Passiamo al 1979 quando il Gran Premio del Brasile, dopo la breve parentesi del 1978 disputatasi sul circuito di Jacarepaguà, ritornò nuovamente a Interlagos. La gara fu totalmente dominata dalla Ligier che ottenne grazie a Laffite e Depailler l’unica doppietta della sua storia come scuderia. In seguito, dal 1980 fino al 1989 l'evento si spostò sul circuito di Jacarepaguà, visti i lavori di ammodernamento che si resero indispensabili sull'ormai obsoleto tracciato paulista. La prima edizione di questa gara su questo circuito fu caratterizzata dalla rimonta di Diedier Pironi che, dopo una lunga sosta ai box per un problema alla sua monoposto, si ritrovò in ventunesima posizione: a quel punto cominciò una feroce e lunga rimonta che lo portò fino alla quarta posizione finale. Intanto, ancora una volta il leader del Gran Premio del Brasile(in questo caso Jabouille) fu costretto al ritiro lasciando la vittoria René Arnoux, che conquistò il secondo successo per la Renault. Sul podio salì anche Elio de Angelis, che diventò così il pilota più giovane ad ottenere questo risultato, battendo il precedente detentore Bruce McLaren.

La gara del 1983 vide come vincitore Nelson Piquet, che diventò il primo pilota a vincere utilizzando la strategia del rifornimento in pista. Il pilota brasiliano fermò infatti ai box durante il 40° giro e impiegò 16 secondi per fare il rifornimento, tornando comunque in pista al comando della corsa. Inoltre, in occasione della vittoria di Piquet, per la prima volta la telecronaca brasiliana lanciò il “Tema de Victòria” che da questo momento sarebbe stato utilizzato come colonna sonora per celebrare le vittorie di Nelson Piquet, Ayrton Senna e degli altri piloti brasiliani.

Dopo il ritorno sul rinnovato circuito di Interlagos nel 1990, con la vittoria della Ferrari di Alain Prost, si arrivò quindi all'edizione 1991. Ayrton Senna era partito dalla pole position, quando la sua Mclaren manifestò un problema al cambio che lo privò della quarta marcia a aprtire dal 60° passaggio. Il pilota brasiliano dovette fare i conti via via con la perdita di tutte le marce, tranne le sesta. Senna diede sfoggio a tutta la propria bravura di pilota, e pur con grande difficoltà riuscì a controllare la McLaren in pista fino alla linea del traguardo. A fine gara, il pilota brasiliano si ritrovò totalmente distrutto e gli servì un aiuto sia per uscire dalla monoposto e anche dopo sul podio, per sollevare il trofeo come vincitore (per la prima volta) della gara di casa.

Mentre nel 2000 Michael Schumacher vinse il Gran Premio del Brasile, riportando la vittoria a Maranello dopo 21 anni, l'edizione 2003 fu caratterizzato dalla pioggia e dagli incidenti. La gara partì sotto il regime di safety car e solo dopo otto giri prese la sua valenza agonistica. Coulthard conquistò la testa della gara sopravanzando Barichello e riuscì a mantenere il comando fino a quando non dovette rientrare ai box per la sosta; passò così in testa Raikkonen, che però a causa delle non perfette condizioni delle gomme venne superato a Fisichella. Durante il 55° giro Webber andò a sbattere contro le barriere, disseminando la pista di detriti e coinvolgendo anche il sopraggiungente Alonso. Vista la pericolosità della pista, la gara venne dichiarata conclusa con la vittoria assegnata a Kimi Raikkonen per errore dei cronometraggi. Solo dopo due settimane, la FIA rivedette la classifica ed assegnò la vittoria a Fisichella, che conquistò il suo primo successo. 

Nelle stagioni 2006, 2007 e 2008 il Gran Premio del Brasile regalò alla Ferrari sia episodi amari che momenti di grande gioia, ancora oggi ben presenti nella memoria dei tifosi della scuderia. Nel 2006 Alonso conquistò il suo secondo titolo iridato, mentre Schumacher correva la sua ultima gara con la Ferrari prima del suo (primo) ritiro, con Massa che festeggiò la sua prima vittoria sul circuito di casa con una tuta speciale con i colori del Brasile. Nel 2007 la Ferrari celebrò il titolo iridato conquistato in maniera rocambolesca da Kimi Raikkonen, approfittando della lotta interna tra i due piloti della McLaren, Alonso e Hamilton.

Nel 2008 invece arrivò la beffa per Felipe Massa che accarezzò solo per una manciata di secondi il sogno di essere diventato campione del mondo. Ma il beffardo sorpasso di Lewis Hamilton su Timo Glock a poche centinaia di metri dal traguardo consegnarono il titolo al pilota anglo-caraibico. 

Nell'edizione del 2012, Sebastian Vettel su Red Bull, in piena lotta con Fernando Alonso su Ferrari, venne speronato al via da Bruno Senna e costretto alla rimonta dalle ultime posizioni. Il pilota tedesco iniziò così una furiosa rincorsa che lo vide scavalcare Schumacher, alla sua ultima gara prima del suo ritiro definitivo dal mondo delle corse, per la sesta posizione e conquistare i punti necessari per conquistare il terzo alloro iridato. L’edizione dell’anno scorso è stata vinta dallo stesso Sebastian Vettel, il quale tenterà di ripetersi anche quest'anno, rinnovando il proprio duello con Lewis Hamilton dalla prima fila dello schieramento.

Chiara Zaffarano