Dall'euforia della qualifica all'amarezza della gara. In 24 ore cambia radicalmente lo scenario del Gran Premio di Cina per la Ferrari. Per utilizzare le parole di Maurizio Arrivabene i punti si fanno la domenica, e oggi la gara della Ferrari è stata deludente. La domenica era iniziata piuttosto bene con un partenza precisa di Vettel riuscito a mantenere la leadership, tenendosi dietro Raikkonen sopravanzato a sua volta da Bottas. Durante il giro di pit stop la Mercedes tenta l'undercut e con un giro fantastico Bottas riesce a mettersi dietro la Ferrari di Vettel. Da qui in poi una sequela di circostanze negative: miope questa volta la lettura della strategia con la scelta di una strategia 'a ostacolo' per Kimi Raikkonen volta esclusivamente a tenerlo fuori più a lungo del dovuto per cercare di rallentare Bottas, così come lo è la scelta di continuare a marcare la Mercedes senza fare quell'ultimo pit stop seguendo invece la Red Bull che si ferma in regime di safety car e beffa tutti con uno stint finale tutto d'attacco con gomme nuove e morbide. Infine c'è poco da fare sulla scellerata entrata di Verstappen che rovina la gara di Vettel che con il fondo vettura danneggiato dal contatto chiude ottavo dietro Fernando Alonso.

L'entrata di Max Verstappen è figlia di eccessiva irruenza e scarsa considerazione dell'avversario, perché in quel frangente entrambe le Red Bull con gomme soft erano molto più veloci di tutti gli altri che montavano invece gomme medie. Il sorpasso si sarebbe potuto concretizzare senza problemi nel rettilineo successivo senza ricorrere ad una durezza così eccessiva che ha poi rovinato la gara di entrambi i piloti: Vettel con una fiancata danneggiata ha dovuto barcamenarsi fino all'arrivo difendendosi nel finale addirittura dagli attacchi di Sainz, mentre a Verstappen è stata giustamente inflitta una penalità di 10 secondi che lo fa terminare quinto.

Da sottolineare la grande sportività di Vettel (ed anche di Verstappen, che immediatamente è andato a scusarsi con il ferrarista) che anche a caldo nel post gara non cerca la polemica ma si limita a dirsi dispiaciuto per l'accaduto: "Queste sono le corse, può succedere. A volte tutto va bene, a volte tutto va male, oggi è stata una di queste giornate. Peccato aver perso la posizione su Bottas al primo pit stop, siamo stati un po' lenti. Dopo ho provato a spingere per recuperare ma ho rovinato le gomme, poi con il contatto ho perso bilanciamento, avevo tanto sovrasterzo e ho cercato di sopravvivere".  

Il favorito Vettel raccoglie quindi la miseria di quattro punti, mentre l'unico dei rossi a salire sul podio è Kimi Raikkonen che nel finale di gara resiste alla rincorsa di Hamilton, oggi in evidente difficoltà e in crisi di gomme, e dello stesso Verstappen. Una classifica, che dopo la gara di oggi si accorcia e annovera di diritto anche Daniel Ricciardo tra i pretendenti al titolo dopo due gare da dimenticare, mentre tra i costruttori ora Mercedes ha riconquistato la leadership e superato di un punto la Ferrari che volerà in Azerbaijan con qualche certezza in più sulla prestazione nel giro secco ma anche un paio di grattacapi.

La Mercedes dopo tre gare è ancora a quota zero vittorie. In Cina non è mai stata super competitiva, anzi con Hamilton è stata in grossa difficoltà proprio con la gomma media, la copertura da sempre "amica" della Mercedes. Altro tema che potrebbe impensierire il Cavallino e la Stella è invece la ritrovata forma di una Red Bull, già data per morta ma che ha in Ricciardo il pilota più concreto (e al tempo stesso bistrattato) della squadra, vero fenomeno assoluto nella gestione delle gare 'pazze'. 

Tra due settimane a Baku ci sarà il remake della gara più caotica dello scorso anno. Con la ruotata di Vettel a Hamilton, il fallo di reazione, il poggiatesta ballerino dell'inglese e la vittoria di Ricciardo. Una lotta a tre ora da non perdere.

Stefano De Nicolo'