Gli argomenti di cui discutere, con un pilota che ha affrontato fasi altisonanti nel corso della sua carriera ,sarebbero innumerevoli: ma è inevitabile, in occasione del nostro appuntamento nell'hospitality della scuderia americana, cercare di andare subito al sodo, a partire da un'opinione in merito alle nuove monoposto 2017.

Dunque, Romain: nuovo anno, nuova stagione e...nuove vetture in pista. Cosa ne pensi innanzitutto di queste monoposto così diverse?

Sono fantastiche. Sembrano molto più sexy e, secondo quanto stiamo vedendo, molto più veloci nei tempi sul giro. Tutto ciò comporta anche una conseguenza per noi piloti, visto che esse sono molto esigenti dal punto di vista fisico e richiedono una preparazione ancora più mirata, ma credo sia questo ciò che volevamo. Credo che in generale si tratti di un grosso passo avanti per la Formula 1 ed è una cosa molto positiva per il futuro della categoria.

Per il tuo team si tratta della seconda stagione in Formula 1, dopo un'annata d'esordio piuttosto positiva. Quali sono gli obiettivi che vi ponete per il 2017?

Se pensiamo all'anno scorso, abbiamo conquistato l'ottavo posto tra i costruttori, finendo diverse volte nella top ten sia in qualifica che in gara, e chiudendo anche una volta nella top five. Ovviamente puntiamo a migliorarci, a raggiungere risultati ancora migliori e magari un giorno finire a podio. Ma siamo anche consapevoli che la crescita potrà avvenire solo un passo alla volta, perché siamo in Formula 1 e sappiamo che le cose richiedono tempo. Ma sappiamo di poter contare anche su un grosso aiuto da parte della Ferrari alle nostre spalle, grazie al propulsore, alla trasmissione e ad altre componenti, il che ci rende molto tranquilli perchè è di fondamentale importanza.

Credi perciò che l'anno di esperienza trascorso in Formula 1 dal team possa rivelarsi fondamentale per ripresentarsi in migliori condizioni rispetto all'inizio della passata stagione?

Sì, da quanto abbiamo percepito ci sentiamo davvero molto più pronti rispetto all'inizio del 2016. Abbiamo accumulato molta esperienza e raccolto parecchi dati che per noi sono fondamentali, molto più rispetto a qualsiasi altro team. Dunque ci troviamo effettivamente in una situazione molto differente rispetto a quella di un anno fa.

Quest'anno hai un nuovo compagno di squadra. Com'è il tuo rapporto con Kevin, vi trovate in sintonia?

Sì assolutamente, ha già dimostrato in passato di poter fare buone cose, ci siamo trovati a dover competere in pista e battagliare per i punti. Credo sia molto positivo per il team il fatto di poter contare su due piloti abituati a dover lottare per andare a punti, anche quando la macchina non è particolarmente competitiva. Penso che sia un pilota veloce ed il fatto di aver gareggiato in passato per realtà come McLaren e Renault potrà sicuramente esserci di grande aiuto.

Pensi che la partnership con Ferrari potrà aiutare la vostra crescita durante la stagione? Le due macchine sembrano anche piuttosto simili per certi aspetti...

Sicuramente sarà un grosso aiuto. Senza la Ferrari non avremmo raggiunto questi risultati lo scorso anno e oggi non saremmo a questo punto. La partnership molto solida che abbiamo è la chiave per i successi futuri del team e per noi è un motivo d'orgoglio avere il motore, cambio e sospensioni Ferrari. Si tratta di una garanzia di ottima qualità e vi è un feedback continuo tra le parti, poiché un passo avanti per loro è un passo avanti per noi e viceversa. Riguardo alle somiglianze...bah, direi che a parte il muso che accomuna molte vetture non vi sono poi così tante elementi in comune. Le fiancate sono molto diverse per esempio. Direi che abbiamo cercato di imparare dalla vettura dello scorso anno e migliorato nelle aree che necessitavano di interventi. Ma in definitva credo che si tratti di una vettura propriamente firmata Haas, non Ferrari.

Sempre a proposito di Ferrari: come ben sai, per tutti i piloti rappresenta un sogno ed un obiettivo. Vale anche per te?

Sì, certo. La Ferrari è un sogno. E' il team più prestigioso della Formula 1. La storia, la tradizione, il rosso delle sue vetture: tengo le dita incrociate e spero di poterla provare un giorno. Sarebbe una grande emozione!

Anche perchè ho visto recentemente una tua foto postata su Twitter dove eri ritratto in Italia a mangiare una pizza...

Sì, è vero! (ride) In quella foto ero a Maranello ed avevo appena terminato una sessione al simulatore. Credo che il pizzaiolo fosse il vice-campione del mondo nella sua specialità...wow, era fantastica, mi piacerebbe andare là ogni fine settimana per mangiarne una...assolutamente incredibile: mi piace la pizza! (lo dice in italiano, ndr)

Una domanda sulla tua carriera: nel corso degli anni la tua reputazione è cambiata, sei riuscito a far parlare di te non più per gli incidenti quanto piuttosto per i risultati raggiunti in pista. Che cosa è cambiato nel tuo approccio alle gare? E' solo una questione d'esperienza o c'è dell'altro?

C'è tanto lavoro dietro a tutto ciò, nei primi anni tutti mi conoscevano per la mia eccessiva aggressività, poi le cose sono cambiate. Ho lavorato molto dal punto di vista psicologico, per cercare di non ripetere alcuni errori. Il 2013 da questo punto di vista è stato fondamentale, perchè dopo un inizio di stagione difficile ebbi modo alla fine di salire per sei volte su un podio e sfiorare la vittoria...credo che il fatto di riuscire a cogliere dei buoni risultati sia determinante per accrescere la fiducia in sé stessi e maturare al tempo stesso. Poi troppo spesso i giudizi sono troppo volubili: a volte si tende ad echitettare qualcuno come un brocco se non dispone di una buona macchina, mentre magari dopo un paio di gare diventa un fenomeno. In Formula 1 risulta fondamentale essere nel posto giusto al momento giusto: puoi essere anche il pilota più dotato del mondo, ma sei hai una macchina poco competitiva non c'è nulla che tu possa fare.

Prima di (ri)entrare definitivamente in Formula 1 hai vinto in GP2: cosa ne pensi del fatto che negli ultimi anni diversi piloti siano riusciti ad arrivare nella massima serie senza affrontare questo passaggio? La ritieni ancora una categoria fondamentale?

E' difficile dare una valutazione complessiva, anche perchè alcuni piloti si rivelano pronti per fare un salto direttamente dalla Formula 3 alla Formula 1, come accaduto a Max Verstappen. Di certo viene molto apprezzato chi vince un campionato in GP2, ma il problema è che adesso ci sono soltanto venti sedili disponibili. In ogni caso, personalmente, la ritengo ancora una categoria fondamentale per la crescita di un pilota.

Da Barcellona - Marco Privitera