La cancellazione del GP Emilia Romagna rappresenta il primo caso di un fine settimana di gara annullato per motivi legati al meteo. La F1 è giunta all'unica decisione sensata per l'evento in maniera rapida e senza troppe esitazioni, vista la complessiva situazione di emergenza e le condizioni del paddock parzialmente allagato dall'esondazione del Santerno.

Questione in mano alle autorità

Ieri verso l'ora di pranzo è arrivata l'inevitabile decisione sul GP, presa seguendo le disposizioni delle autorità italiane. Il quadro della situazione, purtroppo, era ed è abbastanza chiaro: al momento della stesura di questo articolo il bilancio provvisorio parla di nove vittime e tredicimila sfollati. Per l'Emilia Romagna oggi si prospetta un'altra giornata con allerta meteo "rossa" e i disagi per la popolazione e le infrastrutture in tutta la Regione hanno una dimensione tangibile.

Le autorità hanno giustamente deciso di dare priorità ai soccorsi e quindi di mettere da parte la manifestazione sportiva. Da una parte possiamo intravvedere una motivazione di tipo "morale", nel senso che una gara di F1 rappresenta un'attività voluttuaria completamente fuori contesto. Dall'altra appare chiara la necessità pratica di avere tutte le unità di "sussidio" disponibili a supporto del territorio, senza disperderne alcuna per garantire lo svolgimento di un evento sportivo complesso come un GP di F1.

F1 veloce nella questione

Nel marasma di una situazione in divenire con pochissimo margine di controllo, il Circus ha affrontato in modo piuttosto veloce la questione relativa al GP. Lo status di "monitoraggio" ha lasciato presto spazio alla decisione finale. Una decisione che, bisogna sottolineare, va contro gli interessi del "carrozzone" F1, per quanto rappresentasse l'unica soluzione ragionevole sul tavolo.

Supponiamo, non avendo evidenza tangibile, che i piani alti della F1 avessero proposto misure "alternative" per lo svolgimento della gara. Le ipotesi sul tavolo avrebbero potuto essere quelle di un fine settimana a porte chiuse, eventi sforbiciati e tre giorni condensati nelle sole giornate di Sabato e Domenica. Ma la F1, ovviamente, non può imporre la propria volontà rispetto a quanto decide l'autorità del Paese. In altre parole, il Circus ha trovato una maniera rapida per risolvere il dibattito sul "chi avrà la responsabilità finanziaria" o "chi pagherà" in merito alla decisione.

Storie recenti di lentezza

La F1 non ha uno storico recente edificante in quanto a decisioni rapide su questioni simili. Guardando solo gli eventi cancellati, ricordiamo i tira e molla legati GP d'Australia del 2020, con la minaccia COVID-19 poco conosciuta ed incombente, o al GP del Bahrain del 2011, con la situazione sociale per le strade fuori controllo.

Di fronte a situazioni dinamiche e in continua evoluzione, bisogna trovare un delicato equilibrio che porta ad una giusta reazione. L'annullamento di una gara comporta un impatto economico (anche e soprattutto per l'indotto), quindi un approccio troppo "conservativo" avrebbe potuto creare ulteriore disagio. Nel caso di Imola, il Circus ha seguito l'evoluzione di quanto accadeva, avendo come riferimento il Santerno (che scorre accanto all'impianto) e la situazione generale nelle aree limitrofe. Quando è risultato chiaro che l'evento non avrebbe potuto avere luogo, la F1 non ha esitato a comunicarne la cancellazione.

Lezione imparata?

A Imola la F1 ha dimostrato una capacità di valutazione e una velocità decisionale che recentemente non aveva dimostrato. Vengono in mente gli episodi di Melbourne 2020, ma anche Spa-Francorchamps 2021 e Jeddah 2022 posso essere annoverati tra i giorni in cui il Circus ha mosso i propri passi con una lentezza imbarazzante.

Probabilmente la situazione attorno al Santerno ha costituito un evento ben delineato e marcato, per cui una gestione differente non era pensabile. D'altro canto possiamo supporre che nel caso di Imola la F1 abbia trovato un riferimento piuttosto fermo e deciso anche nella posizione espressa dallo stesso Stefano Domenicali, originario proprio della cittadina bolognese.

Imola e l'Italia "pagheranno" qualcosa per questa cancellazione? Vedremo cosa riserveranno i "giochi di potere" in futuro, con il presidente ACI Sticchi Damiani che ha già parlato di un recupero nell'edizione 2026, alludendo ad un'estensione dell'attuale contratto. In tutto questo marasma, va sottolineato come la F1 abbia sposato in tempi rapidi la scelta più ragionevole e coerente sul tavolo. Un comportamento che andrebbe replicato più spesso.

Luca Colombo

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