Il circuito del Bahrain è sicuramente uno dei più impegnativi del Mondiale di Formula 1 dal punto di vista dei freni. Le temperature ambientali contribuiscono, insieme alla configurazione del tracciato, ad aumentare il grip meccanico ed a rendere maggiormente difficoltoso lo smaltimento del calore generato in fase di frenata. I punti di staccata si presentano ad elevata intensità e in rapida successione, rendendo il tracciato di Sakhir un banco di prova sicuramente molto impegnativo per l'impianto frenante. Di conseguenza, occorre gestire in maniera sapiente l'usura dei materiali d'attrito, per non correre il rischio di doversi ritrovare con grossi problemi sul finire della gara.

Analizzando il tracciato, il punto di frenata più impegnativo è quello posto in prossimità della curva 1. Qui, al termine del rettifilo dei box, il pilota è chiamato a decelerare di circa 267 km/h nello spazio di soli 158 metri. Sono ben 2211 i kilowatt di potenza che vengono rilasciati in questo processo, con il pilota sottoposto ad una forza superiore a 5 g e costretto ad esercitare una pressione sul pedale del freno pari a 155 kg.

Quest'ultima si piazza al terzo posto tra le frenate del Mondiale che richiedono il maggior spazio di decelerazione, preceduta soltanto da quella del tornantino di Shanghai e della Prima Variante a Monza, mentre è addirittura al top tra quelle che richiedono il tempo più lungo di frenata: ben 2"89.

Caratteristiche che, come del resto sottolineato in particolar modo nelle ultime due edizioni del Gran Premio, rendono quello di Sakhir uno dei circuiti che offrono maggiori possibilità di sorpasso.

Marco Privitera

 

{jcomments on}