Lewis, sei partito? Sicuramente è questa la domanda che Toto Wolff avrà fatto via radio ad Hamilton, guardando “ad occhi chiusi” lo spegnersi dei semafori. Visti gli ultimi eventi, per le fasi di partenza c’era tanta pressione sul campione del mondo, che ultimamente non riusciva ad azzeccare uno start. Ma ad Austin LH44 non ha fatto sconti, e ha fatto filare tutto liscio girando senza problemi in testa alla prima curva, mantenendo così la posizione guadagnata con la pole position "bomba" del sabato e non mollandola fino al traguardo. Visto il vantaggio del compagno in classifica, non si sa se quanto mostrato basterà per la causa. Ma quel che è certo, è che con questo sigillo l’inglese si porta a quota 50 con le firme sui singoli gran premi, a “meno 1” dall’apparentemente inarrivabile Alain Prost (fermo a 51). Se dovesse vincere altre due gare (ed è solo questione di tempo), diventerebbe il secondo pilota di “tutti i tempi” per numero di vittorie, dietro solo a sua maestà “kaiser Schumacher”. Mica poco….

La condotta di Rosberg. Si ok, è vero che Nico ad Austin ha preso paga dal compagno sia in qualifica che in gara. Ma va considerato, però, che il figlio di Keke potrebbe essere entrato in modalità “ragioniere”. Al numero 6 infatti, basta arrivare sempre dietro Lewis per laurearsi campione del mondo. E lui questo lo sa. In America difatti, il biondino di Stoccarda non ha rischiato praticamente niente. Ha dato spazio a Ricciardo alla prima curva, ed ha atteso il momento buono durante la corsa per occupare la seconda posizione, senza mai mettersi nelle condizioni di dover correre rischi inutili. Questo atteggiamento magari potrà far storcere il naso ai puristi, ma la matematica dice che Rosberg ha ragione. E visto che il premio finale potrebbe anche non ripresentarsi mai più, è giusto ed intelligente giocare d’astuzia. Bravo Nico, potrebbe davvero essere la volta buona….

La resa di Verstappen e di Raikkonen. Tra le poche emozioni del weekend, da segnalare i rispettivi ritiri di Max Verstappen e di Kimi Raikkonen. Il primo ad abbandonare è il figlio di Jos, che rimane senza marce e ai limiti dello stallo del propulsore poco dopo un’inspiegabile sosta ai box, dove ha “pittato” di propria iniziativa interrompendo di colpo il “tressette” del team, il quale si è reso conto della situazione soltanto dopo il colpo di clacson dell’olandese. Sorte diversa invece per Iceman, che percorre pochi metri in pitlane dopo la sua ultima sosta ai box, per poi ritrovarsi costretto ad accostare a causa della ruota posteriore destra non fissata. Peccato.

La disfatta Rossa. A costo di sembrare scontati, un’ennesima piccola analisi la merita la Ferrari. Ancora una volta, come se ci fosse bisogno di rimarcare la situazione, la prestazione di Maranello è stata...ridicola. Mai competitivi durante le prove, lentissimi in qualifica. Piccolo barlume di speranza durante alcune fasi di gara, ma niente di solido. La competitività non esiste assolutamente, e la vettura continua a dimostrarsi inadeguata sotto ogni aspetto e su qualsiasi asfalto. Per dirla tutta, sembra smarrito anche Sebastian Vettel, completamente irriconoscibile nel confronto con la passata stagione. Il 4 volte iridato, sia in qualifica che in gara, fatica moltissimo nel confronto con Raikkonen, e appare spesso inadatto per possibili lotte per il vertice. E’ vero che ha vinto 4 mondiali e che non ha nulla da dimostrare, ma se non consideriamo l’anno scorso, Seb sta forse confermando di non essere quel tipo di pilota che sa guidare “sopra” i problemi del mezzo. Forse a Maranello, oltre alla situazione tecnica, dovrebbero anche riconsiderare la questione piloti, perché a meno di superiorità imbarazzanti (vedi periodo Red Bull campione del mondo), se i cavalli vincenti fossero parecchi, Vettel sarebbe forse il fantino meno agguerrito. Ps: la rivalutazione andrebbe forse estesa anche ai vertici del team, visto che quel Maurizio Arrivabene che l’anno scorso sembrava un profeta in terra santa, da qualche gara a questa parte appare sempre più imbarazzato, con espressione depressa e col vocabolario delle scuse ridotto ai minimi termini….

Date una macchina ad Alonso. L’unica vera soddisfazione della domenica, l’ha regalata ancora una volta Fernando Alonso. Su una vettura ai limiti dell’improponibile, continua a dare spettacolo, dimostrando doti e tempi da eterno fuoriclasse. Nelle fasi finali della corsa lo abbiamo visto liberarsi di Massa prima e di Sainz dopo, fino ad agguantare una quinta piazza finale con una cattiveria agonistica degna di un cannibale. In classifica si ritrova praticamente il doppio dei punti del compagno, e da come guida fa capire alla compagnia che, nonostante gli anni che passano, con una vettura all’altezza di questo nome è ancora lui uno dei "bulli" del parco giochi. Diamo una monoposto a quell’uomo, perché se è vero che Hamilton è il “superman” dei piloti, Fernando è sicuramente un gran bel muro di criptonite…

Appuntamento tra pochissimi giorni con il terz'ultimo appuntamento della stagione. Si va in Messico, dove Rosberg si ritrova alle prese con il primo Match Point della carriera. Certo, per vincere il Mondiale già li dovrebbero concatenarsi una serie di eventi rari e difficilmente prospettabili, ma la Formula Uno ci ha insegnato che non bisogna mai dar retta ai pronostici. Staremo a vedere…

Daniel Limardi