Alla Ferrari sfugge la pole position a Città del Messico, ma non tutto è perduto, in un finale di sessione che ha visto la pole position di Max Verstappen in bilico a causa di una possibile investigazione. Le Rosse scatteranno comunque subito alle spalle dell'olandese, potendo sfruttare la scia nel lungo rettifilo prima della staccata iniziale.

La qualifica del Gran Premio del Messico si chiude col giallo. Quello delle bandiere sventolate dopo il botto - brutto - di Valtteri Bottas contro le barriere all'ultima curva dell'ultimo giro. Tutti rallentano poco prima del traguardo e abortiscono il loro ultimo tentativo, tranne Max Verstappen, che peraltro aveva già tra le mani il primo tempo.

Charles Leclerc ha preceduto Sebastian Vettel di un decimo e mezzo, andando ad occupare il secondo e terzo posto dello schieramento; ora i commissari valuteranno attentamente la condotta di Verstappen, autore di una mossa incauta quanto poco ortodossa, essendo passato in pieno vicino ad un pilota evidentemente a muro a pochi metri da lui senza rallentare, almeno in apparenza.

"Si tratta di un tema di sicurezza, non un semplice incidente di gara" con queste parole Mattia Binotto ha chiarito immediatamente la propria posizione in merito alla futura decisione che dovrà essere presa, anche se nel momento in cui scriviamo Verstappen non è ancora sotto investigazione.

Il rammarico ferrarista è limitato alle statistiche per una pole sfuggita dalle mani, ma in gara i giochi saranno assolutamente apertissimi. La certezza, ormai sempre più granitica, è quella di una macchina senza dubbio prima della classe: guidabile, amica delle gomme (qui soggette a forte degrado) e velocissima. Straordinarie le velocità di punta raggiunte sul rettilineo principale, lunghissimo e molto lontano dalla prima curva. I giochi di scia saranno determinanti e proprio per questo l'imperativo è quello di azzeccare la partenza. Un altro passo falso rischierebbe (questa volta sì) di rendere tutto perduto.

Stefano De Nicolo'