Sono trascorsi già tre anni da quando due piloti italiani, Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi, si presentavano a Monza sulla griglia di partenza per disputare la propria gara di casa. Ne sono passati invece ben 48 da quando un italiano riuscì ad ottenere il successo nel Gran Premio d’Italia a Monza. A pochi giorni di distanza dall'appuntamento brianzolo vale ripercorrere questa vicenda e la carriera dell'artefice di questo trionfo rimasto nella storia.

Il suo nome è Lodovico Scarfiotti e questa è la sua biografia.

Lodovico Scarfiotti nasce a Torino il 18 ottobre 1933, nipote di Ludovico Scarfiotti, uno dei fondatori della Fiat e primo presidente del gruppo. Il padre Luigi era stato, oltre che deputato al parlamento italiano, anche un pilota capace di partecipare a cinque Mille Miglia dal 1928 al 1933, segnando nel 1932 un terzo posto assoluto dietro alla coppia Borzacchini/Bignami e Trossi/Brivio. Inoltre, la famiglia era proprietaria di un stabilimento per la produzione di cemento a Porto Recanati.

Già all'età di otto anni Lodovico si cimenta alla guida di una mini vettura dotata di motore Benelli 175 con cambio a tre marce. Quando Lodovico compie 18 anni prende la patente e l’anno dopo comincia a correre con una Fiat 500 C in alcune gare locali, classificandosi spesso primo nella propria categoria; nel 1956 partecipa alla Mille Miglia su una Fiat Topolino 1100 TV, arrivando al traguardo primo di categoria nella classe 1300 cc.

L'anno dopo, a bordo di una Fiat 8V 2000 carrozzata Zagato, vincendo sei corse conquistando il titolo di Campione Italiano gran Turismo sia per la velocità che per la montagna.

Dopo questi successi decide nel 1959 di acquistare una Osca 1100 sport e con questa partecipa a quattordici gare vincendone dodici: diventa Campione d’Italia e conquista il Trofeo della Montagna nella classe 1100 Sport. Dopo questi successi decide di continuare con la stessa macchina, con la continuerà a gareggiare fino al 1961.

Nel 1962 comincia a correre per la scuderia Ferrari e la scuderia Sant’Ambroeus: con la Ferrari Dino 2000 vince il campionato Europeo della Montagna e con una Abarth 1000 s'impone sul circuito del Garda.

L'anno dopo vince la 12 ore di Sebring in coppia con Surtees e corre la 24 ore di Le Mans questa volta in coppia con Lorenzo Bandini. Fa il suo debutto nel mondiale di Formula Uno nel Gran Premio di Olanda del 1963 arrivando sesto, mentre nel Gran Premio di Francia a Reims, durante le prove sul bagnato, la monoposto slitta e Scarfiotti va a sbattere rimanendo ferito. Il pilota ebbe a ricordare con queste parole l'incidente: "Filavo a 220-230 all’ora e sono uscito di strada. Mi sono fermato dopo un duecento metri, dopo aver sradicato due pali telegrafici. Mi sembrava di essere chiuso dentro un bidone di benzina.” Termina la sua prima stagione al sedicesimo posto con un punto e dopo l'incidente in Francia pensa a un ritiro dalle corse.

Dopo essersi ripreso dall'incidente, ritorna però a correre nel 1964 vincendo la 1000 km del Nurburgring in coppia con Vaccarella, la 12 ore di Sebring in coppia con Parkes e la gara in salita di Ollon Villars con la Ferrari 250. Inoltre, corre la 12 Ore di Reims concludendo terzo insieme a Parkes e partecipa alla 1000 km di Parigi insieme a un giovane Jackie Stewart. Ritorna nuovamente in Formula 1 e corre il Gran Premio d’Italia, arrivando nono al traguardo dopo un testacoda.

L'anno dopo con la Ferrari Dino 206 vince il Campionato Europeo della Montagna, con la 4000 la 1000 km del Nurburgring e con la stessa auto giunge secondo alla 1000 km di Monza. Alla fine della stagione é insignito del premio quale miglior pilota italiano dell’anno.

Nel 1966 conquista con Surtees la 1000 km di Spa e corre la 1000 km di Monza insieme allo stesso pilota britannico, concludendo in seconda posizione e diventando Campione d’Italia a fine stagione.

In Formula 1, al volante della Ferrari, si ritira nel Gran Premio di Germania e poi si presenta a Monza a bordo della 312, ottenendo la seconda posizione in griglia. Il desiderio di Enzo Ferrari è quello che sia un pilota italiano a trionfare davanti al pubblico di casa: fuori gioco Bandini, Parkes corre tutta la gara in funzione di Scarfiotti, che passa per prima sul traguardo con un margine di 5"8 nei confronti del gentleman inglese. Il torinese conquista così il successo a Monza esattamente quattordici anni dopo la vittoria di Ascari nel 1952. Alla fine del campionato è decimo in classifica con nove punti.

Inoltre, sempre nella stessa stagione, alla guida di una BRM della Scuderia Centro Sud ottiene il quinto posto in una gara non valida per il campionato, il Gran Premio di Siracusa, e partecipa a due gare in F.2: la prima a Vallelunga, dove conclude in sesta posizione su una De Sanctis-Ford, e l'altra a Albi, dove corre su una Cooper T75-BRM ma è costretto al ritiro.

Nel 1967 arriva secondo alla 24 ore di Daytona ed alla 1000 km di Monza in coppia con Parkes. In Formula 1 si aspetta di prendere parte al Gran Premio di Montecarlo di quell'anno, ma non corre la gara. Enzo Ferrari, nel libro "Piloti che gente", spiegò in questa maniera come andarono le cose:

"Dieci giorni prima del Gran Premio, Bandini mi aveva esternato la sua apprensione. Sentiva una rivalità con l’altro italiano della squadra, Scarfiotti. La sentiva dal settembre di Monza 1966, dal giorno della trionfale affermazione del compagno nel Gran Premio d’Italia. La sua vittoria con la P4 nella 1000 km monzese, alla vigilia del Gran Premio di Monaco, aveva rinverdito questa sfida. A Montecarlo voleva sentirsi tranquillo, non voleva Scarfiotti e mi mostrò un giornale che soffiava sul fuoco di questa rivalità. Non lo disse, ma lo capii, che vedeva in Scarfiotti tutto quello che lui, Lorenzo, non era mai riuscito ad essere. Lodovico era il ragazzo ricco, felice, che aveva trovato nella sua vita le tappe già tracciate, anche se per questo aveva voluto guadagnarsi con il rischio qualcosa di suo. Lorenzo sentiva epidermicamente questa differenza. Lo ingelosiva quell’amico che aveva affrontato la carriera agonistica con la tranquillità di trovare una strada e superare la normale routine.." E in quel Gran Premio, Lorenzo Bandini perde la vita in un tragico incidente.

Dopo la vittoria al Gran Premio di Siracusa, gara non valida per il Mondiale, Parkes e Scarfiotti sfilano insieme sul traguardo e dedicano la vittoria a Lorenzo Bandini. In compenso, Scarfiotti corre due appuntamenti con la Ferrari in Formula 1: in Olanda dove conclude sesto, mentre in Belgio si ritira.

Dopo questa gara viene annunciata la rottura dei rapporti tra la Ferrari e Lodovico, come scritto su un numero dell'epoca di "Auto Italiana": "Lodovico Scarfiotti ha firmato il contratto con la Porsche, con la quale disputerà l’anno prossimo il Campionato Europeo della Montagna. Inoltre il pilota italiano sarà impegnato, sempre per la marca tedesca, nella Targa Florio, nella 1000 km di Monza e in quella del Nurburgring, oltre che alla 24 Ore di LeMans".

Sempre nella stessa stagione corre il Gran Premio d’Italia con la Eagle ma è costretto al ritiro; nel frattempo, oltre che con la Porsche, firma anche un contratto con la Cooper per continuare a correre in Formula 1.

A Capodanno, durante il Gran Premio del Sud Africa, ha un incidente che lo costringe a stare fermo fino ad aprile e proprio all’inizio della sua nuova avventura con la Porsche. Quando si riprende corre a Sebring insieme a Joe Buzzetta ma è costretto al ritiro, così come nella Targa Florio quando era in testa alla gara. Ottiene il secondo posto nella BOAC 500 a Brands Hatch con Gerhard Mitter e la stagione nella cronoscalata comincia con un secondo posto a Montseny in Spagna dietro a Mitter. In Formula 1 ottiene il quarto posto sia in Spagna sia nel Gran Premio di Montecarlo.

Dopo questa prova partecipa alla gara in salita a Roßfeldhöhenringstraß in Germania, ma durante le prove con la Porsche 910 in una curva stretta esce di strada: la macchina rotola lungo la scarpata e il pilota è sbalzato fuori dall’abitacolo. Lodovico muore durante il trasporto all’ospedale. Una fine tragica e improvvisa per un pilota che sarebbe comunque rimasto nella storia.

Chiara Zaffarano

{jcomments on}