Il Gran Premio d'Austria è ricco di storia, vissuta in tre diverse fasi nel corso degli anni: tre cicli e tre generazioni di protagonisti. Una pista di tradizione dunque, un classico della F1, che fino alla fine degli anni '80 si chiamava Osterreichring, per poi diventare A1 Ring negli anni della sua seconda apparizione in Formula 1 a cavallo tra la seconda metà degli anni '90 e i primi 2000. Infine dal 2011 esso è diventato Red Bull Ring, prendendo la denominazione dell'omonimo colosso austriaco che ha rilevato il controllo della struttura. Da allora è cambiato tutto, e un tracciato di storia e tradizione si è trasformato in una struttura all'avanguardia e decisamente cool.

Il circuito ospita un gran numero di eventi che coinvolgono motori di qualunque genere: dalla F1 al DTM, dalla MotoGP (ritornata qui lo scorso anno) fino alle competizioni di aerei acrobatici. Il tutto nel nome di quella vocazione, giovane e un po' guascona del marchio Red Bull, completamente votata alla sponsorizzazione e al sostegno di sport estremi d'ogni tipo. Quello che si presenta oggi è un impianto moderno, efficiente, organizzato, in cui si sente il peso dei denari investiti e capace di fondere il rispetto della tradizione e della storia che vi si è scritta con la modernità e l'approccio più attuale al motorsport. La galleria dei campioni collega l'edificio principale al paddock, ed è adornata con le immagini delle leggende di questo sport: Schumacher, Senna, Rindt, Stewart, Piquet. Sulla parete opposta campeggiano invece i poster di tutte le edizioni del GP, vere e proprie opere d'arte (alcune davvero meravigliose) che ricordano la storia di questa corsa.

Il media centre è forse il migliore dell'anno: una struttura spettacolare di vetro e acciaio costruito sopra la tribuna principale, incredibile per la visuale che offre sul rettilineo di partenza e su tutti i box; una rarità ormai nel panorama delle sale stampa attuali, sempre più sacrificate in stanzoni senza più vista sul tracciato e sull'azione, per fare spazio ai sempre più redditizi spazi del paddock club.

Emblema di tutto l'impianto è ovviamente il toro, proposto in ogni sua forma; dall'ingresso dell'edificio principale fino al centro della pista, dove campeggia l'immensa struttura di ferro simbolo del circuito. Ma è tutto quanto c'è anche intorno alla pista ad essere curato; oltre a quello che la struttura offre a giornalisti e addetti ai lavori, è interessante anche quello che c'è per gli spettatori in termini di organizzazione e cura: ampi parcheggi, intrattenimento diurno e serale, campeggi, musica e fiumi di birra ne fanno una delle mete più apprezzate e anche piacevoli da vivere dell'intero Mondiale.

Da Spielberg - Stefano De Nicolo' 

 

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