Incominciamo col dire che, senza ombra di dubbio, il beniamino del pubblico locale e globale, è stato Robin Raikkonen: il giovane rampollo della famiglia Iceman ha focalizzato tutte le telecamere del circuito su di lui sia il sabato, quando ha approvato le qualifiche del papà facendolo sciogliere in un sorriso, che la domenica, quando ha festeggiato sul gradino più alto del podio stappando una bottiglia, rigorosamente di acqua, da veterano consumato.

Ma, molto probabilmente, è stato anche la causa (forse per il suo ritardo?!) della scorta che la polizia ha dovuto mettere in campo per accompagnare il pilota Ferrari per farlo arrivare in tempo sul circuito. Restiamo in ambito rosso spostandoci, però, sull’altro lato dei box: Vettel in sala stampa, durante la conferenza della domenica post GP, si è esibito in una mossa in puro stile Maestro Miyagi, quando con un guizzo ha afferrato al volo una mosca per poi farla vedere ad un Hamilton decisamente inorridito.

Sempre in sala stampa di domenica: durante la conferenza gli irriducibili tifosi Orange di Verstappen, rimasti stoicamente fino al termine del GP, hanno iniziato ad inneggiare cori da stadio coprendo anche le voci dei protagonisti del podio.

Altra tifoseria, ma ugualmente focosa: durante i Test post GP si è calato nell’abitacolo della Williams Robert Kubica, mandando in visibilio i numerosi polacchi accorsi appositamente per vedere il loro idolo esultando ad ogni passaggio o facendo inni ogni qual volta usciva dai box.

Si sa che la Formula 1 per gli appassionati è una vera e propria ragione di vita, ma a volte sfugge un po’ la mano: il sabato mattina si aggiravano per il paddock due freschi sposini per il rituale book fotografico ma in una location decisamente insolita; resta tutt’ora avvolto nel mistero se la scelta sia stata di lui o della sua dolce metà.

Passando a cose decisamente più serie va sicuramente fatto un grandissimo applauso alla macchina organizzativa, che ha saputo sopperire a una struttura non proprio recentissima con grande passione e diligenza, evitando di congestionare la viabilità intorno al circuito. Anche la suddivisione del Formula 1 Village, subito dietro le tribune principali, è stata impeccabile, con la sezione dedicata al merchandising, quella alle attività ludiche e quella ristoro tutto con un ordine ben studiato.

Il pubblico si è divertito accorrendo numeroso fin dalla giornata del giovedì, per la sessione di autografi, per poi fare il pienone nella giornata del Gran Premio, sempre nel rispetto del fair play e delle regole, con anche i più avvezzi all’alcol che hanno mantenuto un po’ di dignità.

La città di Budapest ha accolto gli addetti ai lavori ed i tifosi nel migliore dei modi: la capitale si è saputa evolvere nell’arco degli anni diventando una vera e propria metropoli globalizzata e ricca di attrattive culturali e di divertimento. Numerose sono le multinazionali che hanno deciso di investire nella capitale magiara portando una ventata di novità, svecchiando il suo aspetto austero: persino il cimbalom, che echeggiava per le strade, è stato sostituito da chitarre e violini e "Despacito" ha soppiantato le musiche tipiche zigane.

Nel weekend non si è mai dormito: in qualsiasi ora le vie pullulavano di gente pronte a divertirsi con musica e quant’altro, aiutate o meno da dosi di alcol. Anche i team più blasonati hanno sfruttato alcune delle location più caratteristiche per i loro party più glamour. L’evoluzione di Budapest passa anche per la viabilità: mezzi pubblici efficienti e una capillare rete hanno reso raggiungibili qualsiasi angolo della città. Da sottolineare anche la grande lungimiranza nei confronti delle auto elettriche o ibride: è facile vederle in qualsiasi angolo della città relegando le vecchie Trabant ad oggetto di culto o da museo.

Insomma, se volete unire il piacere di una vacanza con la passione per la Formula 1, anche se non siete in viaggio di nozze, non vi resta che iniziare a prenotare i biglietti per la prossima edizione del GP d’Ungheria.

Da Budapest - Michele Montesano