Il clamoroso colpo di scena è arrivato diverse ore dopo la bandiera a scacchi, nel corso delle consuete verifiche tecniche. Entrambe le Toyota sono state infatti squalificate per una mancata conformità del pattino inferiore ai test di flessione. Il team, secondo quanto comunicato, sta valutando l'ipotesi di un ricorso, avendo precisato di non aver mai apportato alcuna modifica alla parte in questione sin dall'inizio della stagione 2017. Una vera e propria beffa, visto che la gara aveva confermato come non ci fosse nessun dubbio in merito alla scontata superiorità nipponica in questo inizio di stagione del Wec. Nonostante i vari tentativi con l'eoT, le Toyota si sono dimostrate ancora una volta imprendibili per i prototipi endotermici. L'esemplare numero 8 affidato a Buemi-Alonso-Nakajima aveva infatti conquistato il terzo successo stagionale a Silverstone, dopo le prime affermazioni di Spa e quella decisamente più importante di Le Mans. In una gara mai in discussione, con le sorti delle prime posizioni esclusivamente nelle mani delle due TS050, l'equipaggio del pilota spagnolo ormai prossimo ad abbandonare la Formula 1, aveva avuto ancora una volta la meglio sull'esemplare gemello di Conway-Kobayashi-Lopez, autori della pole nella giornata di sabato. Esattamente come a Le Mans, i primi lontani inseguitori dei battistrada sono state le due Rebellion R13, con l'esemplare numero 3 di Beche-Laurent-Menezes che ha fatto compagnia sul podio agli alfieri del team giapponese, prima di conquistare il successo a tavolino. Nè le vetture svizzere né la Br1 del team Smp di Sarrazin-Orudhzev, quinta al traguardo, sono riuscite ad impensierire le Toyota nemmeno nelle prime fasi, dopo un contatto proprio in partenza. Squalifiche a parte, dopo la gara di Silverstone è quindi facile comprendere che qualcosa per rivitalizzare questo campionato sarebbe più che necessario.

Come già accaduto nei primi round stagionali, la vera gara è stata nella GTE-PRO dove, contrariamente alla classe regina, i pronostici non sono stati rispettati. La Ferrari, reduce da un inizio di stagione complicato (complice soprattutto la situazione del BoP) ha infatti conquistato una prima vittoria che era tutt'altro che attesa alla vigilia del weekend britannico. L'equipaggio composto da Pier Guidi-Calado, con l'aiuto degli uomini di Af Corse, è stato molto bravo a sfruttare un regime di full course yellow a metà gara per prendere il comando, dopo aver sacrificato le qualifiche e la prima parte di corsa. Da lì in poi la 488 Gte numero 51 ha resistito agli attacchi della prima delle Porsche ufficiali, ovvero la #91 affidata a Lietz-Bruni, quest'ultima poi squalificata dopo le verifiche tecniche nel post-gara. Ci si attendeva molto di più dalle Ford Gt, che dopo la pole di ieri, non hanno fatto meglio di un terzo ed un settimo posto di classe. Da segnalare tuttavia il bellissimo duello tra la vettura #67 di Priaulx-Thincknell e la Porsche #92 di Christensen-Estre che ha animato gli ultimi minuti di gara per quanto concerne il podio di classe Gte-Pro. Alla fine ad avere la meglio è stata proprio la vettura americana dopo una gara piuttosto travagliata. Non sono invece riuscite a replicare le interessanti performance delle qualifiche le nuove Aston Martin che, come previsto alla vigilia della 6 Ore, non sono riuscite a trovare il set-up ideale in configurazione gara. La Amr meglio piazzata è stata quella di Lynn-Martin, quinta al traguardo, mentre non ha avuto miglior sorte l'esemplare #95. E' andata in maniera simile anche alle Bmw, con Tomczyk-Catsburg solo sesti, mentre Farfus-Da Costa sono stati costretti al ritiro per la rottura di una sospensione. Non ha visto il traguardo nemmeno il secondo esemplare del team Af Corse di Rigon-Bird, rimasto coinvolti in un incidente durante una fase di doppiaggio.

Per quanto riguarda la classe Lmp2, il team Jackie Chan ha emulato quanto fatto da Toyota nella classe regina. Le due Oreca di Thung-Aubry-Richelmi e Jaafar-Tan-Jeffri hanno infatti dominato in un lungo ed in largo nella classe cadetta dei prototipi, prendendosi anche la soddisfazione di chiudere appena fuori la top five assoluta. Il podio è stato completato dalla Signatech Alpine di Lapierre-Negrao-Thiriet, sulla quale pesa una penalità di 75 secondi per un irregolarità ai pit stop. Penalità che sono state decisive per quanto riguarda le sorti della classifica Gte-Am. Dopo un'ora dalla fine, l'Aston Martin di Tf Sport è stata infatti retrocessa al secondo posto, lasciando cosi' la vittoria alla Porsche del team Dempsey Proton condotta da Ried-Andlauer-Campbell. I tre hanno approfittato anche di una penalità nei confronti dell'altra 911 del team Project1, costretta a giocarsi l'ultimo gradino del podio con l'Aston ufficiale #98.

Il prossimo appuntamento del Wec sarà in Giappone, con la 6 ore del Fuji in programma del 12-14 ottobre.

6 Ore Silverstone - Classifica finale assoluta:

1. Beche-Laurent-Menezes (Rebellion R13-Gibson) - Rebellion - 4 giri
2. Jani-Lotterer (Rebellion R13-Gibson) - Rebellion - 5 giri
3. Sarrazin-Orudzhev (BR1-AER) - SMP - 5 giri
4. Tung-Aubry-Richelmi (Oreca 07-Gibson) - DC Racing - 12 giri
5. Jaafar-Tan-Jeffri (Oreca 07-Gibson) - DC Racing - 12 giri
6. Lapierre-Negrao-Thiriet (Alpine A470-Gibson) - Signatech - 14 giri
7. Gonzalez-Maldonado-Davidson (Oreca 07-Gibson) - Dragonspeed - 16 giri
8. VanEerd-VanDerGarde-DeVries (Dallara P217-Gibson) - Nederland - 16 giri
9. Creed-Ricci-Mori (Ligier JSP17-Gibson) - Larbre - 21 giri
10. Perrodo-Vaxiviere-Duval (Oreca 07-Gibson) - TDS - 24 giri

Alessio Sambruna