, Hamilton è un artista a volte imprevedibile: resta da vedere se Wolff e Lauda riusciranno a tenerlo in riga. 

Stefano De Nicolo'

 

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