Si comincia finalmente ad entrare nel vivo di questa Dakar 2015. Le ultime due tappe sconfinano nel territorio cileno prima di arrivare al giro di boa della cittadina boliviana di Iquique, dove la carovana arriverà per poi riprendere il cammino verso Buenos Aires. Non sono mancate le sorprese anche in questi ultimi due giorni: i problemi Peugeot, Goncalves lontano, i vincitori delle tappe precedenti attardati e i favoriti scappano…

Day 4

Prova speciale di 315 km da Chilecito a Copiapo dopo ben 594 km di trasferimento, con 40 km percorsi su sabbia. Tra le moto vince Joan Barreda ma la seconda posizione è di Marc Coma che rivede finalmente la luce dopo le prime tappe non certo brillanti. Attardati sia Goncalves (13 minuti) e Walkener. La classifica delle auto è sempre comandata dal principe qatariota Al Attiyah che si prende un’altra vittoria davanti a Nani Roma ed è ormai leader incontrastato, sebbene manchino ancora parecchi chilometri al traguardo finale. Giornata nera per le Peugeot di Peterhansel, arrivato con 5’ di ritardo causa foratura, e Sainz fermato da un problema tecnico. Non se l’è passata meglio Terranova, anch’egli frenato da problemi tecnici.

Day 5

La quinta tappa è un ulteriore passo verso il Nord e la Bolivia, per arrivare allo snodo cruciale di Iquique. Dopo quattro tappe arriva finalmente la vittoria per Marc Coma, dopo un testa a testa con il connazionale Joan Barreda che mantiene il comando della classifica delle moto davanti proprio a Coma e Goncalves. Tappa dura questa per via delle asperità del terreno nella quale i piloti dovevano stare molto attenti per via delle trappole presenti sulla strada. Trappole che hanno tradito Carlos Sainz. Lo spagnolo della Peugeot ha dovuto abbandonare la gara dopo che la sua 2008DKR si è capottata nel finale della tappa. La vittoria della frazione va ad una Mini, ma non quella di Al Attiyah ma bensì quella di Vasilyev che precede la Toyota di Al Rajhi e l’Hummer di Gordon. Al Attiyah conclude in tranquillità al quarto posto davanti a Peterhansel e De Villiers.

Marco Pezzoni

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