Il COTA ci restituisce una fotografia nitida del potenziale della Honda, ma soprattutto del suo pilota di punta, che qui lascia solo le briciole agli avversari. La moto del campione spagnolo è equilibrata ed efficace, con un motore dolce e potentissimo unito ad una ciclistica che non mostra punti deboli. Lo stesso vale per Dani Pedrosa, reduce da un'operazione al polso per l'infortunio rimediato in Argentina, che é riuscito a piazzarsi settimo in un week-end davvero sofferto per lui.

Le Yamaha ritrovano la velocitá con un Maverick Vinales pimpante ed in vena di proclami a fine gara: "Sono riuscito a guidare la moto come piace a me. Abbiamo fatto un importante step con l'elettronica e anche il calo dei pneumatici é stato costante e regolare. Da qui alla fine del campionato saremo sempre competitivi". La quarta piazza di Valentino Rossi, a 5" dal compagno di squadra, conferma la bontá del rendimento della moto di Iwata, che dovrá tuttavia confermarsi sulle piste europee e risultare meno imprevedibile di quello che ha dimostrato fino a qui.

Ducati arrivava in Texas sapendo che avrebbe giocato in difesa. Ancora una volta Andrea Dovizioso, il migliore della casa bolognese, ha dovuto accontentarsi di una posizione di rincalzo, che comincia a stare un po' stretta al forlivese. Tra le righe, il vice-campione MotoGP 2017 ha fatto capire che teme il ripetersi dell'andamento del mondiale dello scorso anno e che non é contento del tergiversare del team sul rinnovo del suo contratto. Comunque sia, data la sua prima posizione in campionato, anche se di un solo punto su Marc Marquez, il pilota n.4 vuole restare positivo. Le prossime due piste, saranno fondamentali per capire se la Ducati ha realmente chiuso il gas con le giapponesi di testa.

Il podio, tra l'altro, é stato occupato dalla terza forza giapponese, la Suzuki, che con un ritrovato Andrea Iannone comincia a dare fastidio alle grandi almeno con uno dei due piloti sempre a ridosso dei primi. Dovessero riuscire a portare a casa un week-end con entrambi i piloti a punti, potrebbero diventare ago della bilancia di un mondiale molto incerto, in cui i primi 7 piloti sono compresi in 24 punti.

Meno bene i privati, forse perchè Johann Zarco, giunto sesto al traguardo, ci aveva abituato a performance piú brillanti ed anche Cal Crutchlow, incappato in una scivolata quando si stava giocando il quinto posto con Dovizioso e il francese del Team Tech3, è comparso meno competitivo del solito. Bene i due giovani ducatisti Jack Miller e Tito Rabat, giunti in top ten, mentre per Petrucci quest'ultima è stata una gara del tutto anonima. Discorso a parte merita Jorge Lorenzo, in crisi profonda con la sua moto e dato sempre piú per partente. L'amore con la desmosedici non é sbocciato e non sembra voler sbocciare. Le qualifiche di sabato, quindi, si sono rivelate la solita rondine che non ha fatto primavera.

Michele Bertolini