E' stato uno dei maggiori protagonisti nel campionato di Formula Renault 3.5 da poco terminato, conquistato da Carlos Sainz jr. e da lui concluso al quinto posto. Ma, soprattutto, è salito alla ribalta del grande pubblico per il suo contratto con il team Sauber in Formula 1, grazie al quale ha debuttato nei test in Bahrain e recentemente esordito in un week-end di gara in occasione dello scorso Gp di Russia, quando si è positivamente distinto al volante della monoposto elvetica nel corso della prima sessione di prove libere. Lui è Sergey Sirotkin, 19 anni e tanta voglia di dimostrare tutto il proprio valore. Perché, a dispetto di chi considera i piloti della nuova generazione russa spinti soltanto dal proprio portafoglio, il pilota di Mosca ha già fatto vedere di essere parecchio veloce. Sempre accompagnato dai paterni consigli del proprio manager, l'italiano Gianpaolo Matteucci, nonostante la Sauber abbia preferito puntare sul corposo budget messo a disposizione da Ericsson e Nasr in vista della stagione 2015, lui non si è perso d'animo, mostrando una maturità di gran lunga superiore alla sua giovane età. Basta infatti fare due chiacchiere con lui per intuire dal suo sguardo una determinazione che sicuramente potrà aiutarlo ad arrivare lontano.

Al termine di un'impegnativa stagione disputata in Formula Renault 3.5 e conclusa con un quinto posto in classifica, qual è il voto che ti senti di dare alla tua annata trascorsa tra le fila del team Fortec Motorsport?

In questa stagione ho avuto un inizio difficile con svariati problemi tecnici; siamo stati veloci e pronti a dare battaglia praticamente ovunque, ma alcuni imprevisti di natura principalmente elettronica ci hanno pesantemente condizionato in campionato. Quando tutto è filato liscio abbiamo ottenuto degli ottimi risultati: 1 vittoria, 4 piazzamenti a podio e 1 pole position sono lì a dimostrarlo. Se dovessi darmi un voto mi darei un 7, considerando il fatto che ho sempre dato il massimo ma che problemi esterni mi hanno talvolta costretto nelle retrovie.

Nonostante questi problemi, sei però riuscito a conquistare un prestigioso successo nella gara di casa al Moscow Raceway. Quali sono momenti che ricorderai di questa stagione, sia in positivo che in negativo?

Di sicuro, ho dei fantastici ricordi a proposito della mia vittoria a Mosca; è stato fantastico potermi imporre davanti ai miei fans ed ai responsabili della SMP. Ricordo anche con piacere l'ultimo weekend disputatosi a Jerez, dove ho conquistato un buon podio in Gara 1 prima di essere autore di una bella rimonta nella seconda manche, nonostante i problemi ai freni accusati lungo tutto il fine settimana. Il primo podio stagionale, ottenuto a Monza in Gara 2, è stato un momento altrettanto piacevole, in quanto mi ha dato subito fiducia in vista della stagione che era appena iniziata. Al contrario, ho un ricordo decisamente negativo del weekend di Monaco, dove non sono mai riuscito a sentire la vettura realmente sotto controllo e dove ho stallato al via della gara a causa di un problema elettronico. Ma di sicuro il momento peggiore l'ho vissuto in Ungheria, dove sono stato impossibilitato a spingere come avrei voluto a causa di un errato set up sulla mia vettura: ogni volta che tentavo di forzare un po' la macchina diventava nervosa ed impossibile da guidare.

Hai avuto durante l'anno al tuo fianco un compagno veloce e competitivo come Oliver Rowland. Che rapporto avete sviluppato durante la stagione? Rivalità o collaborazione?

Oliver è davvero un buon pilota ed insieme abbiamo subito collaborato senza problemi: molte volte, al termine delle qualifiche o della gara, ci siamo ritrovati a parlare delle nostre rispettive sensazioni a proposito della macchina o del tracciato. Sfortunatamente non ho avuto molte opportunità di conoscerlo al di fuori delle piste, ma so che è un ragazzo intelligente e simpatico.

La Formula Renault 3.5 ha sfornato negli ultimi anni diversi giovani talenti che in seguito sono poi riusciti ad approdare in Formula 1: credi che si tratti ancora della migliore categoria per potersi preparare al grande salto?

Sì, credo che sia la serie ideale per forgiare e far crescere i piloti, in quanto il livello di competizione è molto alto e la vettura non è affatto semplice da assettare e portare al limite. Magari, dando anche un'occhiata al confronto con la GP2 Series, potrei dire che forse la World Series by Renault dovrebbe inserire qualche pista in più del Mondiale di Formula 1 nel proprio calendario, proprio per preparare in maniera ancora più adeguata i propri piloti al salto verso il Circus.

Quest'anno hai avuto modo di salire a bordo della Sauber di Formula 1 in due occasioni, prima durante i test in Bahrain e successivamente nelle prove libere 1 a Sochi: quali differenze hai riscontrato in termini di guida e messa a punto rispetto alla Dallara-Zytek?

La principale differenza che ho trovato riguarda senza dubbio la velocità di percorrenza delle curve: il grip è molto elevato e si può spingere davvero forte. Di sicuro la Formula 1 dispone di una maggiore potenza rispetto alla F.Renault 3.5, ma non ci si accorge nemmeno troppo della velocità più alta grazie al fattore aerodinamico; capisci di stare andando molto veloce quanto ti accingi ad entrare in curva e sei costretto a frenare con un sacco di energia, anche se la macchina ti dà una grossa mano anche sotto questo punto di vista. In Formula 1 c'è anche molta più elettronica ed ogni istante, mentre sei al volante, ci si confronta via radio con gli ingegneri al muretto box, i quali ti suggeriscono cosa sia più opportuno fare per migliorare la tua performance in ogni singolo punto del tracciato.

Qual è l'aspetto che più ti ha colpito del mondo della Formula 1? L'affetto dei fans, l'attenzione dei media, l'organizzazione dei team o qualcos'altro?

La cosa che mi ha impressionato di più riguarda la presenza dei media: una volta fuori dall'abitacolo e completati i briefing tecnici con gli ingegneri, tutto il tempo è impiegato nelle interviste oppure nella partecipazione ad eventi. Ad essere sincero il mio debutto in un weekend di Formula 1 è stato proprio nella mia gara di casa, in Russia, e questo mi ha inevitabilmente posto al centro dell'attenzione.

Infine, non possiamo non dare uno sguardo alla prossima stagione: progetti e speranze.

Bella domanda. Negli ultimi 2 mesi il mio manager ha lavorato sodo per organizzare nel migliore dei modi il mio futuro. Di sicuro il prossimo anno mi piacerebbe essere in Formula 1, ma ci sono anche svariati aspetti da considerare: sfortunatamente, stiamo attraversando uno dei peggiori momenti per il Circus e di certo questo non aiuta un rookie come me. I posti a disposizione sono molto limitati e non possiamo fare miracoli, ma come sempre cercheremo di fare del nostro meglio!"

Marco Privitera

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