L’obiettivo massimo per un pilota che si affaccia sulla scena della Formula Uno è quello – senza dubbio – di vincere gare e titoli, ma ce n’è anche un altro, più prestigioso: guidare una Ferrari. Quella monoposto di colore rosso che rappresenta l’essenza di questo sport. Felipe realizza questo “sogno” nella stagione 2006, quando proveniente dalla Sauber approda alla corte del Cavallino per sostituire Rubens Barrichello, passato alla Honda dopo aver vissuto e contributo al ciclo d’oro di Maranello targato Michael Schumacher. Proprio il tedesco, come ama ricordare ancora oggi lo stesso Massa, è stato un maestro e punto di riferimento importante nel suo processo di crescita. Un vero e proprio mentore.

Con un totem come Schumacher, Massa deve naturalmente recitare il ruolo di comprimario in Ferrari, ma questo non gli nega di ritagliarsi i propri spazi e le prime soddisfazioni. Come la prima pole e la prima vittoria, centrate sul tracciato dell’Istanbul Park, a cui fa seguito la prima affermazione nella sua Interlagos. Al termine del 2006 Schumacher dà l’addio (temporaneo) al mondo della Formula Uno, con la Ferrari che sceglie Kimi Raikkonen come successore del Kaiser. A conclusione di una stagione carica di tensione, per via della vicenda della Spy Story che vede protagoniste Ferrari e McLaren, Raikkonen si laurea campione del mondo, con Massa che da buon scudiero cede la prima posizione al compagno di squadra ad Interlagos, atto finale del campionato 2007.

Il 2008 sembra essere l’anno di Felipe. Malgrado alcune cocenti battute a vuoto (la rottura del motore in Ungheria a tre giri dalla fine, il problema durante la sosta nel GP di Singapore), Felipe contende, nella sua Interlagos, il titolo a Lewis Hamilton. Per l’inglese della McLaren, a distanza di un anno, sembra concretizzarsi una seconda “Waterloo”, ma il sorpasso compiuto all’ultimo curva ai danni della Toyota di Timo Glock permette ad Hamilton di guadagnare quei punti necessari per conquistare l’iride, al termine di una gara caratterizzata dai capricci del meteo brasiliano. Una beffa atroce per Massa che, qualche secondo prima, aveva tagliato il traguardo in prima posizione e da campione del mondo. Sul podio l’emozione pervade il brasiliano, che saluta il pubblico amico con il viso bagnato dalle lacrime.

La tragedia sportiva consumatasi a Interlagos è l’anticamera del grave incidente che vede protagonista Felipe l’anno successivo all’Hungaroring. Una molla, staccatasi dalla BrawnGP di Barrichello durante la seconda manche di qualifiche, colpisce a folle velocità (circa 260 km/h) in pieno il casco verde-oro del connazionale, che perde i sensi andando a sbattere contro le posizioni posizionate all’esterno di curva 4 della pista magiara. Operato per rimuovere alcuni frammenti ossei causati dalla frattura cranica, il brasiliano è costretto a concludere anzitempo la propria stagione 2009.

Nel 2010 Massa riprende il volante della sua Ferrari, trovando Fernando Alonso come nuovo compagno di squadra. Una presenza “scomoda” quella dello spagnolo, troppo accentratore, con il brasiliano che viene retrocesso allo “status” di seconda guida, dovendo rispettare gli ordini di scuderia che gli vengono imposti dal muretto box del Cavallino. Come capita ad Hockenheim, quando con quel “Fernando is faster than you” gli viene ordinato di lasciare strada ad Alonso.

Con i risultati che stentano ad arrivare e prestazioni altalenanti, il brasiliano capisce che il suo tempo a Maranello è giunto al capolinea e a fine 2013 saluta la Ferrari decidendo di abbracciare la causa della Williams. Con l’addio alla Rossa, Massa chiude il periodo più importante, professionalmente parlando, della propria carriera. Dopo Schumacher è il pilota che ha disputato più stagioni consecutive (8) e più gare (139) con la scuderia del Cavallino.

Con il team di Grove Massa ottiene buoni risultati, come la pole in Austria (2014) e quattro terzi posti, l’ultimo dei quali colto a Monza nella passata stagione. Proprio a Monza (dove il suo mentore Schumacher diede il primo addio al mondo delle corse nel 2006) Massa ha annunciato lo scorso settembre la decisione di ritirarsi dalla top class al termine della stagione.

Così è diventato inevitabilmente speciale l’ultimo weekend disputato a Interlagos, con quella meravigliosa e commovente standing ovation che i connazionali e meccanici dei principali team gli hanno tributato durante il rientro ai box dopo il ritiro in gara.

Terminato il Gran Premio di Abu Dhabi, calerà dunque il sipario sulla carriera di Massa in Formula Uno. Professionale, cordiale, educato, mai una parola fuori posto. Con queste qualità – non comuni a tutti – ricorderemo l’uomo e il pilota Massa, a cui il destino (è giusto sottolinearlo) non ha riservato quelle giuste soddisfazioni che certamente meritava. Obrigado Felipe!

Piero Ladisa 

 

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