Ha un patrimonio stimato in 73 miliardi di dollari. La rivista "Forbes" lo ha nominato "uomo più ricco del mondo": un primato che mantiene dal 2010 davanti a Bill Gates. Lui è Carlos Slim, messicano, 73 anni, detto anche il re delle telecomunicazioni, visto che possiede, tra le altre cose, le società Telefonos de México e America Mòvil. Un uomo che ha iniziato a costruire la propria fortuna già in tenera età, quando a 12 anni comprò il suo primo buono del Tesoro messicano, ma che già da qualche anno ha un certo peso anche all'interno del mondo della Formula 1. Finanziando, difatti, le carriere di Sergio Perez ed Esteban Gutierrez, Slim è riuscito non solo nell'impresa di riportare dei piloti messicani nella massima formula, ma anche di ridestare nel Paese l'entusiasmo per uno sport che manca, sul circuito di casa, dall'ormai lontano 1990. E che adesso, grazie anche al suo coinvolgimento, potrebbe presto tornare a vedere le vetture girare sul tracciato intitolato ai fratelli Rodriguez. E' la Formula 1 moderna, sono i nuovi mercati che si affacciano in un business capace di garantire visibilità e (non sempre) fonte sicura di introiti per i propri investitori. Che in passato erano spesso rappresentati da gruppi di interesse privati ma che, negli ultimi anni, hanno visto governi intervenire in prima persona per rilevare scuderie oppure costruire faraonici impianti capaci di ospitare un appuntamento iridato. Perchè Formula 1 significa denaro, ma anche la possibilità di dare al mondo l'impressione di essere un Paese moderno e in via di sviluppo. Salvo poi mostrare clamorose ed evidenti contraddizioni quando (come, ad esempio, nel caso dell'India e della Corea) i nuovi impianti risultano essere vere e proprie cattedrali nel deserto o, peggio, costruiti a pochi metri da baraccopoli e situazioni di povertà assoluta. Tra i nuovi mondi che si affacciano alla Formula 1, emblematico è il caso della Russia: Paese sconfinato alle prese con un'impetuosa crescita economica, ha visto tra i principali attori della propria presenza anche lo stesso Vladimir Putin, grande appassionato di corse e coinvolto anche nella recente operazione che ha visto il team svizzero Sauber passare nelle mani di capitali provenienti dall'ex-terra sovietica. Il coinvolgimento della Russia, però, non è una novità assoluta nel mondo della Formula 1: dapprima la breve esperienza della Midland, acquistata nel 2006 dal miliardario canadese di origini russe Alex Shnaider; poi il subentro del gruppo Marussia a quella che era la Virgin Racing, a partire dalla stagione 2012; infine, la già citata operazione che ha visto una cordata di imprenditori rilevare il team Sauber in cattive condizioni finanziarie. Un impegno che vedrà il proprio culmine nell'ingresso, a partire dal prossimo anno, del Gran Premio di Russia nel calendario iridato, il quale si svolgerà sul nuovissimo tracciato di Sochi. Se si tratterà di un fuoco di paglia o di una presenza duratura nel Circus, sarà solo il tempo a dirlo.