Grande Hamilton: qui mi riferisco in modo particolare ai detrattori del campione del mondo. Basta, basta e basta. Inutile tirare acqua verso i mulini Ferrari, inutile cercare alibi su obiettabili difetti dell’inglese. La realtà è che quest’anno Lewis è stato il migliore. Punto. Non ha praticamente mai commesso errori, ed ha sempre sostenuto dei ritmi in pista indemoniati. Cosa c’è di male ad ammetterlo? Anche perché secondo voi, se uno nell’arco di una stagione riesce a buttarsi alle spalle certi record di signori come Ayrton Senna e Michael Schumacher, come si fa ad accusarlo di qualcosa di sbagliato? Dai su, siamo seri… Ha vinto il quarto titolo e lo merita tutto. Il resto è aria fritta.

Vettel è l’uomo giusto? Non so quante persone si siano fatte questa domanda, ma ammetto che personalmente qualche dubbio su Seb io ce l’ho. E non è basato sul fatto che “ha perso” eh, perché è un pallino che permane da un po'. Per carità, l’ex Red Bull quando è in giornata è un razzo, e quando arriva in pista con l’occhio della tigre è un vero e proprio assassino. Ma siamo sicuri che valga un Hamilton o un Alonso? La velocità non gli manca, ma possiede anche quel surplus di cattiveria agonistica, furbizia e visione di gara di altri campioni?

Alonso e la Ferrari di Kimi Raikkonen: qui mi rendo conto che è una pura e assoluta fantascienza, ma quanto sarebbe bello riavere Fernando in Ferrari, magari in squadra con Seb? Ovviamente la cosa è impossibile per tanti motivi che non sto a spiegare, ma lo spagnolo continua a dimostrare che anche se la gente pensa che per lui ormai “sia finita”, in realtà è li che aspetta come un falco, pronto a mettersi tra le mani un volante competitivo che lo farebbe diventare di diritto il peggiore degli avversari per tutti gli altri. Anche perché poi, parlando proprio del sedile Ferrari fantasticamente menzionato, secondo voi Raikkonen è adeguato alla causa? So che qui beccherò il linciaggio dei tanti tifosi del finnico, ma come si fa ancora a difenderlo? E a dirlo non sono io, ma i risultati in pista del numero 7. E finiamola di dire: “Eh, ma Kimi a Montecarlo si è sacrificato e a Budapest poteva vincere”, perché non basta. Guida una Ferrari, è arrivato a più di 100 punti dal compagno, ed ha preso il quarto posto in campionato (su 4 vetture competitive presenti) solo per via dei guai di Ricciardo. Ed evito per gentilezza di ricordare anche che da quando è tornato in Ferrari, nel confronto con “tutti” i compagni di box che ha avuto ha sempre portato a casa circa la metà dei punti. Una volta era un gran pilota, su questo non c’è dubbio. Ma ormai, semplicemente non lo è più.

Renault sesta in campionato: innanzitutto complimentoni ai francesi. Arrivare sesti nel mondiale costruttori non è facile, specie considerando il problema Palmer che per quasi tutto il campionato non ha portato punti. Uno strascico però, rimane sul “fair play”: si è detto infatti, che dato che l’avversario diretto del team giallo era la Toro Rosso (motorizzata proprio Renault), la conquista della posizione finale sia stata plagiata su “voluti” problemi di power unit sulle monoposto di Faenza. I numeri dicono che effettivamente, le monoposto italo-austriache abbiano avuto più problemi nelle ultime 5 gare che in tutto l’arco del resto della stagione, ma vogliamo pensare che sia solo una coincidenza. Anche perché se così non fosse, gli uomini di Abiteboul avrebbero davvero bisogno di andare a confessarsi per Natale…

Bottas: “Nel 2018 punto al titolo”. Giuro, sono parole del finlandese. Visto il tale che nei weekend si veste come lui però, verrebbe da farsi solo una grassa risata, ma chi siamo noi per distruggere i sogni di un uomo? Per ora comunque, con questa dichiarazione un titolo l’ha ottenuto: quello sui giornali…

Leclerc e il ritorno di Alfa Romeo: applausi al francesino che ha distrutto la Formula 2 e che si è conquistato di diritto un sedile per il prossimo anno. Speriamo che la Sauber gli permetta di confermare le doti fin qui dimostrate. Una parola un po' di “sconforto” però, va alla manovra di rientro di Alfa Romeo in Formula Uno: sarebbe bellissimo rivedere il biscione nella massima categoria, oltre che un orgoglio per tutti noi italiani. Peccato però che tutta l’operazione sia una “sola”. Già perché in realtà, nonostante il casino fra i media eccitati per quest’incredibile rientro, stiamo parlando semplicemente di una Sauber che avrà Alfa Romeo come main sponsor nel 2018. Stop. Solo questo. Un adesivo sulla scocca. I propulsori infatti continueranno ad essere Ferrari. Un applauso quindi a Marchionne, che è riuscito a montare un bel sipario dal probabile ottimo ritorno economico. Però dai su, tra questo che sta succedendo e un reale rientro di Alfa in Formula Uno, ce ne passa… Che poi, anche la livrea: avevano a disposizione uno dei marchi più belli ed estetici del pianeta, e se ne escono con un incrocio tra una Bar Honda e una Super Aguri? Bah…

Liberty media: “Modificheremo le piste!” Chiudiamo con due parole su quanto affermato nei giorni scorsi da Ross Brawn. Pare infatti, che la nuova proprietà della Formula Uno abbia intenzione di rivalutare e modificare alcuni tracciati, per cercare di creare degli eventi che avvantaggino i sorpassi, le lotte e di conseguenza lo spettacolo. A dire dell’ex dt Ferrari, è al varo uno studio basato sui campionati di Formula Uno di un tempo, e se facessero davvero assomigliare l’attuale massima categoria a quella di un paio di decenni fa, saremmo in tanti ad essere felici. Anzi, al riguardo mi permetto anche di dare qualche “soffiata”: rimettiamo la ghiaia oltre i cordoli per punire gli errori, rimettiamo i rifornimenti in gara per smetterla di risparmiare carburante e per evitare che l’undercut continui a rimanere la regola d’oro per vincere, e soprattutto va compiuta quell’operazione importante che già da sola risolleverebbe di colpo le sorti della massima categoria: diamo una pedata nel fondoschiena a Hermann Tilke, se la merita ad honorem.

A risentirci il prossimo anno. Stavolta per davvero… E state tranquilli, ci adegueremo anche noi ai regolamenti con dei Focus in versione “Halo”.

Daniel Limardi