La Ferrari a due facce galleggia con Charles Leclerc, terzo, dietro alle imprendibili Mercedes, affonda con Sebastian Vettel settimo dietro alle sorprendenti McLaren.

Cominciato con il doloroso e politicamente pesantissimo rigetto del ricorso presentato contro la penalità di Vettel in Canada, la Ferrari affronterà la gara di domani in salita con una macchina in terza fila e una molto più indietro, addirittura in quarta. Due piloti agli opposti, due stati d'animo diversi.

La qualifica del Gran Premio di Francia restituisce l'immagine più ricorrente di questo mondiale a cui ormai riesce difficile non fare l'abitudine; una Mercedes in fuga, velocissima e super efficiente sul tracciato tecnico e quasi ipnotico del Paul Ricard, e una Ferrari ad inseguire. Dopo la performace del Canada solo Leclerc riesce a tenere alta la bandiera della scuderia, conquistando la terza posizione e strappandola a Verstappen che partirà alle sue spalle. Dietro di loro giornata magica per le McLaren, che conquistano tutta la terza fila, e solo settimo Vettel, che solo negli ultimi secondi del Q3 riesce a registrare un tempo, peraltro non particolarmente veloce.

La gara parte in salita dunque, con lo stesso Leclerc che non regala certo facili entusiasmi e non illude circa le possibilità di avvicinare la vetta. Chi vuole la battaglia è Hamilton, che non vede l'ora di vedersela da vicino con il giovane monegasco: "In Bahrein c'eravamo quasi" gli risponde Leclerc.

Più in salita della gara appare invece il percorso della Ferrari per tornare ad appropriarsi del peso politico e del blasone che il suo nome porta con sè. Una situazione apparsa complicata già in questi anni, e acuita dalla netta decisione della Federazione che ha rifiutato in toto il ricorso della Ferrari e le nuove prove proposte dal direttore sportivo Meckies. Giudicate schiaccianti in mattinata, le presunte nuove prove, inedite non lo erano affatto, e anzi hanno dato l'impressione di un ricorso preparato più per dovere di appello che non basato su qualche base giuridica vera e propria.

Fallita la via politica resta a disposizione solo la pista. Ma l'ultima spiaggia prima di salutare definitivamente ogni speranza di lotta mondiale è se non altro la sfida interna alla Mercedes, un confronto che premierà la Ferrari solo in caso di guai.

da Le Castellet, Stefano De Nicolo'