Partenza ok, ma poi…: data la location contorta, allo spegnersi dei semafori sorprende il fatto che tutti escano senza contatti dalla prima curva. Quella che sembra una piacevole attenzione da parte dei piloti però, in realtà rappresenta solo la quiete prima della tempesta. Alle successive frenate di curva 2, 3 e 4 infatti, sul circuito sembra abbattersi una pioggia di meteoriti: tanti pezzi di carbonio si innalzano in cielo da tutte le parti, frutto di molteplici mini collisioni tra praticamente tutte le monoposto della griglia ad eccezione dei primi cinque. A farne le spese più grandi sono Raikkonen, Ocon, Alonso e Sirotkin. Ad avere la peggio saranno il pilota della Force India e quello della Williams, mentre Kimi e Fernando riusciranno (dopo aver forzatamente pittato al primo giro) a proseguire il Gran Premio.

Safety car e poi via: ovviamente, dopo quanto appena descritto, già dal primo giro inizia la “sagra della safety car”. Sul tracciato di Baku infatti, la vettura di sicurezza è subito chiamata in causa, congelando la corsa praticamente subito. Al momento della ripartenza, a stupire è la manovra di Sebastian Vettel, che per non perdere la prima posizione a causa della scia “eterna” che le due Mercedes gli prenderebbero sul lunghissimo rettilineo, anziché accelerare come al solito in anticipo decide di procedere a rilento fino alla linea del traguardo, per non concedere nessun vantaggio agli avversari. La “pensata” riesce benissimo, nello stupore generale dei muretti box. Da li in poi Seb vola, e stacca le frecce d’argento con un ritmo che fino al momento dell’unica sosta ai box gli vale circa 8 secondi di vantaggio sugli inseguitori.

Mercedes prova a sorprendere: il primo ad aprire le danze nella pitlane è Lewis Hamilton. Il “nero” infatti manifesta alti degradi abbastanza in anticipo rispetto agli altri, e si ritrova ben presto costretto a fermarsi. Al rientro in pista però, la gomma “gialla” montata (l’unica che può permettergli la sosta singola) non sembra avere un gran ritmo, e il campione del mondo si ritrova a perdere terreno nonostante gli altri stiano girando con pneumatici molto più usati. Per tale motivo tutti cercano di allungare il più possibile il proprio stint, consci che altrimenti dopo il cambio gomme si ritroverebbero inesorabilmente a girare più lenti. Causa forza maggiore però, dopo Lewis è proprio Vettel a dover effettuare la sosta, rallentato vistosamente da un problema di “groening” sull’anteriore destra. Bottas si ritrova così al comando della gara, e visto che le sue gomme stanno parecchio bene, a Stoccarda decidono di provare a vincere sorprendendo gli avversari: gli uomini di Wolff infatti, optano per ritardare il più possibile il cambio pneumatici del finlandese, per tentare di effettuare la sosta in un momento della gara adatto a poter montare la mescola ultrasoft e poter così cercare di raggiungere la Ferrari.

I tori si incornano: mentre tutti siamo intenti a fare calcoli sulla possibile rimonta di Bottas su Vettel, ci pensano i bibitari a rompere gli indugi. Già da qualche giro infatti, i due alfieri di Milton Keynes se le stanno dando di santa ragione, arrivando persino a toccarsi in varie occasioni. Tutto fino al giro 40, durante il quale succede quello che gli austriaci non avrebbero mai voluto vedere: Ricciardo prende la scia del compagno, e alla staccata della prima curva “finta” un attacco all’esterno per poi lanciarsi all’interno della vettura gemella. La frenata è già di per se violentissima, e per di più Verstappen davanti compie come al “suo solito” molteplici micro cambi di direzione che mettono Daniel in una situazione dalla quale a quel punto non poteva più uscirne pulito. Il seguito è praticamente scontato: i due tori finiscono per incornarsi in curva 1, danneggiando irrimediabilmente le vetture e portando a casa un doppio ritiro, nella rabbia più totale di Newey e Horner. Che disastro!

Finale thriller: dopo il contatto fra le Red Bull, ancora una volta viene chiamata in causa la Safety car. Ovviamente Bottas approfitta per fare il suo unico pit, ma la Ferrari si dimostra subito sveglia e richiama dentro anche Vettel, nonostante la sua gomma gialla gli potrebbe permettere di arrivare al traguardo (con però Bottas alle calcagna su gomma migliore, che sicuramente l’avrebbe passato). Al momento della ripartenza per giunta, un inspiegabile Groesjan si va a spiaccicare sul muro mentre scalda le gomme, costringendo la vettura di sicurezza a prolungare la presenza in carreggiata e rendendo di fatto la gara uno sprint finale di soli 4 giri. Al via, Vettel tenta subito l’attacco su Bottas, ma le gomme non ancora in temperatura vanno in bloccaggio e si spiattellano, portando lungo il tedesco in curva 1 e costringendolo poi a perdere la posizione sia su Hamilton e Raikkonen che lo seguono da vicino, e addirittura anche su Perez. A questo punto i giochi sembrano fatti, con una doppietta Mercedes ormai all’orizzonte. Ma al penultimo giro, Valtteri colpisce un detrito sul rettilineo e si ritrova con una foratura che lo costringerà a ritirarsi. Vince così un fortunatissimo Hamilton che fino a lì è stato praticamente invisibile, seguito da Raikkonen che paradossalmente al giro 2 era ultimo. Che gara.

Applauso senza parole: chiudiamo i focus di questa settimana con un applauso. Per chi? Per Charles Leclerc ovviamente. E pensiamo non serva specificarne i motivi. Gran manico, gran futuro. Bravo!

Daniel Limardi