Il Gran Premio di Cina ha dimostrato, ancora una volta, come in casa Red Bull stiano rischiando di bruciare un patrimonio immenso: Daniel Ricciardo. Il pilota australiano, forse il miglior "sorpassatore" di tutta la griglia, è ancora in alto mare nella trattativa che dovrebbe portarlo al rinnovo con il team di Milton Keynes, ammesso e non concesso che essa vada in porto, cosa tutt'altro che probabile al momento. Dopo la gara di oggi ci sentiamo di dire che l'eventuale fallimento di questa trattativa andrebbe solamente contro i "bibitari".

Ricciardo una monoposto competitiva potrebbe trovarla davvero in una settimana, le sue prestazioni di guida sono sotto gli occhi di tutti. Oggi la safety car ha permesso al team quattro volte campione del mondo di virare su una strategia vincente con entrambe le monoposto per cercare di agguantare un'ipotetica doppietta. E li si è vista la differenza fra Daniel (un pilota fortissimo, oltre che maturo) e Verstappen (una semplice promessa che ha ancora tante, troppe lacune).

Un team che punta al titolo, come ha dichiarato la Red Bull durante l'inverno, non può permettersi di perdere il pilota che, da oltre un anno, porta sempre a casa punti importanti con costanza e coglie l'occasione vincente appena si presenta (come Baku 2017).

Lo scorso anno, la prima vera stagione di convivenza tra Ricciardo e Verstappen, dove i due hanno visto nascere e crescere la macchina, è terminata con Daniel davanti a Max di 32 punti. Distacco frutto di una costanza di risultati encomiabile: 8 podi a 4 il conteggio in favore dell'australiano, con ben cinque piazzamenti fra i primi tre colti in fila. Solamente una vittoria, contro le due di Vestappen, ma la continuità di risultati è stata la vera forza di Ricciardo e lo è anche quest'anno. Ricordiamo il primo appuntamento stagionale, dove Verstappen era partito meglio, ma la foga dei vent’anni lo ha portato a finire in testacoda, chiudendo la gara al sesto posto, mentre Daniel arrivava in quarta ai piedi del podio. Discorso diverso in Bahrain dove entrambe le RB14 non sono arrivate al traguardo, ma per problemi diversi. Il #33 ha colpito Hamilton danneggiando irreparabilmente la sua monoposto cercando un sorpasso molto complicato, mentre Daniel è stato tradito dall’impianto elettrico della sua monoposto.

Inoltre non dimentichiamo che stiamo parlando di uno che al suo primo anno in Red Bull, dopo gli anni in Toro Rosso, si è tenuto dietro senza troppi problemi un Sebastian Vettel reduce dal suo quarto titolo consecutivo, non proprio l’ultimo dei paracarri.

Il pilota di Perth dimostra di saper gestire meglio le gare, senza perdere mai la testa con manovre azzardate, quale ad esempio il sorpasso folle che il suo compagno ha provato oggi su Vettel. Ma la calma non significa assolutamente gare piatte, anzi. A Shanghai Daniel ha si vinto per la strategia del muretto, ma il primo posto se lo è preso di forza, alla Ricciardo, con due sorpassi stratosferici, prima su Hamilton e poi su Bottas. Tutto il gran premio di oggi è stato un inno al “Ricciardesimo”, una partenza in sordina e un ritmo di gara nella media, poi l’occasione colta perfettamente, come fu per la Ferrari in Australia. Un patrimonio preziosissimo, oltre che per la Red Bull, anche per Verstappen.

Un eventuale passaggio di Daniel in Mercedes al posto di Bottas, o in Ferrari al posto di Raikkonen sarebbe una perdita quasi inestimabile per la Red Bull che lo sostituirebbe con Pierre Gasly, regalando uno dei migliori piloti in circolazione alle già attrezzatissime rivali. Senza contare il fatto che Verstappen, da ragazzo in rampa di lancio che poteva  molto dall’australiano, diventerebbe il veterano del team con ancora più pressione sulle spalle, rischiando di incappare in un’altra stagione molto difficile.

 

In conclusione, ribadendo il concetto espresso in apertura, ad ora è Daniel Ricciardo la vera punta di diamante della formazione Red Bull e un eventuale fallimento nella trattativa di rinnovo del contratto, in scadenza al termine di questa stagione, andrebbe esclusivamente contro il team, perché Ferrari e Mercedes un pilota così lo aspettano a braccia aperte. Ma un pilota così a Milton Keynes non è detto che lo possano ritrovare facilmente...

Alessandro Gazzoni