Il valzer del rinnovo del contratto di Sebastian Vettel sta diventando gara dopo gara un tormentone, le cui dimensioni crescono di pari passo al fastidio che crea alle parti interessate. A dichiarazioni di amore e lealtà si alternano silenzi e un certo disagio che non si avverte in maniera evidente, ma affiora quando viene toccato l'argomento. 

Vettel dà un voto molto vicino al 10 alla prima metà di stagione della squadra nella conferenza stampa di Budapest: "Abbiamo fatto gare eccellenti, mentre altre sono state più dure. Se guardiamo all'anno scorso, noi siamo quelli che abbiamo fatto il passo in avanti più grande; la Ferrari è la vera sorpresa di questo campionato". Identifica nell'ultima gara di Silverstone il momento più difficile della stagione "perchè in tutte le altre gare ho avuto la possibilità di vincere" puntualizza il tedesco. 

Conferma inoltre che un contratto gli sia effettivamente stato sottoposto dalla squadra, ma ancora non ha pensato alla firma. "Per il momento non c'è fretta" spiega, "nè io nè il team abbiamo premura, e non credo che ci saranno problemi. Il mio compito è dare i migliori feedback a tutta la squadra che lavora per me, il nostro obiettivo principale è pensare alle gare e non alle carte; qui abbiamo una buona opportunità per fare bene, poi durante la pausa estiva si potrà pensare al resto". 

La firma dunque potrebbe arrivare durante le vacanze, mettendo a tacere rumors e speculazioni al riguardo. Ogni ritardo però amplifica la percezione e il sospetto che forse nel rinvio e nell'attesa si nasconda un intreccio perverso proprio con la Mercedes, a sua volta legata a doppio filo al futuro di Lewis Hamilton. Entrambi i campioni stanno probabilmente aspettando di comprendere meglio l'evoluzione del campionato per decidere quale direzione prendere per il proprio futuro e magari giungere a quello scambio che avrebbe del clamoroso. Molti se lo aspettano, molti speculano, qualcuno già sa ma non parla. Tutto in attesa di una firma. Che arriverà magari proprio durante le vacanze, riducendo dubbiosi e maliziosi al silenzio. 

Da Budapest - Stefano De Nicolo'