Ed è proprio il nuovo corso del tecnico nativo di Losanna e cresciuto nel Reparto Corse del Cavallino ad essere al centro dell'attenzione, nel tentativo di capire su quali binari di sviluppo procederà la SF16-H in attesa della nuova monoposto 2017. Un'annata che si prospetta cruciale, soprattutto per le novità regolamentari che rappresentano innegabilmente una ghiotta occasione per tutti i team, Ferrari in primis, vogliosi di recuperare il gap tecnico che li separa dalla Mercedes.

"Ci stiamo preparando per il 2017 ma nel frattempo continueremo anche lo sviluppo della monoposto di quest'anno. Tutto ciò - ha evidenziato il Team Principal - vedrà la nuova organizzazione portare avanti un lavoro di gruppo, quindi facendo parlare tutti i vari settori tra loro. La novità più importante è che non ci sarà più la macchina del signor X o Y, ma essa verrà sviluppata grazie al lavoro comune di tutti i gruppi che saranno chiamati a realizzarla. La differenza è che mentre da un lato c'è l'idea o l'intuizione di un singolo, attorno alla quale vengono chiamati in causa i vari compartimenti stagni e non per lavorare al fine di poterla realizzare, dall'altro quando vi è un lavoro di gruppo i vari compartimenti sono chiamati per forza di cose a collaborare al fine di realizzare l'obiettivo comune. In questa maniera hanno la possibilità di emergere anche le cosiddette seconde linee, per dare voce a chi sino ad oggi è stato abituato ad eseguire e quindi a non pensare. Naturalmente nel momento in cui è stata presa quella decisione (l'addio a Allison, ndr) la squadra era già stata organizzata di conseguenza. Cambiamenti ancora in corso? Non voglio rispondere a questa domanda. 

In merito all'arrivo di eventuali futuri innesti provenienti dall'esterno (nel paddock di Hockenheim era circolato il nome di Paddy Lowe, ndr), la replica di Arrivabene è stata secca: "I talenti noi li abbiamo in casa. Casomai occorrerebbe chiedersi, nel momento in cui queste risorse non vengono adeguatamente valorizzate, cosa si potrebbe fare per consentire loro di emergere. Ma quando si riesce ad integrarle in un progetto comune, con un obiettivo preciso da raggiungere, allora tutto cambia. Ed a quel punto non si avverte più il bisogno di fare affidamento a risorse esterne: questo semmai avviene quando si vuole andare a caccia del mega-talento, che imprime con le proprie idee la direzione verso cui incanalare le energie. In assenza di questo, la cosa migliore è affidarsi a una figura di manager e coordinatore, nel nostro caso di Mattia, con il quale fissare degli obiettivi precisi e far lavorare la struttura per poterli raggiungere".

Per quanto riguarda gli attuali problemi che affliggono la SF16-H, Arrivabene ha individuato tre aree chiave attorno alle quali di concentreranno gli sforzi dei tecnici di Maranello da qui al termine della stagione: "Sappiamo che dobbiamo lavorare per recuperare downforce meccanica e aerodinamica. Inoltre c'è anche il discorso gomme, visto che in svariate occasioni abbiamo avuto grossi problemi a capire come farle funzionare. E' innegabile che la Red Bull abbia fatto molti passi avanti, mentre invece noi da Barcellona in poi non siamo riusciti a migliorare come avremmo voluto. In certe aree, non capendo il problema ci siamo fermati".

La pausa estiva servirà innanzitutto per ricaricare le pile, ma anche per elaborare nuove idee, visto lo stop forzato di due settimane imposto dal regolamento. Nell'auspicio che il back-to-back previsto tra Spa e Monza possa tornare a restituire il sorriso e la speranza alla moltitudine di fans della Rossa.

DA HOCKENHEIM - MARCO PRIVITERA

 

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