Il comunicato stampa diramato nel pomeriggio di ieri dal team Marussia ha confermato le condizioni “critiche ma stabili” di Jules Bianchi che, a seguito del terribile incidente occorsogli la scorsa domenica nelle battute finali del GP del Giappone, è ora ricoverato in terapia intensiva al MIE General Medical Center di Yokkaichi. L'unico riferimento alla tipologia di conseguenze subite dal francese in seguito violentissimo urto contro il mezzo di soccorso riguarda un "danno assonale diffuso".

Ma di cosa si tratta? Questa lesione è dovuta a uno spostamento anomalo del cervello nella scatola cranica, causato da una violenta decelerazione o da un'improvvisa rotazione della testa rispetto al collo e al resto del corpo. Consiste, utilizzando termini un po’ più comuni, in uno “strappo” che danneggia le fibre nervose che collegano i neuroni tra loro. Si fa largo quindi l’ipotesi che che la testa di Jules non abbia impattato direttamente sulla paratìa del mezzo di soccorso, o che l’abbia solamente colpita di striscio, e che il danno sia stato provocato appunto dalla decelerazione e dall'anomalo movimento della testa, piuttosto che da un vero e proprio urto.

Se andiamo ad indagare sulle conseguenze di un simile trauma, purtroppo le notizie non sono confortanti: in seguito a un DAI, infatti, possono sorgere deficit cerebrali di tipo sensitivo e comportamentale, sino ad arrivare a stati vegetativi e morte nei casi più gravi. Altra cattiva notizia è il fatto che questi “strappi” non possono essere riparati e che quindi le lesioni sono irreversibili. Il sistema HANS, dispositivo indossato da tutti i piloti e di cui vi avevamo parlato proprio la scorsa settimana (qui il link all'articolo) è pensato per prevenire fratture alla base del cranio, ma in questo caso non è stato efficace nella prevenzione di questo differente tipo di trauma.

Anche il dottor Gary Hartstein, ex-medico della FIA, ha voluto dire la sua intervenendo sul proprio blog: "Gli assoni sono dei cavi isolati in grado di condurre gli impulsi nervosi in maniera più rapida. Essi sono coperti da una membrana grassa che li rende di color biancastro. Il DAI solitamente danneggia la materia bianca del cervello. Presentandosi in maniera diffusa risulta più difficile intervenire su un punto specifico, non essendo localizzato come avviene in presenza di un ematoma. In casi simili, un DAI solitamente dà origine ad una prognosi infausta. Ma Jules è forte, giovane ed ha un superbo team di medici a propria disposizione".

Logico quindi pensare che, comunque andrà la vicenda di Bianchi, questo tragico evento darà origine a dei cambiamenti per quanto riguarda la sfera della sicurezza nel motorsport. Nel frattempo, altro non ci è concesso fare se non unirci al coro e sperare: #ForzaJules.

Stefano Russo

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