Con il terzo (per certi versi fortunatissimo) posto finale in gara, Marc Marquez mette il sigillo sul suo sesto mondiale in carriera alla tenera età di 24 anni. 6 mondiali al pari di due miti assoluti come Jim Redman e Geoff Duke, ma soprattutto secondo back-to-back di titoli, come nel 2013 e 2014. Marquez in MotoGP come Fogarty in Superbike a questo punto: il paragone è un po’ avventato, ma ci può anche stare visto che entrambi hanno 4 titoli mondiali nella top class ed entrambi vinti con 2 doppiette (2013-2014 e 2016-2017 per MM93, 1994-1995 e 1998-1999 per King Carl).

Ad impressionare però non sono solo i suoi 6 mondiali a 24 anni, più giovane pilota a centrare questo traguardo, ma i suoi spaventosi numeri: 73 pole positions, 61 vittorie, 102 podi in 168 GP disputati oltre ad una dose interminabile di cadute, quest’anno se ne contano 27 in 18 gare. Ciò che spaventa è che è dannatamente veloce, e quando cade è perché cerca il limite di sé stesso e della moto che guida. Lui e la sua RC213V sono una coppia perfetta: è stato lui a tenere in piedi il colosso Honda contro la piccola Ducati durante questa incredibile stagione.

Ma c’è di più: Marquez non solo è il più giovane pilota a vincere quattro titoli in MotoGP (Mike “the Bike” Hailwood ha vinto il suo quarto titolo nel 1965 a 25 anni e 107 giorni, per dire) ma è anche il più giovane a vincere 6 mondiali in carriera (il suo “mentore” Valentino Rossi ci è arrivato a 25 anni e 244 giorni). E’ il primo pilota dai tempi di Doohan a vincere quattro titoli in MotoGP con la stessa moto, ed il secondo pilota spagnolo più titolato dietro all’indimenticato Angel Nieto.

Ma chi è Marc Marquez? Ripercorriamo la sua carriera, dagli inizi fino al sesto titolo mondiale in carriera.

Marc Marquez nasce il 17 febbraio 1993 a Lleida ma ha sempre vissuto a Cervera con i suoi genitori ed il fratellino Alex. Non tutti sanno che la carriera motociclistica di Marc è iniziata tra enduro e cross dal 1998 fino al 2001. Nel 2002 passa alle gare su pista disputando la Conti Cup, un trofeo organizzato dalla Federazione Catalana di Motociclismo. L’anno successivo, il 2003, disputa e vince la Open RACC 50, campionato catalano di 6 gare. 

Nel 2004 è ancora nel campionato catalano, ma stavolta con una Honda 125GP del team RACC Impala ed ha come compagno un certo Pol Espargarò. Marc chiude al secondo posto in classifica dietro proprio a Polyccio. E’ nel 2005 che avviene la vera svolta per Marc: quell’anno infatti incontra Emilio Alzamora che diventerà poi suo manager. Nello stesso anno vince il campionato catalano 125 e nel 2006 debutta nel CEV chiudendo all’8° posto.

Nel 2007 partecipa ancora al CEV in sella ad una KTM ma non riesce a fare meglio di una 9^ posizione finale, causa molte cadute. Nel 2008 Alzamora lo porta al Mondiale 125. Il debutto però avviene soltato in Portogallo, causa frattura ad un braccio nei test che gli ha impedito di partecipare alla prima stagionale. In Inghilterra centra il primo podio di carriera diventando il più giovane pilota a prendersi un podio. Finisce al 13° posto la sua stagione da rookie.

Nel 2009 è ancora in sella alla KTM del team ufficiale. A Jerez bissa il podio ottenuto l’anno prima in Inghilterra ed in Francia ottiene la sua prima pole position, diventando il più giovane pilota a marcare una pole. E’ protagonista di cadute e problemi tecnici, ma le gare portate a termine le ha concluse sempre in top 5.

Nel 2010 Marc cambia team e moto passando da KTM a Derbi con il team di Aki Ajo ed è la svolta della carriera. Al Mugello vince la sua prima gara in carriera alla quale seguiranno Silverstone, Assen, Catalunya, Sachsenring, Misano, Motegi, Sepang, Phillip Island ed Estoril. A fine stagione si laurea per la prima volta campione del mondo alla tenera età di 17 anni con 10 vittorie e 12 pole.

L’anno successivo, il 2011, balza in Moto2 con la Suter MMXI del team CatalunyaCaixa Repsol. Centra la prima vittoria in Francia dopo 3 cadute nelle prime 4 gare, a Barcellona è secondo mentre a Silverstone cade ancora mentre è in lotta per la vittoria. Vince le gare di Assen, Mugello e Sachsenring, finisce secondo a Brno e poi vince ancora ad Indianapolis, Misano ed Aragon. In Australia finisce sul terzo gradino del podio dopo essere partito 38° causa penalizzazione nelle FP1 ma nelle FP1 in Malesia cade e si infortuna lasciando campo libero a Stefan Bradl per il titolo. E’ vice campione nonostante le 7 vittorie ed anche Rookie of the Year.

La stagione 2012 non inizia nel migliore dei modi, causa il recupero dall’infortunio malese e la successiva operazione al muscolo obliquo superiore destro. Rientra giusto in tempo per disputare e vincere la gara di apertura in Qatar, alla quale seguiranno altre 7 vittorie (Portogallo, Olanda, Germania, Indianapolis, Brno, Misano, Motegi). In Australia vince quel titolo della Moto2 sfuggitogli l’anno prima. Il 12 luglio 2012 viene ufficializzato il suo passaggio in MotoGP nel 2013.

Nel 2013 passa in MotoGP in sella alla Honda Repsol ufficiale accanto a Dani Pedrosa. In Qatar è terzo dopo una intensa lotta con Valentino Rossi, in Texas centra la prima pole di carriera in MotoGP risultando il più giovane pilota a tagliare questo traguardo (a 20 anni e 63 giorni, meglio di Freddie Spencer). Vince le gare di Texas, Germania, Laguna Seca (con sorpasso Rossi-style ai danni proprio di Valentino al Cavatappi), Indianapolis (primo pilota a vincere le tre gare in suolo americano), Brno ed Aragon (contatto con Pedrosa), viene squalificato in Australia per non aver rispettato la finestra di rientro ai box per il cambio moto ed a Valencia conquista il suo primo titolo mondiale in MotoGP.

Il 2014 inizia con un serio infortunio alla gamba che ne pregiudica i test invernali. Arriva in Qatar con pochissimi giorni di test, ma si prende pole e vittoria dopo un grande duello con Rossi. Dal Qatar a Brno sono 10 vittorie in 11 gare, a Brno è Pedrosa a fermare il Cabroncito ben avviato verso il secondo titolo. Vince di nuovo a Silverstone ma Misano ed Aragon non vanno come dovrebbero: Marc cade sia a Misano che ad Aragon racimolando solo 3 punti in due gare. A Motegi arriva il secondo titolo in MotoGP grazie alla P2 dietro a Lorenzo ma davanti a Rossi e Pedrosa. Bi-campione MotoGP a 21 anni e 237 giorni, meglio di Mike Hailwood (23 anni e 152 giorni per il bis mondiale nel 1963)

Il 2015 è storia “recente” e sappiamo tutti come è finita, cioè con Marquez e Pedrosa “scudieri” di Lorenzo verso il titolo del maiorchino. Nel 2015 le vittorie sono solamente 5 (Texas, Sachsenring, Indianapolis, Misano, Phillip Island) ma ben 6 i ritiri (Argentina, Mugello, Catalunya, Silverstone, Aragon, Malesia, famosa per il contatto con Rossi). Marc chiude la stagione sul podio del Mondiale con 242 punti, 5 vittorie e 9 podi complessivi

Il 2016 ci porta un Marquez più maturo e ragionatore, non il più veloce in assoluto nell’arco della stagione ma un pilota che sa accontentarsi quando serve, avendo fatto tesoro di certi errori commessi l’anno prima per la troppa foga di vincere o recuperare dagli errori. Si porta a casa 5 vittorie come l’anno prima, ma anche piazzamenti pesanti in gare-chiave della stagione, dove i suoi avversari commettono errori o si ritirano. Vince in Argentina, Texas, Germania, Aragon e Motegi dove centra anche il terzo titolo mondiale in 4 anni di MotoGP oltre a 12 podi complessivi su 18 gare.

Il 2017 è storia praticamente di ieri, con un'intensa battaglia contro la Ducati di Andrea Dovizioso che ha saputo batterlo in un paio di occasioni nel corpo a corpo (Austria e Motegi). Il titolo arriva soltanto all’ultima gara, grazie ad un fortunatissimo terzo posto dopo un miracolo dei suoi e grazie anche al doppio out delle Ducati. 298 punti totali, 6 vittorie e 12 podi complessivi.

Siamo di fronte al miglior pilota del momento in MotoGP e di questo passo potrebbe anche acchiappare e supere il grande Angel Nieto come numero di titoli mondiali e diventare quindi lo spagnolo più titolato in carriera. 

Marco Pezzoni - @marcopezz2387

 

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