Tra le voci contrarie c’è quella di Pippa Mann, che nel suo curriculum può vantare diverse vittorie nell’Indy Lights e partecipazioni alla 500 miglia di Indianapolis, la quale sul suo profilo Twitter ha lanciato un pesante messaggio contro la scelta della FIA: “Cara FIA, se la notizia che leggo è corretta, hai nominato una pilota senza risultati di rilievo, la quale non crede che abbiamo uguali opportunità in questo sport. Sono molto dispiaciuta che rappresenti tutte le donne”.

Un’altra voce contraria è sicuramente quella di Tatiana Calderon, pilota di GP3 e in orbita Sauber, che in una recente intervista si è espressa contro un campionato formato da sole donne, come invece propone la Jorda. Le poche parole che la colombiana ha usato per il suo tweet sono molto eloquenti circa il suo disappunto: “Una persona assume il ruolo di modello da seguire, solo quando il suo comportamento, esempio o successo possano essere emulato da altri, specialmente i giovani”.

Altri pareri negativi da donne che lavorano o corrono nel motorsport sono stati dati da Alice Powell, prima donna a vincere il campionato di Formula Renault e a realizzare punti in GP3, e Leene Gade, il primo ingegnere donna a vincere una 24 ore di Le Mans.

Come già evidenziato dal tweet di Pippa Mann, la scelta di mettere Carmen Jorda quale membro di un organo che dovrebbe aiutare le donne a entrare nel motorsport è totalmente sbagliata. Non solo perché non ha ottenuto nessun risultato rilevante nelle varie competizioni in cui ha partecipato, ma anche perché non crede che le donne possano competere nello stesso campionato insieme agli uomini. Una che ritiene le donne incapaci di correre insieme agli uomini non merita quel posto, poiché in questo modo si rifila anche un sonoro schiaffo a quelle donne che invece sono riuscite nel proprio obiettivo di correre alla pari con gli uomini.

Le donne non sono arrivate a correre in Formula 1 perché svantaggiate rispetto ai maschi o perché bisognose di una categoria a parte, ma perché ancora non è apparsa in tempi recenti una rappresentante femminile dotata di talento e di un pesante piede destro: gente come Lella Lombardi o Maria Teresa de Fillipis, o altre donne che hanno saputo crearsi una loro strada in altre categorie del motorsport, che si parli di due e quattro ruote.

La nomina di Carmen Jorda, più che un passo avanti per favorire l’ingresso di donne in campionati come la Formula 1, sembra invece un pericoloso passo indietro che rischia di creare un campionato che non avrà nessuna importanza. L'auspicio è che la FIA, sentendo anche i pareri negativi di donne che sono o vogliono entrare nel motorsport, possa fare marcia indietro idea e nominare in questa commissione una donna maggiormente rappresentativa degli interessi del sesso femminile nel mondo dei motori.

Chiara Zaffarano