Ed è stato proprio il friulano a fare la voce grossa sugli asfalti scaligeri, sui quali si è dimostrato pressochè imbattibile con la sua Hyundai i20 R5 gestita dal team Slovenia. Già dai primi scorci di gara si sono infatti subito capite le intenzioni del campione in carica IRC, che ha piazzato due migliori tempi nella prima tappa ed issandosi in testa alla classifica per poi non lasciarla più. Per quanto corta a livello chilometrico, la prima giornata ha però regalato dei colpi di scena inaspettati in ottica campionato. Simone Campedelli è stato infatti vittima della rottura del motore della sua Ford Fiesta R5 proprio sulla prima ps, abbandonando quindi i suoi sogni di gloria ancor prima di iniziare ad assaggiare l'atmosfera della lotta decisiva.

Un epilogo davvero sfortunato quanto amaro per il romagnolo, che ha difatti reso parecchio in discesa la strada per Andreucci, considerando anche e soprattutto la gara storta del driver di casa Umberto Scandola. Reduce da un trionfale Rally dell'Adriatico, in cui aveva preso la testa del campionato, il veronese non è riuscito a replicare sull'asfalto le performance sue e della sua Skoda Fabia R5 gommata D-Mack. Una costante che sta diventando purtroppo decisiva per lui, che da un paio di stagioni a questa parte giunge nella sua gara casalinga con la possibilità di giocarsi il titolo, ma senza mai riuscire a centrare l'obiettivo. A rendere ancor più complicate le cose anche qualche foratura di troppo, come quella accusata sulla ps4, insieme a guai al turbo ed ai differenziali sulla sua Fabia. In questo modo Scandola non è andato oltre un quinto posto finale con tanto di amaro in bocca.

L'unico rimasto in lizza per contendere il titolo ad Andreucci è stato quindi il solo Andrea Crugnola che, seppur abbia disputato una gara più che discreta, avrebbe dovuto sperare in un ritiro dell'alfiere Peugeot per fregiarsi della corona di campione italiano. Non gli è quindi bastato finire davanti al diretto rivale, in evidente gestione nell'ultima parte di gara con la certezza del titolo sempre più vicina. E' stato dunque ancora lui, Paolo Andreucci, ad uscirne vincitore per l'undicesima volta in carriera. Una vittoria che più di altre assume un valore ancora maggiore, passando dal brutto incidente nei test in Liguria che hanno costretto la sua navigatrice Andreussi a saltare il Rally di Roma ai tre ritiri nelle ultime quattro gare ,che hanno rimesso tutto in bilico dopo il tris di vittorie iniziale. Chissà che tutto questo non l'abbia scalfito nella voglia e nella passione di continuare in uno sport che, all'età di cinquantratre anni, lo vede sempre più personaggio simbolo ed in cui, almeno a livello nazionale, la sua presenza è di vitale importanza.

Alessio Sambruna