Quello che si è appena concluso non è stato un weekend "facile" per la Pirelli. Come in occasione della gara di Silverstone del 2013, la casa milanese è stata nuovamente sommersa da un fronte polemico scatenatosi dopo che, nel corso del giro 42, sulla Ferrari di Sebastian Vettel è esplosa la posteriore destra immediatamente dopo il tratto Eau Rouge-Radillon, "rovinando" di fatto l'ottima gara del pilota tedesco che aveva attuato una strategia ad un solo pit stop compiendo ben 28 giri sulla stessa copertura.

E decisamente al veleno sono stati i commenti del pilota tedesco che, nel dopo gara, si è scagliato senza mezzi termini contro il fornitore unico di pneumatici del Circus: "Credo che una cosa sia l’aspetto competitivo in gara, perché meritavamo di chiudere terzi, ma non ci siamo riusciti e queste sono le gare. Sarei potuto uscire di pista, sarebbe potuta succedere qualunque cosa, ma se fosse successo duecento metri prima non sarei qui a rispondere alle domande e magari sarei finito a 300 all’ora contro le barriere all’Eau Rouge. Questo è inaccettabile, è successo qualcosa di simile venerdì senza che sia stato evidenziato e capito a sufficienza. Se ascoltiamo tutte le scuse, i detriti, il fatto che il pilota sia uscito di pista, sono tutte cavolate. L’ha detto Nico che non è uscito di pista e neanche io sono uscito di pista. Non c’è nessuna spiegazione per quello che è successo, non è stato sicuro", le dichiarazioni rilasciate a Sky Sport. E alla successiva domanda sul fatto che la causa possa essere stata una foratura: "Nessuna foratura, la gomma è esplosa, è stato un enorme guasto che non dovrebbe accadere, non c’è stato alcun avvertimento. E come detto sono d’accordo: una cosa è il risultato, un’altra cosa è che più passa il tempo e più sono contento di essere qui".

Immediata è arrivata la replica della Pirelli che, per bocca del responsabile delle attività in pista, Paul Hembery, ha replicato alla Ferrari, rea di aver forzato al limite la strategia: "La gomma di Sebastian Vettel era chiaramente finita, usurata fino all’estremo. Tutte le gomme del mondo quando arrivano alla loro fine danno problemi. La sua aveva 28 giri sulle spalle mentre noi pensavamo che la strategia ‘normale’ fosse tra due o tre soste. La Ferrari ha valutato che un solo cambio gomme era fattibile e stava tentando questo in gara. La vita del pneumatico si dice arrivi fino ai 40 giri ma non è mai attendibile fino in fondo. Molti parametri possono alterare questo fattore. Le altre squadre hanno adottato strategie diverse dalla Ferrari".

Successivamente Hembery è ritornato sull'episodio capitato a Nico Rosberg, che nel corso della fase finale delle FP2 aveva accusato un problema simile a Blanchimont, respingendo le analogie con quanto accaduto a Vettel: "Abbiamo appurato che lo scoppio della gomma di Rosberg è avvenuto a causa di un agente esterno che ha tagliato la gomma. Qui si tratta di usura pura. Se la gara fosse durata due giri in meno ora alla Ferrari si crederebbero dei geni per aver indovinato la strategia perfetta. Vettel? Bisogna capirlo. Stava correndo per un terzo posto ed ora è frustrato. Non ho intenzione di criticarlo per questo. A mente fredda potrebbe cambiare opinione. Dal nostro canto siamo disposti a parlare e discutere sull’accaduto".

Quindi anche in questo caso, secondo Pirelli, la causa dello scoppio è da ricondurre all'usura del pneumatico, o comunque a degli agenti esterni che possano aver tagliato la gomma mentre per alcuni team (Ferrari su tutte) è la composizione dello stesso a non essere idonea per piste a basso carico come quella di Spa o come Monza, dove si correrà tra quindici giorni. E per la tre giorni sul circuito brianzolo la Pirelli porterà le stesse specifiche date ai team per la gara in Belgio, anche se grossi problemi non dovrebbero essercene data la conformazione della pista non altrettanto esigente con le coperture. Fattori esterni permettendo.

Vincenzo Buonpane

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