Protagonista nei primi due decenni della top class, Brabham è stato il driver che insieme a Juan Manuel Fangio vanta più titoli iridati tra le primissime generazioni di piloti. Sir Jack, che si è spento nel maggio 2014 dopo aver combattuto una lunga malattia al fegato, raggiunge l’apice della carriera in Cooper, prima scuderia a proporre l’innovativo motore posteriore, dove conquista i suoi primi due titoli nel biennio 1959-60.

L’inizio degli anni ’60, in cui prende corpo l’avventura nelle vesti di pilota-costruttore dell’omonima scuderia (1962), segna un vero e proprio periodo di crisi dove Brabham non riesce più a salire sul gradino più alto del podio. Torna al successo solamente nel 1966 (a ben sei anni dall’ultima affermazione), stagione in cui tornerà a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro conquistando il terzo e ultimo alloro: ad oggi mai nessuno è riuscito a vincere il titolo guidando una monoposto facente capo alla propria scuderia.

In realtà le gioie iridate avrebbe potuto essere quattro, se l’anno seguente (1967) il compagno di squadra, il neozelandese Denny Hulme, non gli avesse soffiato la corona iridata. Una situazione che incrinò i rapporti tra i due, con Brabham che decise di allontanare Hulme, accasatosi poi in McLaren. Il 1970 segna l’addio di Brabham dal Circus, non prima di aver centrato a Kyalami, gara inaugurale di quella stagione, la 14ma e ultima vittoria in carriera.

Dal 1966, anno del terzo trionfo iridato di Brabham, passano 14 anni prima di rivedere un nuovo australiano salire agli onori della cronaca. Infatti nel 1980, dopo la gavetta in Embassy, Surtess e Shadow, Alan Jones conquista lo scettro iridato a bordo della competitiva Williams FW07.

In quella stagione, il “mascellone” australiano centra in cinque occasioni il gradino più alto del podio, con la matematica certezza del titolo che giunge al termine della caotica gara di Montreal (GP Canada, 28 settembre 1980), dove nelle prime fasi di gara è protagonista di un contatto col rivale Nelson Piquet, successivamente costretto al ritiro per problemi al motore della sua Brabham.

Archiviata l’esperienza in Williams, al termine del 1981, dove comunque riesce a cogliere due successi, decide di appendere il casco al chiodo. Salvo poi tornare nuovamente nel Circus nel 1983 (a Long Beach con la Arrows) e nel biennio 1985-86 con la Lola Haas. Ma il ritorno non è ai livelli degli anni passati, difatti con il team americano va a punti solamente in due occasioni, prima di chiudere definitivamente la sua esperienza decennale nella top class.

Piero Ladisa