Ma, quindi, la lotta al titolo è un affare a due oppure il buon Valtteri può inserirsi e dire la sua? Se dovessimo fare un ragionamento sul talento puro probabilmente diremmo di no, pur riconoscendogli un potenziale degno di nota. Ma volte volte in Formula 1 non sempre ha trionfato il più talentuoso tra i contendenti bensì quello più continuo come capitato l'anno scorso con Nico Rosberg proprio su Hamilton.

E se andiamo ad analizzare i risultati di queste prime 9 gare notiamo come il finlandese nella prime uscite abbia limitato i danni conquistando due terzi posti (Australia e Bahrain) ed un sesto (Cina), cambiando completamente marcia nei successivi Gran Premi con due vittorie (Russia e Austria), due secondi posti (Canada e Azerbaijan), un quarto posto (Monaco) inframezzati dall'unico ritiro accusato a Barcellona. E particolare non da poco,  sfruttando i momenti poco felici dei "veri" contendenti per la corona iridata.

Un'altro dettaglio che stupisce del finlandese è l'assoluta riluttanza nell'entrare nella trappola dei giochini psicologi che, inevitabilmente, possono influenzare gli esiti di un Gran Premio. Lati del carattere o strategia atta a non essere troppo sotto la luce dei riflettori? Potrebbe essere anche la seconda opzione ma le ultime gare hanno dato la giusta fiducia ad un pilota che si sente sempre meno secondo come lui stesso ha dichiarato nel corso delle interviste post gara: "Mondiale? Io ci credo, e il team crede a me. Abbiamo ancora un lungo anno davanti e stiamo continuando a crescere. Mi sto godendo ogni momento e sono sicuro che andrà bene. Anche questa seconda vittoria è molto speciale. È importante per il campionato, perché dovevo avvicinarmi a Sebastian e Lewis che mi stanno davanti. Sono ottime sensazioni e la macchina è stata molto competitiva. È stato un weekend perfetto, con pole e vittoria. Spero di continuare così".

Se oltre alla consapevolezza del finlandese aggiungiamo le ottime partenze di cui è protagonista (Canada e non ultima quella di oggi) e la buona sorte che lo ha accompagnato nei casi in cui è stato coinvolto in contatti con altri piloti (Barcellona e Montreal) non è da escludere già a Silverstone un Bottas a caccia di punti preziosi per la scalata ad una vetta che solamente in Australia sembrava una pura e mera utopia. Sempre che ragioni di Stato (vedasi rinnovo del contratto) non riportino il serafico finlandese al posto disegnato per lui dalla Mercedes.

Vincenzo Buonpane

 

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