Partiva dalla seconda casella dello schieramento (per effetto della retrocessione di Marq Marquez, reo di aver ostacolato Andrea Iannone in qualifica, ndr) e si è trovato a dettare il passo per tutta la gara, fino alla sfortunata caduta a quattro giri dal traguardo. Per vedere un Valentino Rossi senza vittorie a fine anno bisogna risalire al 2012, quando "Dottore" cavalcava una Ducati distante anni luce da quella messa in pista dall'ing. Dall'Igna e che ha permesso ad Andrea Dovizioso di giocarsi gli ultimi due Mondiali alla pari con il colosso giapponese della Honda e il fenomenale Marc Marquez.

A Valencia, ultima prova del mondiale il prossimo 18 novembre, Valentino si giocherà l'ultima opportunità per porre fine a questo digiuno. Risultato figlio dell'incapacità di Yamaha di reagire agli errori che già si erano palesati lo scorso anno e che non hanno permesso ne a Rossi ne a Maverick Vinales di essere protagonisti degli ultimi due campionati, se non in sporadiche occasioni come è stata Phillip Island per lo spagnolo.

Quella vittoria si è dimostrata, una volta di più, un exploit del pilota piuttosto che un ritorno alla competitività della casa giapponese. Prova ne è che oggi, il campione di Tavullia, nonostante la sua moto si sia dimostrata più performante delle ultime uscite, ha dovuto portare oltre il limite il suo mezzo. Quel limite che, forse, proprio per il digiuno che dura da quasi un anno e mezzo, sta privando il campionissimo di quella lucidità che gli permetterebbe di chiudere questo 2018 con almeno una vittoria da aggiungere alle 115 che ha già messo in bacheca.

Valentino Rossi ha dimostrato di essere un grande campione ancora affamato di successo. Ci auguriamo che il 2019 possa regalarci un Mondiale apertissimo, con protagonista questo fenomeno patrimonio del motociclismo da oltre 20 anni.

Michele Bertolini