La storia che vede protagonista il nostro Antonio è di quelle belle da raccontare con un dolce, anzi dolcissimo, epilogo. Come avviene nelle favole.

Da un po’ di tempo a questa parte ogni anno, dopo l’esperienza con Prema in GP2 nel 2016 che lo aveva portato a un passo dal titolo andato invece al compagno di squadra Pierre Gasly, sembrava quello propizio per vedere Giovinazzi protagonista a tempo pieno nel Circus. Ma finora il driver di Martina Franca non aveva avuto questa occasione, in un mondo come quello della Formula Uno dove le logiche dei piloti paganti prendono il più delle volte il sopravvento, rimanendo in silenzio in “panchina” e attendendo il momento opportuno: perché prima o poi la meritocrazia e l’abnegazione al lavoro, dopo tanta gavetta, vengono sempre premiati e ripagati.

Ed ecco che quel desiderio, o sarebbe meglio dire quel sogno, come lo ha definito lo stesso Antonio, si è tramutato in splendida realtà. Siamo sicuri che saprà sfruttare al meglio questa occasione, dimostrando ancora una volta il suo valore (per chi non lo sapesse molte delle recenti vittorie colte negli ultimi anni in Ferrari sono giunte anche grazie al prezioso lavoro svolto al simulatore dallo stesso Giovinazzi, ndr) e rimarcando sia in pista che fuori le sue doti professionali e umane.

Dal punto di vista della crescita non potrà avere maestro migliore di Kimi Raikkonen, dal quale saprà certamente (se non l’ha già fatto) carpire tanti segreti accrescendo in esperienza.

Ora dunque non resta che effettuare il countdown verso Melbourne 2019, dove il prossimo marzo prenderà il via la prossima stagione. Perché, come recita il titolo di una canzone di Ligabue, il meglio deve ancora venire.

Good luck, Antonio!

Piero Ladisa