L'incidente di cui è stato protagonista Fernando Alonso durante i test di Barcellona di domenica scorsa ha fatto e sicuramente farà ancora discutere sia per la dinamica (sicuramente anomala e per certi versi ancora oscura), che per le spiegazioni fornite successivamente dalla stessa McLaren nel tentativo di chiarirne le cause.

Perchè non dichiarare subito le cause dell'incidente? Sicuramente a Woking volevano vederci chiaro ed analizzare tutti i dati con attenzione, ma il comunicato diramato il giorno seguente, dove si imputava la causa dell'incidente ad una raffica di vento, non ha fatto altro che alimentare la ridda di voci e illazioni di coloro che già ipotizzavano un motivo ben diverso e più grave.

Tesi supportata, se così vogliamo dire, anche in base alla testimonianza di Sebastian Vettel, che era immediatamente dietro ad Alonso e che alla televisione tedesca ha dichiarato che l'asturiano non stesse viaggiando oltre i 150 km/h, vale a dire una velocità molto bassa in quel tratto circuito. La stessa monoposto dello spagnolo dopo l'impatto si presentava danneggiata in maniera tutt'altro che pesante, al contrario della Lotus di Pastor Maldonado che un anno fa sempre a Barcellona sbattè nello stesso punto ma con danni ben più evidenti.

Altri testimoni in pista, come il fotografo Jordi Vidal, hanno messo in dubbio la tesi Mclaren scrivendo su Twitter: “Vedendo che ci sono polemiche sull’incidente di Alonso, vi dico quello che ho visto. Non voglio polemiche. Ho iniziato a fare foto alla curva 1, in fondo al rettilineo, con il sole di spalle e tantissimo vento, che disturbava molto, stessa cosa nella curva 2. Ho proseguito per l’esterno della pista e mi sono fermato alla curva 3, dove avevo il sole in faccia e non c’era vento. Mi sono fermato lì un attimo a fare foto, ecco perché ho colto il momento. Sto guardando la sequenza di foto, comprese le due dove Alonso è in pista“.

Non tocca la zona verde (quella esterna alla pista, ndr) con nessuna ruota, la vettura non ha nulla di strano, l’unica cosa che ho visto è che andava più piano. Vettel era subito dietro di lui, nella sequenza supera Alonso quando questo è vicino al muro, e andava a una velocità di molto superiore a quella di Fernando. E nella sequenza noto che né la prima né la seconda frenata sono di Alonso. Ripeto, non sono esperto. L’impatto non mi sembra sia stato forte, ma ripeto che non sono un esperto, sono un umile lavoratore con l’hobby della fotografia. L’ultima cosa che dico è che McLaren mi ha chiamato ai box con il capo degli ingegneri per mostrargli le foto, nulla di più. E ripeto, sto solo raccontando quello che ho visto".

Sicuramente il fatto di dare la colpa al vento (e quindi indirettamente ad Alonso) non rappresenta un bell'inizio per il sodalizio tra lo spagnolo e la McLaren, visto e considerato che addetti ai lavori presenti sul circuito parlano della presenza di raffiche d'aria ma concentrate al mattino e totalmente assenti nell'arco temporale della presenza sul tracciato della Mclaren.

Altre analisi potrebbero far pensare ad un cortocircuito delle componenti elettriche della vettura che avrebbero causato una sorta di elettroshock per il pilota, e a tal riguardo ci sono dei meccanici della Mclaren che raccontano di aver vissuto momenti di angoscia negli attimi successivi allo schianto: "Chiamavano Fernando, ma dalla radio arrivavano solo gemiti strani e soffocati, poi, dopo un ultimo lamento c'è stato solo silenzio". Se questa tesi fosse confermata sarebbe un clamoroso autogol per la Federazione, sempre molto attenta e scrupolosa in materia di sicurezza e che se, confermata (ammesso che qualcuno lo faccia mai) getterebbe davvero una pesante ombra sull'intero nuovo corso ibrido della Formula 1.

La foto apparsa su Twitter, di un Fernando con lo sguardo spaventato ed un sorriso tiratissimo, e le precisazioni del suo manager e di Flavio Briatore, non hanno fatto che addensare ancora più nubi sulla vicenda.

Concludendo, nessuno di noi può avere la presunzione o l'arroganza di sapere la verità, anche se c'è da dire che i punti d'ombra in questa vicenda sono molti e che la definitiva versione la può solamente conoscere lui: Fernando Alonso.

Vincenzo Buonpane

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