Piloti in partenza, dei veri e propri “pennelli”. Iniziamo dal via. Alzi la mano chi non avrebbe scommesso su un record di safety car in gara a causa delle numerose vetture già immaginate “spiaccicate” sui muri del castello di Baku. E invece no, è andato tutto liscio come l’olio. Tutti i piloti in griglia, sono arrivati in Azerbaijan con un religioso profilo “zen”, coscienti del fatto che il nuovo tracciato cittadino poteva nascondere parecchie insidie. Il risultato è che nessuno ha rischiato praticamente niente, e tutti sono stati più che cauti in partenza a pennellare la prima curva cercando quasi di non disturbare gli altri. E il proseguo non è stato diverso. Al traguardo non sarà segnalato nessun ritiro per incidente, con la safety car che avrebbe tranquillamente potuto essere portata in officina per un tagliando, tanto non è servita. Risultato? Sulla pista più contorta e discussa del mondiale, si è disputato l’evento più noioso degli ultimi lustri…

Rosberg disegna, Hamilton litiga coi pulsanti. Anche a Baku, il rendimento e l’approccio alla gara tra i due piloti Mercedes è stato completamente diverso. Da un lato c’è Rosberg, sempre tranquillo, molto metodico, proveniente da ore e ore di simulatore dove ha verificato tutte le variabili possibili ed ha studiato ogni soluzione a tutte le problematiche. Dall’altro invece c’è Hamilton, che forse nemmeno sa cosa si sia fatto in squadra nei giorni antecedenti al gran premio, e passa le sue giornate a twittare foto di sé mentre circumnaviga il pianeta. Fin qui, ai profani, potrebbe sembrare che quindi sia ovviamente Rosberg a svuotare sempre il banco. Ma invece non è cosi, dato che 3 titoli mondiali sono già all’attivo per Lewis, mentre Nico non ha vinto ancora sostanzialmente nulla. Il campione del mondo, come si sa, conta sempre e solo su un piede destro pesantissimo e su un talento fuori dal comune, che finora gli hanno permesso di ridicolizzare il compagno di colori. A Baku però, si è presentata per entrambi la variabile che non ti aspetti, quella che non si verifica mai e che viste le complessità del progetto non basta il talento per essere risolta. Entrambe le frecce d’argento, infatti, hanno presentato problemi di mancata potenza a causa di alcuni settaggi errati sul volante, ricordando, a chi non lo sapesse, che su quest’ultimo ci sono ben 151 possibili impostazioni da variare. E visto che gli aiuti via radio dai box sono vietati, tocca al pilota risolversi il problema. Il buon scolaretto Rosberg, ci ha messo appena due giri per capire cosa non andava, riuscendo subito a mettere tutto a posto per poter poi dominare la gara senza mai una sbavatura, quasi fosse un compasso tra i guardrail. Lewis invece, dopo un “comizio” via radio cercando di strappare informazioni al suo ingegnere, ha passato il gran premio a premere tutti i pulsanti che gli venivano davanti, senza riuscire a capire cosa non andasse. Il risultato è stato un deludente quinto posto, con un ritmo sul giro di oltre un secondo più lento del compagno. La morale, caro Lewis, è che di certo è vero che sei un fenomeno e puoi permetterti di contare solo sul talento per vincere, ma con “questo” Rosberg e dopo un inizio di mondiale non esaltante, forse sarebbe il caso di passare più tempo a Stoccarda, per cercare di eliminare eventuali variabili simili che potrebbero ripresentarsi durante la stagione….

Ferrari : positiva o negativa? Più si va avanti nella stagione, e più si fa fatica a valutare la scuderia di Maranello. Sull’asfalto di Baku, le Rosse hanno figurato benissimo, agguantando un secondo posto con Vettel e un quarto con Raikkonen. Mica male, verrebbe da pensare. Specie calcolando che il distacco dal leader di 18 secondi di Vettel è abbastanza “umano” se paragonato a tutti gli altri. L’altra faccia della medaglia però, è che ancora una volta sono arrivate delle bastonate da Stoccarda. In qualifica, vista anche la lunghezza del tracciato, i distacchi si sono dovuti calcolare con il calendario, senza pensare che il poleman Rosberg ha persino abbandonato il sedile con largo anticipo senza cercare di migliorarsi ancora. Il tutto per un Arrivabene dallo sguardo sempre più cupo, cosciente del fatto che loro, quel tempo in qualifica, non sarebbero riusciti a farlo nemmeno con una bombola irregolare di NOS da sfruttare sul lunghissimo rettilineo. In mezzo per giunta, ci sono finite ancora una volta altre vetture, con Perez e Ricciardo a dimostrare che potevano andar più forte di loro. E la gara? In gara è vero che il distacco è stato di “soli” 18 secondi, ma è anche vero che Rosberg era lì davanti da solo a passeggiare, dimostrando con il giro record sul finale, che sarebbe potuto andare ben più forte di come sembrava. Dispiace dirlo, ma salvo miracoli improbabili, anche per quest’anno non ci sarà nessuna lotta con la Mercedes, dimostratasi di nuovo una vettura nettamente più avanti nel confronto con la concorrenza.

Perez, diploma di maturità. Riferito ovviamente, alla maturità in Formula Uno. Ancora una volta, “Checo” ha portato la Force India sul podio, guidando fortissimo tra i muri di Baku e dimostrando in qualifica di essere l’unico a riuscire a contenere il distacco dalle Mercedes nei limiti dell’umano. Nonostante il circuito impervio, non ha sbagliato niente nemmeno qui (come ormai fa sempre), e ha dato una “vita” di distacco a quel suo compagno di casacca che un paio di stagioni fa si credeva un fenomeno e voleva la Ferrari. Dopo qualche stagione di esperienza, Perez è la dimostrazione vivente che il “salto di qualità” si può fare, trasformandosi a tutti gli effetti in un pilota appetibile per parecchie scuderie. Bravo Sergio.

Applauso al circuito di Baku. Per concludere i nostri focus settimanali, spendiamo due parole sul nuovo tracciato che ha funzionato benissimo. Alla vigilia dell’evento, in tanti si chiedevano come sarebbe andata su circuito cosi strano, caratterizzato da rettilinei infiniti seguiti da “muri”. Il risultato sono solo applausi per l’Azerbaijan, dove sono stati capaci di creare un circuito sicuro, spettacolare e idoneo ad ospitare una gara di Formula Uno. Tutto ha funzionato a meraviglia, e l’organizzazione è stata impeccabile, meritandosi la presenza in calendario per le prossime sette stagioni. Che possa diventare una “Montecarlo 2.0”?

Ora appuntamento in Austria, sul circuito di Zeltweg, di proprietà Red Bull. Dove sicuramente i “bibitari” vorranno ben figurare davanti al loro pubblico e cancellare il tracollo avuto a Baku e dove la Ferrari andrà ancora a caccia della prima vittoria stagionale. Una cosa però è certa: la Mercedes non sarà molto d’accordo con i buoni propositi degli avversari…..

Daniel Limardi