Con una partenza a dir poco movimentata, dove Carlos Sainz e Nico Hulkenberg si sono scontrati costringendo subito la direzione gara a mandare in pista la safety car, nessun intoppo per il biondino argentato, il quale tiene tranquillamente la leadership della gara e va via con relativa facilità. Tutto liscio per lui fino a 18 giri dal termine quando, dopo aver deciso di effettuare una sosta in meno rispetto alla concorrenza, si ritrova a doversi sudare la vittoria con pneumatici molto usurati e con il riflesso di Daniel Ricciardo alle spalle che diventa sempre più grosso negli specchietti retrovisori. Alla fine ce la, ma...che brivido.

Piazza d’onore dunque per l’australiano della Red Bull, che per la terza volta consecutiva mette i piedi sul podio battendo l’ingombrante compagno di squadra Verstappen, il quale si rende protagonista di una gara assolutamente anonima sbagliando tutto già in partenza e mostrando un passo gara nettamente inferiore rispetto al compagno di colori, tagliando il traguardo soltanto in sesta posizione. E non è una buona cosa pensando che al via si era schierato in seconda fila….

Il vero sconfitto di giornata però, è Lewis Hamilton. Il campione del mondo in carica agguanta a fatica il terzo posto finale, dopo una lunga battaglia contro Kimi Raikkonen a suon di giri veloci e di … “undercut”. L’inglese, per tutto il weekend, si è visto rifilare distacchi pesantissimi dal compagno, a partire dalla pole position di ben sette decimi più veloce del suo giro. LH44 sotto i riflettori di Singapore è stato nettamente inferiore rispetto al “tale” vestito come lui, il quale non solo l’ha bastonato a dovere, ma come detto gli ha anche tolto le mani dal primo posto in ottica mondiale. E se Nico continua a guidare così, affiancare Alain Prost in albo d’oro diventerà un’impresa alquanto difficile per Lewis…

Motivi per gioire anche in casa Ferrari, con Raikkonen e Vettel ad occupare la quarta e quinta posizione finale. Il finlandese conduce una gara regolare a suon di giri veloci, perdendo il podio a vantaggio di Hamilton solo per una discutibile scelta del muretto al momento dell’ultima sosta (che forse poteva essere evitata). Il miracolo della domenica in rosso però, l’ha fatto Sebastian Vettel. Dopo l’inspiegabile problema in qualifica, l’ex Red Bull partiva dal “parcheggio esterno”, e in una pista come Singapore questo si dovrebbe tradurre in una gara da metà schieramento, nella speranza di riuscire a raggiungere la zona punti senza sparpagliare in giro pezzi di vettura durante i tentativi di sorpasso. E invece no: Seb inizia il Gran Premio con la mescola più dura a disposizione, per poter sopravanzare gli altri che inevitabilmente si sarebbero fermati prima. Dal muretto poi, durante le sue soste, decidono di montargli sempre la mescola più performante, costringendolo ad effettuare una gara da qualifica. E a chiamata, Vettel risponde. Il tedesco tiene un ritmo forsennato, rendendosi protagonista di una miriade di sorpassi spettacolari. A fine gara, il cronologico lo vedrà in quinta posizione, a soli 15 secondi dal compagno, e davanti ad una Red Bull che partiva molto più avanti. Mica poco….

Degna di menzione anche la gara di Fernando Alonso, il quale, da solito samurai spagnolo, effettua 61 giri con il coltello fra i denti portando la sua McLaren a punti. Il numero 14, scattato dalla nona posizione, effettua uno start a fionda, arrivando alla prima curva addirittura attaccando Kimi Raikkonen. Certo, con la macchina che ha non ci si può poi aspettare un passo esagerato, ma non fa errori e si mette in modalità “saracinesca”, tenendo tutti dietro su un circuito dal sorpasso difficile. Settimo posto finale per lui, con Max Verstappen capace di sorpassarlo solo negli ultimissimi giri. Vedere Fernando ancora così, fa venire il groppone in gola per non poterlo avere in un team competitivo a giocarsela con gli altri. Peccato.

Prossima tappa ora Malesia, dove l’anno scorso Sebastian Vettel dominò il Gran Premio. La terra di Sandokan ci porterà nell’ultima parte di stagione, durante la quale Lewis Hamilton, per vincere questo Mondiale, dovrà mettersi dietro un compagno di squadra in uno stato di grazia disarmante. Ci riuscirà?

 

Daniel Limardi