Stavolta non è uno scherzo. Bernie Ecclestone si è ufficialmente dimesso dal trono della Formula 1. La notizia ha del clamoroso, anche se in realtà quella del capo della Formula One Management, la società che gestisce i diritti della Formula 1, è solo una fuoriuscita "a metà". Non a caso, la mossa di Bernie arriva dopo che la Procura di Monaco di Baviera ha annunciato l'avvio dell'azione legale nei suoi confronti, in seguito all'accusa di corruzione mossagli per aver depositato un assegno di 44 milioni di dollari al banchiere Gerhard Gribkowsky, al fine di facilitare il passaggio di consegne della holding legata alla Formula 1. Le dimissioni, dunque, sarebbero giunte solo per evitare di coinvolgere la FOM da conseguenze legate ad una possibile condanna del proprio numero 1, anche perchè secondo una clausola sottoscritta nel 2001 con la Fia, il gestore della società non può essere condannato per un reato penale nel corso del proprio mandato. Ecclestone, difatti, continuerebbe a mantenere difatti tutti gli incarichi operativi, pur essendo soggetto ad un maggiore controllo da parte del Consiglio d'Amministrazione: un abile dribbling che però sancisce comunque un evento di innegabile rilievo nell'ambito della storia della Formula 1 moderna.

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